Tiziana Mantovani, Chi 15/1/2014, 15 gennaio 2014
PER FAVORE FATEMI FARE IL CATTIVO
[Giulio Berruti]
Non sono un principe azzurro. Il mio sogno è interpretare Rambo». Parola di Giulio Berruti, il bellissimo con l’anima del piccolo schermo, nuovo sex symbol dai muscoli cesellati e incredibili occhi blu, l’eroe romantico de La figlia di Elisa Ritorno a Rivombrosa. L’attore è protagonista de I segreti di Borgo Lana, nei panni di un romantico eroe, erede di una ricca dinastia nell’Italia degli Anni 20. «Mi ha affascinato l’evoluzione del mio personaggio, da ricco erede che gioca al bohémien, appassionato di corse, a uomo tormentato da un amore contrastato, conflitti e segreti inconfessabili. Una storia più che mai attuale, un’epoca che somiglia alla nostra».
Domanda. Da dove nasce questa attualità e somiglianza?
Risposta. «Due periodi storici di grande incertezza, con una giovane generazione alle prese con una realtà più difficile di quella vissuta dai genitori. Oggi paghiamo le conseguenze per l’incapacità di prevedere il cambiamento, imbrigliati negli schieramenti. Questo periodo ricorda altre stagioni del passato, secondo la filosofia dei corsi e ricorsi storici. Credo che un decisivo cambiamento di rotta sia necessario, a partire dalla cultura, dalla formazione. Per citare Italo Calvino: “Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere”. Pensare che noi italiani siamo il popolo che sa trasformare i sogni in realtà. Il talento e il genio italiani sono apprezzati nel mondo. Ce l’hanno fatto dimenticare».
D. C’è qualche sogno che lei ha dovuto accantonare?
R. «Sono sempre proiettato nel futuro, non vivo di rimpianti. Ma se potessi tornare indietro nel tempo mi tufferei nella mia grande passione, i motori. Non parlo di belle auto, ma di guida e meccanica. Da piccolo giocavo con il meccano, a 12 anni correvo sui kart. Il sogno impossibile? Vincere un Gran Premio di Formula 1. Mi sono consolato correndo in pista in moto. Ma da un anno sono passato dalla “selvaggia” Suzuki alla più tranquilla Harley-Davidson. Colpa del tempo che passa. Dalle moto giapponesi alle americane: ci si arriva con i primi capelli bianchi».
D. A 29 anni riflette già sul tempo che passa?
R. «Lo faccio con molta autoironia. Sto vivendo un momento intenso, nuovo. Non c’entra l’età, ma le esperienze fatte. Sto raccogliendo quel che ho seminato. E, questo è l’importante, ho capito che cosa voglio essere nella vita, e che cosa no».
D. Che cosa non vuole essere?
R. «Un abitudinario. Sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli e un inguaribile romantico e sognatore. Ma al tempo stesso con i piedi per terra, alla ricerca della solidità interiore».
D. È vero che suo nonno la sognava ammiraglio?
R. «Sì, ma ho fatto solo un tentativo a 16 anni alla scuola della Marina militare italiana: in punizione 10 giorni su 12. Ho lasciato perdere. Mio nonno era generale dell’Esercito italiano, mi ha trasmesso la passione per Rambo. Raccontava a me e a mio fratello la storia di Rambo e dei Rambetti (noi nipoti). Ho raccontato a Stallone, giorni fa a Roma per la prima del suo film Il grande match, quanto il suo eroe abbia influenzato la mia infanzia. Forse nell’aria c’è un Rocky 7: farei di tutto per recitare al suo fianco».
D. Il fisico non le manca.
R. «Me la cavo. Pratico una disciplina sportiva, le arti marziali miste (sport che unisce lotta, boxe thailandese e ju-jitsu, ndr). Mi imbarazza l’etichetta di sex symbol, non lo sono. Sono il timido di sempre».
D. La seduzione?
R. «Tutta nello sguardo».
D. Si dice abbia conquistato una diva da Oscar con la filosofia.
R. «Non faccio nomi nemmeno sotto tortura (si è parlato di Jennifer Lawrence di Hunger Games, ndr). Ho conosciuto questa attrice molto bella e famosa, a Londra, a una cena. L’ho sorpresa e incuriosita parlando di Kant, ma c’entra il fattore C (il caso, la fortuna). E il fatto che il padre sia un appassionato di filosofia».
D. In amore non si considera un maschio alfa purosangue?
R. «Sempre in chiave ironica. Ma è vero che l’uomo è cacciatore, mette le trappole. Ma alla fine è la preda che sceglie se lasciarsi catturare oppure no».
D. Il suo desiderio di essere un padre giovane, con tanti figli?
R. «Sono cresciuto in una famiglia tradizionalista, con il modello alla “Mulino Bianco”. Vorrei essere un papà giovane. Ma al momento è solo un progetto. Sono per la prima volta single dopo 12 anni e tre fidanzate. Sereno».