Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 16/1/2014, 16 gennaio 2014
I MARÒ E LE ELEZIONI EUROPEE IDEA GENEROSA, MA DISCUTIBILE
La prolungata detenzione dei marò anche aggravata da quanto riferiscono alcuni quotidiani indiani circa l’applicabilità della pena di morte (è assurdo colpire militari in servizio per giunta internazionali) accresce le preoccupazioni anche perché sembra che i nostri governi non siano stati in grado di ottenere un forte appoggio né da parte dell’Europa né da parte di organizzazioni internazionali. Proprio per ottenere un siffatto appoggio perché non proponiamo che i marò siano votati nelle prossime elezioni europee? Fra l’altro sarebbe anche uno stimolo ad indurre i concittadini al voto.
Victor Uckmar (Genova)
Caro Uckmar,
La sorte dei fucilieri di marina suscita emozioni e proposte di varia natura. Qualche giorno fa un lettore ci ha scritto per sostenere che il governo italiano avrebbe dovuto approfittare della loro presenza in Italia, un anno fa, per avviare nei loro confronti una qualsiasi indagine giudiziaria. Sarebbero stati arrestati, interrogati e rilasciati in attesa di un processo che li avrebbe, ovviamente, assolti. E i tempi lunghi della giustizia italiana avrebbero dato un contributo alla soluzione del problema. Oggi, insieme a un gruppo di amici genovesi, lei propone che vengano candidati al Parlamento europeo. Potrei ricordare che i fucilieri sono in India, a disposizione della giustizia indiana. Siamo sicuri che la elezione garantirebbe a Salvatore Girone e Massimiliano Latorre il diritto di lasciare il Paese e rientrare in Italia per prendere possesso del loro seggio a Strasburgo? Che cosa farebbe, in una situazione analoga, la giustizia italiana?
Aggiungo, caro Uckmar, che l’uso della elezione parlamentare per risolvere un problema di giustizia, lanciare una provocazione politica o formulare una protesta mi è sempre parso un caso di cattiva democrazia. Certe candidature del Partito radicale (Toni Negri nel 1983, Enzo Tortora al Parlamento europeo nel 1984, Ilona Staller, meglio nota come Cicciolina, nel 1987) erano operazioni goliardiche che contribuivano in ultima analisi al discredito della istituzione parlamentare. Qualcuno potrebbe osservare che anche i partiti politici non si comportano diversamente quando mettono in lista persone che hanno un conto aperto con la giustizia e che Silvio Berlusconi ha addirittura portato in Parlamento i suoi avvocati. Risponderei che i cattivi esempi devono essere deplorati, non imitati. Il Parlamento di Strasburgo ha nuovi poteri ed è destinato ad acquisirne altri nei prossimi anni. L’Italia ha interesse a essere rappresentata da uomini e donne che non siano, come è spesso accaduto sinora, esuberi e scarti della politica nazionale. Alle prossime elezioni non occorrono voti emotivi dettati da sentimenti di comprensibile indignazione. Occorrono candidature serie di persone che conoscano i problemi europei e gli interessi italiani.
Un’ultima osservazione, caro Uckmar. A Bruxelles sembrano avere capito che l’Italia ha diritto alla solidarietà dell’Europa e potrebbero lasciare intendere a New Delhi che non si può parlare di pena di morte senza pregiudicare il negoziato fra l’India e l’Ue per la conclusione di un accordo.