Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  gennaio 17 Venerdì calendario

COSÌ I MASCHI DI CAMALEONTE SI SFIDANO A COLPI DI COLORE


In natura i combattimenti dei maschi per le femmine variano decisamente: si va dai brutali scontri a base di muscoli, denti e corna dei mammiferi fino alle gentili sfide canore, di danza, di piumaggio e di costruzione del nido, a cui ricorrono molte specie di uccelli. Adesso nella categoria «combattenti con garbo» entrano anche i camaleonti che – come ha scoperto l’ecologo Russell Ligon, della Arizona State University, scrivendone sulla rivista Biology Letters – usano la loro capacità di mutare colore anche per regolare i conti fra i maschi.
La specie considerata da Ligon è il camaleonte velato, Chamaeleo calyptratus, che vive nella penisola arabica e viene allevato nei terrari. Di base questi animali, lunghi fino a 60 centimetri, sono grigio-verdastri, ma all’occorrenza le cellule della loro pelle si possono colorare di marrone, giallo, rosso, bianco, blu e nero, formando strisce e macchie sulla testa e sul corpo. Da tempo si è notato che i colori non cambiano tanto, come si credeva, per permettere ai camaleonti di mimetizzarsi con lo sfondo, ma piuttosto come espressione di uno stato emotivo: camaleonti velati impauriti o stressati esibiscono, per esempio, brillanti strisce gialle e blu oppure diventano tutti neri.
Questa «emotività in technicolor» ha fatto sospettare a Ligon che forse nei colori risiedesse anche la soluzione del mistero dei combattimenti fra maschi di camaleonte velato, durante i quali spesso uno dei due contendenti, non sempre il più debole, si ritira senza ragione apparente, prima che si arrivi allo scontro. Per capire che cosa decidesse la gara, Ligon e i suoi colleghi hanno messo a confronto numerose coppie di maschi, riprendendoli con una telecamera ad alta velocità, il cui sensore era stato modificato: mostrava così i colori come li vedono gli occhi dei camaleonti, che possono percepire anche la parte ultravioletta dello spettro luminoso.
Apprezzando in questo modo anche tonalità e mutamenti tanto rapidi da non poter essere percepiti dall’occhio umano, Ligon ha svelato il mistero. «In pratica i camaleonti velati usano i loro corpi come una bandiera di sfida. Prima di tutto un maschio segnala all’altro da lontano le sue intenzioni bellicose, mostrando il fianco su cui fa lampeggiare strisce gialle, arancio, verdi e turchesi. Se questo non basta a scoraggiare e allontanare il rivale, i due si avvicinano fronteggiandosi e iniziano a mutare i colori della testa. Se uno produce colori più brillanti e che mutano più rapidamente, l’altro si arrende». Altrimenti si passa alle vie di fatto, con morsi e colpi inferti con il corno che i camaleonti hanno sulla testa. «La capacità di produrre e mutare colori» conclude Ligon «probabilmente segnala alle femmine la forza e salute del potenziale partner». Di certo un modo di esibirsi più gentile di quello del gorilla, che si batte il petto con i pugni.