Laurence Pieau, Panorama 16/1/2014, 16 gennaio 2014
COSÌ ABBIAMO INCASTRATO HOLLANDE
Le indiscrezioni su una possibile relazione tra il presidente della Repubblica François Hollande e l’attrice Julie Gayet sono iniziate nel 2013 ed erano state pubblicate su alcuni siti internet. La protagonista di questa storia, Julie Gayet, aveva già diffuso a fine marzo 2013 un comunicato stampa, a firma del suo avvocato, minacciando di denunciare tutti gli organi di stampa che avessero accennato a questa vicenda. In realtà, affidando un tale comunicato all’Agence France Presse, Julie Gayet non aveva fatto altro che rendere praticamente di dominio pubblico la sua storia con Hollande. A metà dicembre le voci su questa relazione hanno ripreso a circolare con insistenza a Parigi e tra i giornalisti politici. L’indiscrezione è stata nuovamente sollevata in presenza della stessa Julie il 16 dicembre, nella trasmissione televisiva Grand Journal, seguita da un milione di spettatori, e poi in Salut les Terriens, un altro programma di grande ascolto. Stéphane Guillon, compagno di Julie sul grande schermo, ha rivelato che il presidente si era affacciato nel corso delle riprese dell’ultimo film che hanno girato insieme (Les Âmes de Papier) ma ha anche precisato che la compagna di Hollande, Valérie Trierweiler, non aveva apprezzato la pellicola. Presente in trasmissione, Julie aveva riso alla battuta di Guillon, un po’ infastidita…
A partire da questi «rumors» abbiamo lavorato con un fotografo che si era già occupato dell’affaire Hollande-Gayet per confrontare le nostre informazioni e cercare conferme a tali indiscrezioni. Lavorando su Julie Gayet abbiamo trovato le prove. Il fotografo ha tenuto d’occhio l’attrice e, seguendola, è giunto in rue du Cirque. Lì ha visto arrivare la guardia del corpo del presidente, che è poi tornata più volte. Finché il fotografo ha finalmente visto arrivare il presidente Hollande. Tutto si è svolto in pochi giorni: sul settimanale abbiamo pubblicato le foto della notte tra il 30 e il 31 dicembre e quelle della notte tra l’1 e il 2 gennaio. Nell’articolo abbiamo descritto anche il dispositivo che era stato messo in atto per rendere possibili gli incontri clandestini: la guardia del corpo del presidente arrivava in anticipo per fare un sopralluogo dell’immobile dove si trova l’appartamento nel quale avvenivano gli incontri con Julie. Una volta assicuratosi che la via era libera, la guardia telefonava. Qualche minuto più tardi il presidente arrivava dietro uno scooter condotto da un motociclista della presidenza della Repubblica. Hollande entrava nel palazzo con il casco in testa. L’indomani stessa scena: la guardia del corpo verificava che la via fosse libera, quindi telefonava. Qualche minuto dopo il presidente scendeva con il casco in testa e saliva su uno scooter che lo portava in un parcheggio sotterraneo. Da lì saliva su un’auto che lo conduceva all’Eliseo. Una mattina la guardia del corpo ha portato dei croissant per la colazione.
Quando ho visto le foto non ho avuto alcun dubbio sulla possibilità di pubblicarle. Infatti non facevano altro che confermare le indiscrezioni che erano già circolate a Parigi. Come facciamo sempre nei casi sensibili, Stéphane Haitaian, direttrice del settore star, e la sottoscritta ne abbiamo discusso con Carmine Perna, responsabile di Mondadori France. Perna ha poi trasmesso il servizio ai vertici del gruppo, in Italia. Nessuno si è opposto alla pubblicazione. Anzi. Tutti hanno apprezzato la professionalità con la quale è stato realizzato il servizio.
Per proteggere questo scoop abbiamo preparato una falsa copertina e, allo stesso tempo, con un piccolo e fidatissimo gruppo di appena cinque persone, abbiamo montato la vera copertina con il servizio dedicato al presidente. Due giorni prima di andare in edicola, mi hanno chiamato moltissime persone chiedendomi se effettivamente avevamo le foto che provavano la relazione tra Hollande e Gayet. Ma io, naturalmente, ho dovuto assolutamente negare. Sono stati giorni ricchi di tensione. Ero calma perché sapevo che avevamo fatto un buon lavoro. Ma aspettavo con impazienza l’uscita del numero. Finalmente siamo arrivati a giovedì sera, vigilia dell’uscita in edicola. Alle 23 abbiamo pubblicato sul sito internet del giornale la notizia dello scoop. La «bomba» è esplosa. Da tutto il mondo hanno cominciato a telefonarmi. È stata una cosa incredibile. Non penso di avere violato la vita privata del presidente o che lo abbiamo messo in pericolo. Le foto sono state scattate su un marciapiede pubblico. Piuttosto abbiamo messo in evidenza il problema della tutela della sicurezza del presidente.
Come donna e come giornalista sono dispiaciuta per Valérie Trierweiler che è finita in ospedale dopo aver visto le foto. Non credo che questa sia stata la ragione del suo malore. Credo che Valérie fosse già molto tesa per le indiscrezioni circolate sul conto del presidente e della sua relazione con Julie. Il clima generale provocato dalla pressione dell’opinione pubblica e della politica ha contribuito a mettere Valérie in difficoltà. Ma quali coppie non hanno problemi?
Non so se Valérie è pronta a perdonare il suo uomo. Nessuno può darle un consiglio al riguardo. Come giornalista non mi pronuncio. Come donna non parteggio né per Julie né per Valérie. Non abbiamo il diritto di giudicare il comportamento né dell’una né dell’altra. Il presidente Hollande si è assunto dei rischi sproporzionati? Non sta a noi dare una risposta. Noi abbiamo solo documentato la sua storia con Julie. Personalmente mi sento tranquilla con la coscienza: abbiamo cercato la conferma alle indiscrezioni che circolavano, abbiamo trovato le prove, dovevamo pubblicare il servizio. Non potevamo tenerci queste foto. Il nostro lavoro è quello di stare dalla parte dei lettori non degli uomini politici.
Certo, riconosco che in Francia l’atteggiamento della stampa nei confronti della vita privata del presidente della Repubblica da qualche anno è molto cambiato. Dopo l’affaire Mazarine, cioè la figlia segreta di François Mitterrand, i giornalisti politici in Francia hanno fatto il mea culpa perché conoscevano quella storia ma non avevano voluto pubblicarla. Credo che la linea di confine si sia poi molto spostata con la presidenza di Nicolas Sarkozy. Tutta la sua vita privata è finita sui giornali: il divorzio con Cécilia, la storia d’amore e il nuovo matrimonio con Carla Bruni, la loro vita privata. Il confine si è di nuovo spostato in occasione dell’affaire di Dominique Strauss-Kahn. La frontiera tra la stampa popolare e quella più seria è praticamente saltata. Oggi quando si ha una notizia non si esita più a pubblicarla se è ben documentata. E tutti si rivelano molto interessati a questo argomento, in particolare la stampa straniera. Non a caso la vicenda di François Hollande continua infatti a occupare le prime pagine dei siti e dei giornali più importanti del mondo.
Laurence Pieau *
* direttore di «Closer»