Andrea Biondi, Il Sole 24 Ore 16/1/2014, 16 gennaio 2014
IL «MIRACOLO CATODICO» DI DON MATTEO
Era entrato nelle case degli italiani nel 2000. Un’altra epoca. Non c’era Sky, non c’era il digitale terrestre, la fiducia nella net economy era a livelli altissimi. Se fosse un partito politico, quello di Don Matteo rappresenterebbe una realtà con cui fare seriamente i conti, dopo 14 anni di onorata militanza. E con un risultato che tutti sulla scena politica – e non solo – rincorrono come il Santo Graal: stare sulla cresta, immarcescibili (e anzi in crescita) dopo quasi tre lustri.
Stasera il secondo appuntamento. Ma intanto la prima uscita della serie ha incollato davanti a Rai 1 in media 8,46 milioni di spettatori: il 31,1% di share. E non si parla solo di arzilli vecchietti: il 22,3% nella fascia 15-24 anni (27,63% fra le ragazze); il 20,79% nella fascia 35-44 (24,68% fra le donne); 22,02% sul target commerciale (totale individui 25-54 anni).
ossibile nell’epoca della scelta, del multidevice, del multiscreen, della multicanalità e di tanti altri multipli? «Quando si raggiungono questi risultati, nonostante una serata ricca di proposte e un panorama di offerta ormai multicanale, è chiaro che la fiction parla di temi e personaggi che sono in sintonia con le attese, le aspirazioni e i gusti del Paese», ha dichiarato a caldo il direttore di Rai Fiction, Eleonora Andreatta. Eccolo il punto chiave: la "pancia" del Paese. Anche di quella parte giovane che al piccolo schermo sembra sempre meno legata.
I numeri di questa serie prodotta dalla Lux Vide – presidente Matilde Bernabei e ad il fratello Luca – sono chiari. L’esordio della stagione precedente (25,3% di share con 5,7 milioni di telespettatori) è stato migliorato. E quanto ai target si parla di oltre il 25% sui bambini, il 28% al Nord, il 25% sui laureati.
Roba da stropicciarsi gli occhi, insomma. Ma che allo stesso tempo invita a riflettere su quel che significa Don Matteo per i milioni di italiani che l’hanno preferito, alla sua nona edizione, anche nelle parti più "operose" del Paese: si parla di uno share del 28,48% complessivo (37% sulle donne) nel Nord Est e del 34,86% (43% fra le donne) al Centro Nord.
C’è forse un messaggio che potrebbe essere se non l’unica, almeno fra le chiavi del successo. La struttura degli episodi vede l’alternarsi di crimine, individuazione di un colpevole che poi non risulta essere tale e scoperta del vero colpevole. Dietro al quale c’è sempre una storia, un problema. E davanti al quale però viene sempre posta una speranza di riscatto, di uscita dalla propria situazione, con l’impegno e la fiducia nei propri mezzi, anche grazie a un prete che si sporca le mani portando avanti il messaggio dell’uomo che può cadere e rialzarsi.
Insomma, una "speranza operativa". Quanto pesa in tempi come questi, di grande turbolenze? Ci sono 9 milioni di italiani che hanno in qualche modo risposto. Un partito. Che di incertezze e bailamme legato alla crisi, e di questo senso di mancanza di futuro, non vede veramente l’ora di fare a meno.