Luigi Ferrarella, Corriere della Sera 16/1/2014, 16 gennaio 2014
BREGA MASSONE LIBERATO A SORPRESA
Pier Paolo Brega Massone, l’ex primario della cosiddetta «clinica degli orrori», la casa di cura Santa Rita di Milano, è stato scarcerato in seguito a un ricalcolo formale, da parte della Cassazione, della condanna a 15 anni e sei mesi. La stessa Cassazione aveva confermato l’estate scorsa la colpevolezza dello specialista di chirurgia toracica, arrestato nel 2009. Una paradossale carambola procedurale.
MILANO — È definitiva la colpevolezza confermata l’estate scorsa dalla Cassazione, ma non è ancora definitivo il ricalcolo procedurale dei 15 anni e 6 mesi di condanna tra la pena base, le aggiunte per i tanti episodi in continuazione, e le sottrazioni per alcune prescrizioni maturate nel frattempo: è da questa paradossale carambola procedurale che ieri a sorpresa scaturisce, su ordine della Cassazione, la scarcerazione di Pier Paolo Brega Massone, l’ex chirurgo della clinica Santa Rita arrestato nel luglio 2009 per 79 imputazioni di lesioni volontarie gravissime su pazienti operati senza motivo, falso e truffa sui rimborsi del servizio sanitario. E di paradosso in paradosso, il chirurgo (mentre nel corso dei processi da presunto innocente era stato tenuto in custodia cautelare a motivo di un «elevato pericolo di fuga» in vista della sentenza) esce dal carcere dopo che la sua colpevolezza è sancita e al 99% ha come prospettiva 15 anni e 6 mesi di reclusione.
Esce mentre in un altro processo è imputato per l’ipotesi di 4 omicidi volontari che in teoria potrebbero fargli rischiare l’ergastolo. Ed esce pur essendo nella medesima situazione del coimputato Fabio Presicci (definitiva la responsabilità, non il ricalcolo della pena di 9 anni), tuttora detenuto.
Brega Massone viene arrestato l’11 giugno 2008. Fa 17 mesi di carcere, poi è liberato dal gip Micaela Curami nel novembre 2009, ma su ricorso dei pm Grazia Pradella e Tiziana Siciliano il Tribunale del riesame lo rimanda dietro le sbarre l’1 maggio 2010. Il 28 ottobre 2010 il primo grado condanna a 15 anni e mezzo il chirurgo, i cui termini di custodia cautelare scadrebbero l’8 novembre. Ma tre giorni prima il tribunale, come di recente solo per Calisto Tanzi o Vanna Marchi, ripristina la custodia cautelare per l’«elevato pericolo di fuga» già dopo il verdetto di primo grado, confermato il 27 marzo 2012 in Appello. Questi 15 anni e 6 mesi arrivano il 22 giugno 2013 all’esame della Cassazione, che conferma la responsabilità di Brega Massone ma rileva che, nei mesi intercorsi tra il secondo grado e il giudizio di legittimità, si erano prescritti 19 capi d’imputazione su 79: e non ritenendo di avere il potere di autonomamente detrarre dalla pena la quota corrispondente ai reati prescritti, nel dispositivo demanda questo ricalcolo di pena a un nuovo processo d’Appello. Milano lo fa nel novembre 2013 con una diversa modulazione ma un identico risultato: 15 anni e 6 mesi. Contro questo ricalcolo la difesa propone ricorso tuttora pendente in Cassazione: dunque la quantificazione della pena non è ancora definitiva. Ma nel frattempo a fine luglio 2013 la Procura generale milanese aveva emesso un ordine di esecuzione parziale della pena, ritenendo di poter iniziare a fare scontare a Brega (che avrebbe esaurito il 4 settembre 2013 la custodia cautelare possibile) parte della pena collegata al passare già in giudicato della sua colpevolezza. Nell’estate 2013 i difensori Oreste Dominioni e Luigi Fornari lo contestano in un «incidente di esecuzione» che però viene respinto dalla sezione feriale estiva della Corte d’appello milanese. Un no impugnato anch’esso in Cassazione, che l’altro ieri dà invece ragione alla difesa, bocciando senza rinvio il provvedimento milanese e determinando la scarcerazione di Brega.
Almeno sino a quando un’altra Cassazione si sarà espressa in maniera definitiva sull’esattezza dei 15 anni e 6 mesi come ricalcolo della pena fatto in Appello.