La Gazzetta dello Sport 16/1/2014, 16 gennaio 2014
POZZATO: «MI ALLENO E VIVO COSI’, SENZA IPOCRISIA»
Le spiagge trendy di Santa Monica e Malibu sono a uno sguardo. Le luci di Hollywood, subito alle spalle. Il panorama che Filippo Pozzato si è scelto per preparare la stagione che verrà non è, come dire, da buttar via. «Amo la California. Ci verrei a vivere — spiega il 32enne vicentino della Lampre-Merida —. Strade e clima sono ottime per allenarsi in questo periodo. Ed è un bellissimo posto per passare il tempo libero, sì. Che male c’è? Prendete twitter. Io mi mostro come sono, metto tutto, non come fanno certi colleghi che sembra facciano la vita dei monaci. L’allenamento, ma anche la cena in un locale alla moda. Ai tifosi piace così, e anche a me. Se scelgono di seguirti, è logico che vogliano vedere tutto di te e non una versione filtrata. Io odio l’ipocrisia».
Test Pozzato è arrivato in California a inizio anno. Se ne andrà domani: direzione Argentina, dove lunedì comincerà il 2014 agonistico al Tour de San Luis. «Sto lavorando molto bene, ma non ho voglia di fare proclami. Io devo andare forte in bicicletta e non con le parole. Ho già visto tante volte la Pompeiana, la nuova salita della Milano-Sanremo. Cambierà molto le cose, gli ultimi 45 minuti saranno senza respiro, ma non credo che mi tagli fuori dai giochi, anzi. Quanto a Fiandre e Roubaix, è chiaro che saranno il fulcro della mia primavera. Nel 2013 ho fatto una brutta figura, che non si ripeterà. Per andare più piano, dovrei avere una gamba rotta. In quelle due corse devo essere davanti a giocarmela, semplicemente non ho scuse. Cancellara e Boonen hanno dimostrato molto di più di me in questi anni, ma io sento di poterli battere». E questo nonostante la piccola delusione legata al mancato arrivo in squadra di qualche «pedina» importante proprio per quelle corse. «Sì, penso a corridori come Hulsmans, Dall’Antonia, o lo stesso Gatto che è andato alla Cannondale (era in ritiro in zona e hanno cenato assieme in questi giorni californiani: c’era anche Peter Sagan, ndr). Peccato, ma non ne voglio fare un dramma né una polemica».
Programma Pozzato non si tira indietro neanche quando si tratta di commentare il recente cambio sull’ammiraglia azzurra, con Davide Cassani a ereditare il posto di Paolo Bettini: «Non era un mistero che ci fossero stati dei dissidi tra Bettini e la Federazione, dunque per me la sorpresa è stata relativamente. Credo che Cassani sia molto preparato, conosce bene i corridori anche se ora non bisogna avere fretta o mettergli pressione, perché sta affrontando un’avventura nuova». Il vicentino ha le idee chiare anche sul futuro del suo sport: «Il cambio al vertice dell’Uci ci voleva. Ma bisognerebbe cambiare un po’ di cose nel ciclismo, fare un vero circuito in cui si confrontano i migliori corridori nelle migliori corse. Un “top-rider” deve gareggiare al massimo 80 giorni in un anno. E poi, introdurre novità come ha fatto la Formula 1 che fa sentire i dialoghi tra il pilota e il box».
Filosofia Intanto qualche tweet scappa (oltre 11.000 finora) e viene da ricordare che non sono pochi quelli che lo invitano a essere meno presente magari sui social network, e a vincere di più. «Non ha niente a che vedere con i risultati. Io sono un professionista al cento per cento. Se poi qui in California, in un giorno di riposo, ho per dire la possibilità di andare a vedere dal vivo il Supercross a Phoenix, in Arizona, lo faccio. E lo dico. Piaccia o no, io sono così».