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 2014  gennaio 15 Mercoledì calendario

ALFANO E LA TELEFONATA CON LIGRESTI “TROVI UNA CASA AI MIEI AMICI...”


«Illustre, volevo sapere quanti siete...». Si sa, l’ingegner Salvatore Ligresti ha sempre esercitato un fascino irresistibile per i potenti. Merito dei suoi modi gentili ma anche, probabilmente, dell’immenso patrimonio immobiliare di cui ha sempre potuto disporre. Un’attrazione che sembra aver colpito soprattutto i ministri della Giustizia italiani. Così, dopo le chiamate «umanitarie» del ministro Cancellieri dell’estate scorsa, ecco spuntare dalle carte milanesi dell’inchiesta su Premafin, le telefonate conviviali di Angelino Alfano, che come ex Guardasigilli, sembra non essere sfuggito alla regola dei rapporti con i Ligresti, cui per altro pagava l’affitto per una lussuosa residenza ai Parioli. La telefonata, che dura due minuti e 27 secondi, viene captata dagli intercettatori della Procura il 28 maggio del 2011, in quel momento Alfano è alla Giustizia nel governo Berlusconi. Ancora non si ha notizia delle indagini che stringono il cerchio attorno a Salvatore Ligresti per le azioni di controllo della Holding occultate nei paradisi fiscali esteri, ma basta un minimo di memoria storica per sapere che l’ingegnere ha già passato diversi guai con la giustizia, è stato in carcere per le tangenti a Craxi (100 milioni al mese di vecchie lire al Psi) ed è stato anche condannato e la sua gestione di Fonsai è piuttosto chiacchierata e prossima alla fine, visto che proprio in quel periodo si incontra con Alberto Nagel ad di Mediobanca per mettere a punto il famoso «papello» prima di lasciare la presidenza di una delle principali compagnie assicurative italiane di cui, lo accusano ora i giudici, ha contribuito al dissesto. Niente di penalmente rilevante assicurano in Procura, anche se l’intercettazione è stata lasciata agli atti, come per esempio quelle numerose con l’ex prefetto di Milano Gianvalerio Lombardi (indimenticato ospite dell’olgettina Marystelle Polanco in Prefettura), per raccontare «il sistema» Ligresti, intrecciato indifferentemente con potentati economici e politici. Nella chiamata, partita dalla segreteria del ministero, Alfano e Ligresti prendono accordi per un incontro a cena nel ristorante dell’hotel Villa Pamphili di Roma, all’epoca della catena Atahotel dell’ingegnere. Il ministro annuncia che si presenterà all’incontro con la moglie «e questo amico mio che era nostro ospite stasera e quindi...». Sollecito, Ligresti lo rassicura: «Ma comunque puoi portare, non c’è problema». Alfano è desolato: «Sai una cosa...non avevo altra organizzazione se non dare ospitalità a questo caro amico con cui ci troviamo». Don Salvatore è un ospite squisito: «Ma anche i vostri amici, quelli lì che devono venire...». Alfano coglie la palla al balzo: «Quelli ancora a Milano sono, se lei non gli dà la casa non possono venire qua». Ed entrambi ridono. Insomma, una cena e un velato interessamento per trovar casa a dei collaboratori. Fine della simpatica conversazione. Ieri intanto, sempre nell’ambito dell’inchiesta Premafin, le Fiamme Gialle hanno denunciato i figli di Ligresti, Paolo e Giulia, per omessa dichiarazione dei redditi in qualità di amministratori di Starlife, società allocata in Lussemburgo ma gestita dall’Italia.