Marco Cremonesi, Corriere della Sera 14/1/2014, 14 gennaio 2014
CATTANEO E ROSSI, AMMINISTRATORI AL TOP (MA FUORI LINEA)
MILANO — L’importanza di dirla fuori dai denti. Il «Governance poll» del Sole 24Ore da anni misura il gradimento ottenuto dai politici locali, i sindaci delle città capoluogo e i governatori. Per il 2013, il riconoscimento ha visto al primo posto per gradimento degli amministrati il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo e il presidente della Toscana Enrico Rossi. Combinazione, due amministratori che mai hanno esitato a mettersi di traverso alla corrente del loro partito di provenienza. Cattaneo, oggi Forza Italia, è stato il protagonista della stagione dei «formattatori» del Pdl, i giovani che stentavano ad accettare un partito basato sulla pura cooptazione dall’alto della classe dirigente. Mentre Rossi, governatore della Toscana, non ha mai rinunciato a fare il suo controcanto ad un Renzi il cui successo non aveva bisogna della Sibilla per essere profetizzato.
Addirittura, nei giorni scorsi Cattaneo, 34 anni, è stato presentato dal Foglio di Giuliano Ferrara come l’ anti-Renzi, il possibile leader di un centrodestra liberato dall’impaccio di una classe dirigente sulla scena dal 1994 (o prima) e soprattutto capace di consensi in proprio e non solo come emanazione di Silvio Berlusconi. Lui, come Renzi arbitro di calcio, la vede così: «Io sono un giocatore che ha fatto la gavetta, ha calcato i campi di periferia, ha fatto qualche amichevole della prima squadra. Ora sento nelle gambe la possibilità di giocare da titolare nella prima squadra. Detto questo, la libertà è impostante. Io sono un ingegnere, ho una professione: dalla politica posso tornare indietro». Ma l’essere stato uno dei pochissimi a dire in faccia a Berlusconi che le cose dovevano cambiare ha aiutato oppure no? «Il dimostrare di essere persone che ragionano con la propria testa aiuta tantissimo. E i cittadini, sono molto attenti. Mi hanno eletto sindaco a 29 anni, sarebbe stato facilissimo dire che ero uno che obbedisce agli ordini». Ma la formattazione c’è stata oppure no? «Magari non nei tempi e modi in cui speravo, ma le cose stanno cambiando. E Giovanni Toti, lo dico prima che lo chieda lei, può essere davvero un valore aggiunto. Io, di mio, vorrei essere il punto di riferimento dei giovani amministratori del centrodestra».
Enrico Rossi, il più amato dei governatori , lo ammette di buon grado: «Con Renzi, sulla politica nazionale siamo stati in campi avversi. E io, certo, ho sempre detto la mia. Però è anche vero che dal punto di vista del governo locale, insieme abbiamo sempre lavorato bene. Che dire? In Toscana in generale si apprezza la liberà di pensiero, e del resto c’è ancora un ancoraggio a sinistra forte che nel sostegno a Renzi ha trovato le ragioni del rinnovamento. Quanto a me — dice sornione — non mi pare che le mie posizioni abbiano penalizzato il mio consenso».
Entrambi, però, forniscono la stessa ricetta per il successo. Lavoro e lavoro e lavoro. Racconta Cattaneo che la notorietà raggiunta da «formattatore» a livello a nazionale è un’arma a doppio taglio: «All’inizio, i cittadini apprezzano che il loro sindaco sia nel dibattito nazionale. Presto, però, si comincia a dire: di Pavia non gli importa, in realtà punta a Roma». La soluzione è, appunto, il darsi da fare: «Costa fatica, tanta. Bisogna passare i weekend alle iniziative delle associazioni. Fare sì che chiunque si rivolga a te, trovi una risposta da te in persona. A quel punto, convinci». Ricetta simile a quella del governatore Rossi: «Il punto è il rapporto con il territorio, le Regioni non possono scimmiottare il livello di governo. Noi siamo un fratello maggiore dei Comuni, non uno staterello lontano». Per la cronaca, Cattaneo ha preceduto Michele Emiliano (Bari) e Vincenzo De Luca (Salerno), mentre all’ultimo posto sono finiti, ex aequo, l’alessandrina Maria Rita Rossa e il tarantino Stefano Ippazio. Tra i governatori, Rossi precede Luca Zaia e Stefano Caldoro. In coda alla classifica, il siciliano Rosario Crocetta.