Francesco Giordano, Libero 15/1/2014, 15 gennaio 2014
IL RE DEL MERCATO
Istruzioni per l’uso di un bel gruzzoletto frusciante: 1) portarlo in banca; 2) sotto il materasso, e chi si fida più di questi tempi; 3) consegnarlo a Walter Sabatini. L’ultima soluzione è particolarmente consigliata per chi possiede una società di calcio, perché nessuno riesce a far fruttare meglio i vostri soldi come il ds della Roma. All’inizio potrete spendere qualcosina, ma con il tempo le spese rientreranno: con lui, i giallorossi hanno tirato su 48 milioni e spiccioli di plusvalenze e nell’ultima finestra di mercato estiva il bilancio trasferimenti è stato chiuso alla cifra record per la squadra capitolina di +38 milioni. Ammazza...
Ora, non si tratta solo di vendere, sennò ci prendevamo Roberto il Baffo. Il difficile sta nel coniugare i risultati sportivi con la crescita economica del club: blasfemia, con questi chiari di luna. Chiedete a Erick Thohir, che in Italia è arrivato con la stessa missione, ma poi ha capito quanto fosse ingiustificato il suo ottimismo, date le circostanze. E non è un caso che il nome di Walter Sabatini sia circolato più volte negli ambienti nerazzurri. Per ora, se lo coccola la Roma, modello vincente sul campo e nei conti economici.
Ma cosa avrà di così speciale ’sto Walter? Elenco delle pepite d’oro più rilucenti pescate dal ds giallorosso: Kolarov, Lichtsteiner, Ilicic, Pastore, Hernandez, Lamela, Marquinhos. Tutti giocatori scoperti da Sabatini. E se una vecchia volpe come Bronzetti lo definisce «uno dei migliori talent scout in circolazione», c’è da credergli. Lui cerca con il lanternino, studia la merce, distingue quella buona da quella difettosa, rileva per un tozzo di pane il diamante grezzo, lo sgrezza, lo espone in vetrina, lo vende al miliardario estero di turno. Così la squadra è competitiva e i bilanci sono in ordine. L’esempio chiave è quello di Marquinhos, preso dal Corinthians per poco meno di 6 milioni e rivenduto a 31 al Paris Saint Germain, per una plusvalenza invidiabile di 25 milioni. O con Lamela, preso a 17 e rivenduto a 30 al Tottenham. Ma lui riesce a guadagnarci pure con i panchinari: Bradley con Garcia trovava poco spazio, così lo ha piazzato al Toronto per 7,4 milioni, il doppio di quanto aveva versato un anno e mezzo fa al Chievo. Si è così ripagato l’affare Nainggolan, capolavoro di mercato: mezza Serie A voleva l’ex cagliaritano, l’ha spuntata lui.
Già, perché poi bisogna pure essere bravi a battere la concorrenza. Come nel caso di gente come Pjanic, Destro, Benatia e Strootman, che oggi fanno le fortune della Roma. Poi, si sa, non tutte le ciambelle escono con il buco e allora si tratta di limitare i danni. Pure questo si trova nell’enciclopedia di Sabatini. Per Osvaldo la Roma aveva sostenuto una spesa importante, 16 milioni. Ma, quando il rapporto del giocatore con società e tifosi si è logorato, è subentrata la necessità di metterlo sul mercato. Alla fine, Sabatini è riuscito ad ammortizzare la spesa, vendendo Osvaldo al Southampton per 15 milioni. Casi simili sono capitati con Bojan e Tachtsidis, dai quali il ds ha ricavato in tutto un milione e mezzo.
Ora, dopo Jedvaj, difensore classe ’95 che ha debuttato col Genoa, e Paredes, trequartista del ’94 dal Boca, Sabatini porterà a Roma altri giovani talenti. Quasi fatta per l’attaccante del ’96 Sanabria dal Barcellona, interessano pure il difensore catalano Montoya e il bomber svedese Berisha. Per una squadra giovane, competitiva e a costi contenuti. Praticamente, una manna dal cielo.