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 2014  gennaio 16 Giovedì calendario

UN COLPO AL MINUTO IL RADDOPPIO IN 9 ANNI DEI FURTI NELLE CASE


Se la matematica non è un’opinione, nel 2012 in Italia sono stati commessi furti in abitazioni all’impressionante ritmo di uno ogni minuto e pochi secondi. Conclusione obbligata, partendo dal dato ufficiale secondo cui in un anno il numero di denunce per case svaligiate ha sfiorato quota 240 mila. Un boom vertiginoso, perché a partire dal 2004 i furti a domicilio sono cresciuti del 114% contro un aumento dei furti in generale del 4% appena.
L’analisi è stata compiuta da Transcrime, istituto di criminologia emanazione dell’università Cattolica di Milano in base a numeri attinti dal ministero degli Interni. La ricerca dà contorni esatti a un diffuso allarme sociale, a un fenomeno criminale che non è semplicemente percepito ma confermato dalle statistiche. Un fenomeno sfociato specie al Nord (dove i malviventi stanno colpendo con maggiore durezza) in reazioni di vario stampo: quelle violente (la caccia culminata con l’uccisione del ladro avvenuta a dicembre a Serle, nel Bresciano, le ronde di cittadini armati di asce e bastoni nella zona del lago di Como) ma anche quelle di indignazione civile (un corteo spontaneo dei derubati di una settimana fa per le vie di Tirano, in Valtellina).
Sempre i numeri indicano che l’impennata è proseguita anche nel 2013: nei primi 6 mesi dell’anno, secondo una ricerca dell’associazione di proprietari immobiliari Confabitare, a Bologna i furti sono aumentati del 30,3%, a Milano del 29, a Torino del 26 e a Roma del 25.
«L’allarme destato da questo tipo di reati — spiega Marco Dugato, ricercatore e docente della Cattolica — si spiega con due ragioni: da un lato vengono violate non solo le cose ma anche lo spazio privato e degli affetti; dall’altro la vittima percepisce che i colpi non sono improvvisati, presuppongono preparazione e osservazione dei luoghi».
Secondo Dugato è sbagliato attribuire le razzie porta a porta alla crisi economica: «Proprio per la ragione a cui si accennava poco fa. Questo reato richiede un’abilità che non si improvvisa. Chi si trova dalla sera alla mattina senza un lavoro e senza un reddito e tenta il colpo della disperazione è più probabile che si inventi scippatore, rapinatore o ladruncolo da supermercato».
Oltre ai numeri, impressionano le reazioni provocate dai furti a catena nelle case. «Anche in questo c’è una logica. Spesso i colpi — conclude il ricercatore — avvengono a distanza ravvicinata e in poco tempo: nella stessa strada, nello stesso quartiere. Ciò fa sentire tutti gli abitanti esposti al medesimo rischio e innesca dei meccanismi di difesa comuni».