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 2014  gennaio 14 Martedì calendario

TUTTO TORNA A SÉGOLÈNE HA PRESENTATO A HOLLANDE ENTRAMBE LE AMANTI


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Al cuore di tutto c’è sempre Ségolène Royal, la donna che rispose «vada al diavolo» a chi le riferiva la voglia di ricucire di François Hollande (era il 2007), e che da allora resta sulla scena: per passione politica, e magari per godersi qualche rivalsa. Come accade in questi giorni, quando i francesi scherzano: «Hai visto? C’è una donna pazza di gioia che da tre giorni salta, balla e fa le piroette ridendo davanti all’Eliseo». «Ah, sì, è Ségolène».
Il peso della ex compagna nella vita di François Hollande era e resta decisivo, non solo perché è la madre dei suoi quattro figli o perché lo batté sul tempo rubandogli il posto di candidato all’Eliseo, due elezioni fa.
È stata Ségolène Royal a conoscere per prima sia la première dame Valérie Trierweiler, sia l’amante Julie Gayet. E fu lei, la compagna storica, a fare entrare nella vita di François Hollande entrambe le donne che oggi turbano l’Eliseo, e costringono il presidente a spendere il grosso delle energie non a spiegare la nuova politica economica ma a eludere domande su motorino, casco, croissant e appartamento legato alla malavita còrsa.
La storia di come Trierweiler e Gayet arrivano — tramite Royal — al futuro presidente della Repubblica mostra tra l’altro che la distinzione tra pubblico e privato, in Francia più che altrove, vale a momenti alterni, quando fa comodo.
Nell’estate 1992 l’allora inviata politica di Paris Match che si chiama ancora Valérie Massonneau firma, con la collega Catherine Tabouis, un’intervista senza precedenti a Ségolène Royal, ministra dell’Ambiente del governo Bérégovoy, dalla maternità dell’ospedale Bégin de Saint-Mandé: da poche ore Ségolène ha dato alla luce Flora Hollande, la sua quarta figlia, e già si fa fotografare con il neonato in braccio. A quanti la accusano di rinunciare a un momento così intimo per un po’ di popolarità in più Royal risponde — senza convincere granché — che quell’intervista e quelle foto nascono dall’esigenza politica di conciliare maternità e carriera.
In quell’occasione comunque la giovane Valérie ha modo di conoscere la coppia Royal-Hollande, comincia a frequentarli assiduamente fino a diventare amica di entrambi e poi amante di lui. Ma è Royal infine a cacciare di casa Hollande, che non sapeva decidersi: resterà sempre una presenza ingombrante, perché Hollande in più occasioni mostra di non averla dimenticata.
È così che Valérie Trierweiler sviluppa una vera ossessione per Royal: in altre situazioni sarebbe un dato psicologico privato, ma ha conseguenze sulla condotta politica, pubblica, di Hollande. Per rassicurarla e placare la sua gelosia, nell’ottobre 2007 Hollande ufficializza la nuova relazione con Trierweiler rilasciando una sorprendente intervista al settimanale di gossip Gala , dal titolo «Valérie è la donna della mia vita». Un passo falso che risulterà poi fatale, oggi che il presidente finge di inorridire per la violazione della privacy commessa da Closer .
E poi il comizio di Nantes, quando mezzo apparato del partito agli ordini di Trierweiler sposta mille volte gli orari per non fare incontrare Hollande e Royal; l’ingiunzione di Trierweiler — «Adesso baciami sulla bocca» — vista da tutta la Francia in diretta tv a Hollande che ha appena baciato sulla guancia Royal, sul palco della festa per la vittoria, fino al famoso tweet di Trierweiler che un anno e mezzo fa è costato al presidente la prima figuraccia internazionale. Tutto per Ségolène.
Ora Valérie Trierweiler è in ospedale, dopo avere visto le foto della relazione tra Hollande e l’attrice Julie Gayet. Figlia del grande medico Brice Gayet, militante socialista, Julie si accosta al partito durante la campagna elettorale del 2007, quando Royal si fa sconfiggere — con onore — da Sarkozy. E chi introduce la ragazza nell’entourage di Hollande, segretario del partito e futuro presidente? Sempre lei, Ségolène. Che oggi dedica allo scandalo dell’Eliseo poche parole, di perfida eleganza: «È il momento di voltare pagina».