M.C., Panorama 16/1/2014, 16 gennaio 2014
NEI FORZIERI DELLA BANCA D’ITALIA VOLATILIZZATI 31MILIARDI D’ORO
Trentuno miliardi di euro: è la cifra che si è volatilizzata dalle riserve ufficiali della Banca d’Italia per colpa del crollo del prezzo dell’oro. La nostra banca centrale, si sa, ha i forzieri stracolmi di lingotti (per la verità, sono depositati quasi tutti all’estero, ma su questo le informazioni non brillano): sono circa 2.400 tonnellate, solo Stati Uniti e Germania fanno di meglio. Questa enorme riserva alla fine del 2012 era portata in bilancio per un controvalore di 99 miliardi di euro su un totale di riserve ufficiali per 137 miliardi. Poi il crollo delle quotazioni nel corso del 2013 (-28 per cento) ha portato a ridimensionare questa voce a 68 miliardi. Ci saranno effetti sul bilancio della banca, che proprio in questi giorni vede in corso di approvazione la sua riforma, che prevede tra le altre cose un sostanziale aumento dei dividendi per i soci? A Palazzo Koch si rimanda all’assemblea di maggio. In quell’occasione se ne saprà di più.
È stata più trasparente la Banca nazionale elvetica, che di tonnellate di oro ne ha «solo» un migliaio. La banca ha una «convenzione distributiva» con una serie di enti locali che usufruiscono di una generosa politica di dividendi. Ebbene, il 6 gennaio, appena tornati dalle vacanze, gli svizzeri hanno subito una doccia fredda: la banca centrale ha comunicato che la caduta verticale delle quotazioni del prezzo dell’oro ha causato una riduzione di 15 miliardi di franchi nel valore delle riserve auree (poco più di 12 miliardi di euro) portando in rosso il bilancio della banca per ben 9 miliardi di franchi (oltre 7 miliardi di euro). Nelle casse della confederazione e dei cantoni verrà a mancare quasi un miliardo di franchi.
(M.C.)