Paolo Siepi, ItaliaOggi 15/1/2014, 15 gennaio 2014
PERISCOPIO
Letta - Messico e nuvole, la faccia triste dell’America e Renzi suona la sua armonica, che voglia di piangere ho? Jena. la Stampa.
Marchionne. «Nessuna ripresa». Era alla presentazione della Panda. Spinoza. il Fatto.
L’impiastro di governo. Maurizio Crippa.Il Foglio.
Renzi, per avere i voti dei cattolici, battezza i comunisti. Ottavio Capellani. Libero.
Paolo Milano. Il vecchio tastamento. Ennio Flaiano.
Il nuovo segretario del Pd vanta soprattutto la sua giovane età: 39 anni compiuti sabato 11 gennaio. E che si è circondato di una segreteria dove, ce lo fa notare sempre lui, l’età media è di 35 anni. In questo, Renzi mi sembra abbastanza puerile. Benito Mussolini, quando conquistò il potere con la marcia su Roma, aveva 39 anni, la stessa età di Matteo. Per di più, il nocciolo duro del fascismo, a cominciare dai comandanti delle squadre che avevano messo fuori gioco tutti gli oppositori, era fatto da giovanotti maneschi sui trent’anni e anche meno. Giampaolo Pansa. Libero.
Alessandra Mussolini accusa di «tradimento» coloro che sono rimasti nel Partito della libertà. Ma il 21 marzo del 2005 (Ansa) diceva che «Berlusconi è un serpente che avvelena la democrazia». «Se Berlusconi mi tende ancora la mano, gliela taglio. Anzi, gliele taglio tutte e due (...) Non devono fare alcun gesto perché sarebbe ipocrita dopo quello che hanno fatto. Il presidente del Tar del Lazio che mi ha giudicato, dopo un’ora è diventato capo dell’Authority sulle Telecomunicazioni. Non hanno neanche avuto il pudore di aspettare quindici giorni». «Berlusconi? Con lui, con il Polo tutto, il rapporto è irrecuperabile. Anche alle politiche dell’anno prossimo andremo da soli. Io ho una sola parola e ho subìto un tradimento». «E basta con Berlusconi! Anche lui è potere, tutti sono potere. Mentre io sono l’antiglobal della politica». Ancora: «Altro che bandana, dovrebbe mettersi la benda da pirata. Con lui, col Polo, il rapporto è irrecuperabile». Gian Antonio Stella. Sette.
Otto milioni di italiani hanno votato per un comico plagiato da un guru informatico quasi soltanto perché promette di costare meno degli altri partiti. Si tratta di un calcolo ridicolo e anche smemorato. Negli ultimi vent’anni molti hanno costruito le proprie fortune politiche e quindi personali sulla promessa di abolire i privilegi del palazzo, dai primi Bossi e Berlusconi fino all’ultimo Di Pietro. È finita che Berlusconi si è enormemente arricchito impoverendo il resto del Paese, con Bossi e il Trota come sappiamo e con Di Pietro ricco immobiliarista. Possiamo stare sicuri che anche Grillo e Casaleggio non ci rimetteranno. Curzio Maltese. il venerdì.
Grillo dice cose che pensiamo in tanti. Solo che, oltre che urlare, bisogna anche fare. Poi, dopo essere arrivati al potere, sembra che i grillini siano stati fagocitati dal sistema romano: hanno cominciato a parlare di diarie, rimborsi, stipendi. Quindi la gente, ed io per primo, ha la sensazione che chiunque voti, non succede niente. Non bisogna stupirsi se poi vengono fuori movimenti come quello dei forconi. Flavio Briatore. Il Giornale.
La richiesta di impeachment di Giorgio Napolitano da parte dei grillini è ridicola. La messa in stato di accusa presuppone l’alto tradimento. Qui l’alto tradimento dove sarebbe? Ma oramai in Italia ognuno può alzarsi e sparare la sua panzana quotidiana, concedendosi la propaganda più dozzinale. È l’ennesima conferma della caduta della cultura politica di massa che c’è stata negli ultimi trent’anni, da cui discende poi la crisi morale nella quale ci dibattiamo. Emanuele Macaluso. la Repubblica.
Quando le intercettazioni dell’inchiesta sulla cricca della Protezione (in)civile immortalarono due (im)prenditori che se la ridevano di gusto per il terremoto de l’Aquila appena tre giorni dopo la scossa fatale che aveva ucciso 309 persone, si pensò a un caso estremo, eccezionale, irripetibile, di disumanità. Ora, dalle telefonate di 18 mesi dopo, pubblicate dal Fatto e tratte da un’indagine frettolosamente archiviata dalla vecchia Procura dell’Aquila e riaperta da quella nuova, si comprende che quelle non erano le solite mele marce in un cestino di mele sane. È l’intero cestino che è marcio. L’assessore aquilano di centrosinistra Ermanno Lisi che, di fronte alla sua città in macerie, definisce il terremoto che l’ha distrutta un «botta di culo» per «le sue possibilità miliardarie» di «tutte ’ste opere che ci stanno» e che «farsele scappà? mò? è da fessi, è l’ultima battuta della vita? o te fai li soldi mò... o hai finito», non è un fungo velenoso spuntato da nulla. È la punta più avanzata di un sistema che chiamare corruzione è un pietoso eufemismo. Questi non sono corrotti. Questi sono subumani, vampiri, organismi geneticamente modificati che mutano continuamente natura verso la più bruta bestialità grazie all’omertà e all’inerzia di chi dovrebbe controllarli, fermarli, cacciarli. Marco Travaglio. Il Fatto.
Mai farsi leggere le carte, il futuro è adesso. Specie se il un momento sembra difficile, ma, in realtà, è pazzesco. Hanno letto le carte anche a Berlusconi, ma lui e i suoi avvocati non ci hanno mai creduto. E infatti il quarantennio berlusconiano non è ancora finito. Massimo Bucchi. il venerdì.
La meritocrazia è psicologicamente pesante perché ci ricorda costantemente i nostri fallimenti. Di ogni giornalista, oggi, a differenza di un tempo, si sa esattamente quante persone leggono i suoi articoli sul web. E così sarà in sempre più settori. Tyler Cowen, Average is over. la media è finita, George Mason University.
Nella festa del mio secondo matrimonio la musica, il vino e le danze ci consolarono di quell’attimo di malinconia che accompagna tutte le nozze. Claudio Martelli, Ricordati di vivere. Bompiani.
In Italia buona parte dei media è impegnata a versare tonnellate di inchiostro per definire se sia Matteo Renzi ad assomigliare a Virna Lisi o se non sia invece Massimo D’Alema a somigliare a Nilla Pizzi. Il Foglio.
Va bene pensarlo per la Serbia, ma che senso ha portare l’Ucraina nell’Unione Europea? Non possiamo fare entrare tutti. Non riusciamo a gestire la situazione attuale, e ci portiamo dentro un Paese così complicato, dove solo la metà della popolazione è d’accordo? Emanuele Parsi. Tempi.
Le bugie non si raccontano a tutti, ma solo ai bugiardi. Roberto Gervaso. il Messaggero.