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 2014  gennaio 15 Mercoledì calendario

MA PERCHÉ IL CAV NON SCOMMETTE SUL «SUO» SINDACO?


Ce ne è uno buono in Forza Italia e naturalmente fanno di tutto per tenerselo ai margini della vita di partito. Per la prima volta nella storia del centro destra un amministratore locale - Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia - è infatti in testa alla classifica di gradimento degli uomini politici.
Secondo l’annuale indagine di Ipr-marketing per il Sole 24 Ore è lui il più amato dai concittadini nel 2013. Per trovarne altri sindaci di centro destra in classifica bisogna scendere parecchie posizioni: 12° il primo cittadino di Lecce, Paolo Perrone e 21° per il sindaco di Verona, Flavio Tosi, da tempo nel gruppo di comando della Lega.
Pavia non sarà una metropoli (arriva poco sotto i 70 mila abitanti), ma per arrivare a fine mandato con quella popolarità fra i suoi elettori (il 67% lo apprezza), non deve avere lavorato male.
Difficile ricordare in questi anni un amministratore locale di Forza Italia, del Pdl o della Lega che abbia raggiunto queste vette di popolarità. E onestamente un gradimento così dagli elettori non l’hanno avuto nemmeno i leader nazionali del centrodestra.
Cattaneo - che è anche vicepresidente dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani, è balzato alle cronache nazionali l’anno scorso per avere lanciato l’idea di riformattare il centrodestra, un’idea meno cruenta, ma non così dissimile da quella della rottamazione con cui era partito da Firenze Matteo Renzi. L’idea - insieme alla richiesta di elezioni primarie anche a destra - può non avergli attirato particolari simpatie dentro Forza Italia. Ma quando si fa politica simpatie e antipatie bisogna saperle tenere in secondo piano, come qualsiasi screzio avvenuto in passato. Ne avesse dovuto tenere conto la vecchia Dc, non avrebbe mai resistito 50 anni e più.
Stupisce perciò che in queste ore non si stia festeggiando Cattaneo ai vertici di Forza Italia, e che a nessuno sia venuto in mente (come degna) per il gruppo di comando. Invece di litigarsi gli strapuntini fra dirigenti che cavalcano l’onda da anni con alterni risultati, valorizzare la rara eccellenza che si ha in casa è la strada più naturale.
Dispiace che anche una certa capacità di pensiero autonomo del giovane sindaco (restato comunque in Forza Italia) venga giudicato un handicap nella cerchia del cavaliere. È invece un valore aggiunto, che solo nei cavalli di razza della politica si rintraccia. Ci faccia un pensierino il Cavaliere: può essere che il suo Renzi lo abbia già cresciuto in casa, senza doversi troppo guardare in giro.