Fulmini 17/1/2014, 17 gennaio 2014
BUONO «Troppo buono? Se essere cattivi significa urlare e spaccare porte, allora lo considero un complimento
BUONO «Troppo buono? Se essere cattivi significa urlare e spaccare porte, allora lo considero un complimento. La cattiveria ostentata è un modo per sfogare le ansie e per difendersi. Io faccio di peggio, se è necessario: dico cose durissime senza cambiare il tono della voce» (Cesare Prandelli). A VITA «Resterò al Chelsea finché non mi cacceranno. Vorrei lavorare a vita per i blues. Appartengo al Chelsea, il Chelsea appartiene a me. Ho dato molto al club, il club ha dato molto a me» (José Mourinho). RICORDI «Da giocatore ho affrontato, tra Nazionale e Coppa, tantissimi giocatori. E Conte lo ricordo in campo. E se lo ricordo a distanza di anni, vuol dire che era un ottimo giocatore. Lo ritrovo in panchina e la sua Juve lo rispecchia» (il ct della nazionale belga Marc Wilmots). OPS «Non è mai facile vincere 5-0 contro una squadra di Premier, ma ce l’abbiamo fatta. Ah, è finita 6-0? Ops…» (l’attaccante del Manchester City Edin Dzeko dopo il 6-0 al West Ham della scorsa settimana). DIFENDERE «Si deve andare nelle scuole calcio a far capire ai ragazzi che va bene impostare, ma l’essenziale per un difensore è commettere pochi errori. L’attaccante può sbagliare, il difensore no. Oggi si difende come reparto e non a livello individuale. Ma se ti abitui così, poi non sai più difendere» (Fabio Cannavaro). AMERICA «La piscina dove nuotavamo contava 4 vasche, di cui una di ben 80 metri!, tra coperte e scoperte, con 12 ore di tempo a disposizione per gli allenamenti. Quando sono arrivato ho guardato il mio tecnico di allora Claudio Rossetto e gli ho detto: con questi non vinceremo mai. E poi l’importanza che viene data allo sport nel sistema scolastico, da quando sono giovani fino all’università. Lì, in America, se dici che vivi di sport, non vieni visto come uno che non ha trovato niente di meglio da fare nella vita» (l’esperienza di Filippo Magnini negli States). ESEMPIO «Se vuoi restare al vertice servono sacrifici e dedizione, mi alleno già da qualche mese, l’ho fatto anche a Natale e a Capodanno. La mia maturazione è stata graduale, perché sono riuscito a migliorare alcune impostazioni tecniche. Ora devo cercare l’impresa, facendo attenzione a tutti gli avversari. L’esempio di Horner, che a quarantadue anni ha vinto l’ultima vuelta, deve servire da esempio» (Vincenzo Nibali, che per questa stagione ha deciso di rinunciare al Giro per correre il Tour de France). RIMPIANTI «Corse che dovevo vincere, e che ho perso. E corse che dovevo perdere, e che ho vinto. È la legge di compensazione, e così non ho alcun rimpianto». (Fiorenzo Magni, vincitore tra l’altro di tre Giri d’Italia e 3 Giri delle Fiandre, scomparso nel 2012).