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 2014  gennaio 15 Mercoledì calendario

IL TRIPLETE DI CERA: VITALIZIO, STIPENDIO DA SINDACO E DEPUTATO


Ha voluto avvisare pubblicamente tutti i colleghi giovedì scorso: «La prossima settimana non ci sarò». L’idea di Angelo Cera, pugliese nato nell’Udc, eletto alla Camera grazie a Mario Monti e ora scappato dal gruppo dietro Pierferdinando Casini e Mario Mauro, era niente meno che quella di andare a protestare contro il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, incatenandosi al Quirinale. Proposito bellicoso, ma ieri a Roma diluviava come da tempo non si vedeva. E Cera è apparso regolarmente in aula di Montecitorio a guadagnarsi la sua diaria da deputato (3.500 euro) che con l’idea delle catene davanti al Quirinale rischiava di essere pesantemente decurtata.
Cera a quelle cose ci tiene, tanto da essere diventato il Mourinho della politica: l’unico o quasi ad esser riuscito a fare triplete. Sì, perché lui non è solo deputato, ma da lungo tempo anche sindaco del comune di San Marco in Lamis, in provincia di Foggia. Un doppio incarico impossibile per legge, ma questa estate la sua maggioranza ha fatto entrare nel decreto del Fare un emendamentino che ha cambiato la legge per lui e pochi altri.
Mentre temeva di perdere la poltrona in Comune (il suo consiglio - applicando la legge - lo aveva fatto decadere, poi il tribunale grazie alla nuova legge lo ha reinsediato), Cera ha preso carta e penna e scritto al consiglio Regionale della Puglia, dove sedeva dal 20 giugno 1995 al 29 aprile 2008: «Scusate signori, io ho diritto al vitalizio? E quanto mi verrebbe in tasca ogni mese?». Hanno fatto la verifica e gentilmente risposto: «Caro Cera, sì, lei ha proprio diritto a percepire il vitalizio. Sarà di 7.779,85 euro lordi mensili».
Ed eccolo il triplete alla Mourinho: 13 mila euro netti al mese fra indennità e rimborsi da deputato, 3.906 euro lordi al mese con lo stipendio da sindaco (può essere cumulato, a differenza dei gettoni di presenza), poco meno di 8mila euro lordi mensili come vitalizio da ex consigliere regionale. E di che si lamenta questo primatista della busta paga politica? Lo ha spiegato lui stesso in aula:quando l’avevano fatto decadere da sindaco prima del salvagente lanciato dagli amici deputati, è stato dichiarato decaduto anche il consiglio comunale, sciolto a giugno con la firma di Giorgio Napolitano. Poi Cera è stato reintegrato, ma il consiglio resta sciolto: «E adesso», si lamenta lui, «io sono sindaco senza consiglio comunale. Allora, siccome la cosa ha del ridicolo, voglio comunicare che io la prossima settimana mi presenterò sul piazzale della Presidenza della Repubblica, con la mia fascia di sindaco, se sarà necessario mi incatenerò e se sarà necessario per sensibilizzare il già sensibile presidente della Repubblica attuerò anche altre forme di protesta».
Poi la pioggia ha spento gli ardori dell’ex montiano campione di costi della politica. Ma se nelle prossime ore farà capolino qualche raggio di sole, ci proverà. È un generoso: mica vuole tutto solo per lui, ne vorrebbe un po’ anche per i suoi amici consiglieri comunali (che pure lo hanno fatto fuori senza grandi complimenti solo qualche mese fa…).