Francesca Bussi, Vanity Fair 15/01/ 2014, 15 gennaio 2014
MARTÍN CASTROGIOVANNI CARA, TI SPOSO IN INFRADITO
C’è un gioco che fanno i bambini, quando si guardano in faccia, serissimi, e il primo che ride ha perso. Ecco, Martín Castrogiovanni è un campione del rugby, ma in questo, di gioco, non è altrettanto bravo. Durante lo shooting prova a chiudere gli occhi, per trovare la concentrazione, ma ogni volta che li riapre lì, con il viso a pochi centimetri dal suo, c’è sempre la fidanzata Giulia Candiago, in un tubino rosso che sembra cucito addosso. E allora lui, felice e anche imbarazzato nel vederla così bella, sapendo che ci siamo tutti noi di Vanity intorno, non ce la fa a mantenersi serio come esige il fotografo. Ride, di un sorriso un po’ sghembo, «regalo» dei tacchetti di un avversario che gli hanno aperto lo zigomo durante un match a dicembre. Il filo nero dei punti gli segna la guancia, e Giulia si preoccupa: «Si vedono molto?». «È quello il bello», scherza il fotografo. «È che ho guardato una ragazza per strada, e la Giulia mi ha tirato un cazzotto», replica lui. «Una gomitata, dritta nell’occhio», sta al gioco lei. Ridono. Rideranno ancora molto, nel corso di questa intervista, punzecchiandosi con gusto e tenerezza. Sembrano quasi Sandra e Raimondo.
Siamo negli studi di Sky Sport, da dove Giulia, ex sciatrice azzurra, commenterà le gare dell’Olimpiade di Sochi, dal 7 al 23 febbraio. I riflettori, insomma, non sono per «Castro», argentino naturalizzato italiano, pilone della nostra Nazionale. Sono per lei. E le fanno uno scherzo: le luci di scena si infrangono sull’anello che porta al dito, rendendo impossibile non notarlo. Sì, Castrogiovanni mette la testa a posto. Si sposa.
Come vi siete conosciuti?
Giulia: «Era il 2006, Martín giocava con mio fratello nel Calvisano di Brescia. Sono andata a vedere una partita e l’ho notato subito. Lui, invece, non mi considerava per niente. Allora, ho rubato il suo numero dal cellulare di mio fratello. A settembre gli ho scritto il primo sms, a novembre sono andata da lui in Inghilterra, dove si era trasferito a giocare. Qualche tempo dopo siamo andati a vivere insieme».
Insomma, è stata Giulia a fare tutto.
Martín: «È stata insistente». E ride. «Venivo da una relazione un po’ difficile. Volevo essere libero e non mi fidavo molto. Invece si è rivelata la persona di cui ho bisogno. Comprensiva, capace di ascoltarmi. Per stare con me serve pazienza».
Ora il matrimonio. Con tanto di anello.
M: «Purtroppo ho fatto questo sbaglio, ma non posso più tornare indietro. E avevo giurato che non le avrei mai più fatto regali. Perché, un Natale, le avevo preso un paio di stivali e una borsa bellissimi».
G: «Osceni».
M: «Bellissimi. Ha aperto i pacchetti e non ha fatto neanche finta che le piacessero: il giorno dopo mi ha detto che voleva restituirli in negozio. Mi ha distrutto. Allora, per l’anello, che ho disegnato io, ho chiesto consiglio alle sue amiche. Immagini se mi fossi inginocchiato davanti a lei e mi avesse detto: “Che schifo”. Così ho riacquistato fiducia in me stesso. Non sono io a non avere gusto, è lei. Guardi con chi sta». E ridono.
Proposta in grande stile, insomma.
G: «Sì. È stata una bella sorpresa, ci ha dato lo slancio giusto per andare avanti».
M: «Eravamo a Capri, in un posto romantico. Fino alla fine non ha sospettato nulla».
Come immaginate il matrimonio?
M: «Non classico, seduti a tavola. Meglio in spiaggia, con le infradito, tutti a bere».
G: «Una gran festa. Dobbiamo ancora studiarlo, sarà fra due anni. Se in chiesa o no, ci penseremo. Siamo credenti, ma non tanto praticanti».
Martín, le piace il papa argentino?
M: «Alla grande. È una persona diversa, può cambiare non solo la Chiesa, ma il mondo. È fuori da ogni regola, in senso buono. È lì per fare del bene, davvero».
E ai figli ci pensate?
G: «Più avanti. Intanto abbiamo tre cani».
Giulia, so che sugli spalti si commuove.
G: «All’inno, sempre. Anche perché io e Martín cerchiamo di incrociare gli sguardi, di comunicare».
Al Sei Nazioni 2012 una costola rotta, ora lo zigomo: paura mai?
G: «La fidanzata di un suo compagno mi ha detto: “Il mio non riesco nemmeno a guardarlo giocare”. È chiaro che ti preoccupi, però i rugbisti prendono botte tutti i giorni, anche durante gli allenamenti. Sono pronti per fare quello che fanno».
M: «In pratica: “Sono cavoli tuoi”».
A volte Martín parla di ritiro. Giulia, non teme di ritrovarselo sempre tra i piedi?
G: «Quando succederà, avrà molte cose da fare, non starà granché a casa. O almeno così spero». E ride.
M: «Mi basta avere la mia PlayStation».
Intanto, a Leicester, ha due ristoranti. Non è che la vedremo a MasterChef?
M: «Magari. Però se un giudice mi tira un piatto in faccia, finisce subito la puntata. Glielo ritiro indietro e lo deve mangiare».
Qual è il suo piatto forte?
M: «In cucina non mi lasciano esprimere come voglio». E sospira. «Fosse per Giulia, mangerebbe solo pomodorini e insalata. Se mi metto a cucinare, litighiamo. Mi dice che metto troppo burro, troppo zucchero. Però il barbecue all’argentina mi viene bene».
G: «Il mio incubo è quando dice: “Facciamo il matambre alla pizza”. Ricetta argentina, è un taglio di carne che fa bollire tre ore nel latte. Poi aggiunge gorgonzola, peperoni, mozzarella, prosciutto, uova. Per scrostare la pentola ci metto una settimana».
M: «Se un uomo dice che comanda a casa, è un bugiardo».
Giulia è lontanissima dallo stereotipo delle Wag, le mogli dei calciatori.
M: «Il periodo peggiore per me è stato quando non aveva un lavoro. Quando uno sportivo di alto livello, come lei, smette, lo può fare per 4-5 mesi. Se sta fermo troppo a lungo, comincia a sclerare. Adesso invece è felice. È importante realizzarsi. Prima della coppia, vieni tu come persona».
Però quando inizierà l’Olimpiade di Sochi, resterà solo.
G: «Gli va anche bene, sarà al Sei Nazioni. E poi ho organizzato tutto perfettamente in modo che non gli manchi niente».
Già pronte le provviste in freezer?
M: «No, nel frigo c’è solo un limone».
G: «Non è vero, si lamenta ma in realtà in casa c’è di tutto. È che non ha voglia nemmeno di farsi una pasta».
Ma non ha detto che le piace cucinare?
M: «Sì, ma solo se non devo pulire dopo. Altrimenti mangio fuori».
Le fa ancora le vacanze tra uomini, con i compagni di Nazionale?
M: «Raramente, adesso sono quasi tutti sposati, con figli. Però cercheremo di fare il mio addio al celibato, un’intera settimana in stile Una notte da leoni».
G: «È molto importante che ognuno abbia le proprie vie di fuga. Non vorremmo mai stare sempre e solo noi due».
Non siete gelosi?
M: «Adesso che farà la giornalista in Tv, tutta truccata, lo diventerò di più».
G: «Tanto non mi considera nessuno, perché sanno tutti che sto con te. Nessuno mi parla, nessuno mi saluta, o, se qualcuno lo fa, un altro gli dice: “Ma tu sai chi è lei?”».
E, non ci crederete, si fanno una risata.