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 2014  gennaio 16 Giovedì calendario

L’EGITTO VOTA LA COSTITUZIONE AL-SISSI

Quel voto può essere l’apripista per l’incoronazione del «nuovo Faraone»: il generale Abdel Fattah al-Sissi. La seconda giornata elettorale in Egitto si è svolta senza gli incidenti che l’altro ieri avevano lasciato sul terreno 11 morti. Quella che il governo ha indicato come «alta affluenza» per il voto sul referendum costituzionale sembra aver inflitto un colpo alle speranze dei Fratelli musulmani, che confidavano nel successo della campagna di boicottaggio. Scontri, nella giornata di ieri, ma di lieve entità: decine di sostenitori del presidente deposto Mohamed Morsi hanno bloccato la linea di un treno ma le conseguenze dell’interruzione non sono state granché avvertite dai cittadini che si recavano alle urne. A dare un aiuto al regime del generale al-Sissi, capo delle forze armate e uomo forte del Paese, è arrivato da Washington l’annuncio che il Congresso americano si appresta ad autorizzare Barack Obama a scongelare gli 1,5 miliardi di dollari di aiuti bloccati dopo il golpe del 3 luglio scorso. Una prima tranche di 975 milioni dovrebbe arrivare a breve, e l’altra di 576 milioni dopo lo svolgimento delle elezioni parlamentari e presidenziali.

MISURE ECCEZIONALI
Le misure di sicurezza sono state rafforzate a Giza (Il Cairo) e a Suez dopo gli incidenti dell’altro ieri, che hanno causato la morte di almeno 11 manifestanti. Le forze di sicurezza, ha annunciato il ministero dell’Interno, hanno arrestato 246 persone. I seggi si sono chiusi alle 21:00 locali (le 20:00 italiane), i risultati sono attesi «nelle prime ore» di oggi. Anche Mubarak, ricoverato nell’ospedale militare del Cairo , ha chiesto di poter votare per il referendum sulla Costituzione. Il suo avvocato, Fareeb el Dib, ha detto che l’ex rais vuole votare «Sì» e ha chiesto uno speciale permesso ai giudici.
L’attenzione più che sull’esito referendario si concentra sull’affluenza. Non a caso il presidente ad interim Adly Mansour, nominato proprio dai militari, alla vigilia aveva rivolto un accorato appello ai concittadini: «Vi chiedo di non venire meno alla responsabilità di cui siete debitori nei confronti della Nazione – aveva proclamato – e di andare ciascuno al proprio seggio a votare per garantire a questo Paese un futuro migliore». Un richiamo cui gli egiziani sembrano, per ora, aver risposto con entusiasmo. Fin dal primo mattino, specie nelle grandi città, si sono in effetti formate lunghe code di elettori in attesa. E la Commissione Elettorale Suprema ha deciso addirittura di far aprire quattro seggi supplementari: due a Sharm el-Sheikh, nel Sinai, uno a Suez e l’ultimo a el-Obour, sobborgo all’estrema periferia nord-orientale del Cairo per far fronte alla grande partecipazione. A causa delle lunghe file, in molti seggi è stata ritardata la chiusura. Il risultato del referendum, dal quale ci si aspetta l’approvazione della nuova Costituzione, non ha soltanto un valore nell’immediato. Molti vedono in questa chiamata alle urne la prova generale per le prossime elezioni presidenziali. Un «si» potrebbe spingere l’attuale ministro della Difesa e capo delle forze armate, il generale al-Sisi, a rompere definitivamente le riserve sulla sua candidatura. Secondo un recente sondaggio Gallup, nove egiziani su dieci vedono nei militari l’unica alternativa al caos.

PUNTI SALIENTI
II testo oggetto del referendum è stato emendato da una commissione di 50 rappresentanti, dopo il «congelamento» della Costituzione approvata nel 2012, ispirata dai Fratelli musulmani – ora banditi come organizzazione terroristica. Tra i punti salienti del progetto di nuova Costituzione c’è quello che riguarda la religione. L’articolo 2 fa della sharia la fonte della legge. Ma l’articolo 219 della Costituzione precedente, che secondo i suoi detrattori apriva la strada all’islamizzazione della legge, è stato soppresso. Diritti e libertà: la Costituzione stipula la «stretta uguaglianza tra l’uomo e la donna in tutti i domini: civili, politici, economici, sociali e culturali. D’altra parte, in maniera inusuale per una Costituzione, una moltitudine di articoli molto dettagliati fissano i diritti e i doveri di alcune categorie specifiche come, ad esempio, pescatori, scienziati, artisti.
Detenzione: gli interrogatori dei fermati devono avvenire entro 24 ore dall’arresto, alla presenza di un avvocato. Il diritto di «restare in silenzio» è garantito. È previsto il diritto di ricorrere in appello contro un ordine di detenzione davanti a un tribunale, che deve confermarlo entro una settimana oppure è prevista la liberazione.
Trasferimenti forzati: sono proibiti i «trasferimenti forzati», di cui cristiani copti e altre minoranze sono stati vittime a seguito delle tensioni settarie o di piani di espansione del governo.

U.D.G.
udegiovannangeli@unita.it