Anais Ginori, La Repubblica 14/1/2014, 14 gennaio 2014
TUTTI I MISTERI DI RUE DU CIRQUE DALLA MAFIA CORSA AI SERVIZI SEGRETI SULL’ALCOVA L’OMBRA DELLA TRAPPOLA
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI — «Non ho niente da dire, il contratto d’affitto di quell’appartamento non è a nome mio, e sono pronto a querelare chi continuerà a tirarmi in ballo». Clic. Michel Ferracci tronca la telefonata. Protagonista della serie televisiva Mafiosa, l’attore è stato condannato a 18 mesi di carcere con condizionale nel processo per la bisca di lusso “Cercle Wagram”, collegata alla gang corsa Brise de Mer. «Sono solo un attore, non un delinquente» aggiunge Ferracci, il cui nome è sul cassetta della posta e sull’utenza telefonica del 20 rue du Cirque, l’alcova usata da François Hollande e Julie Gayet.
L’appartamento risulta intestato all’ex moglie di Ferracci, Emmanuelle Hauck, amica e collega di Gayet. La coppia si è separata sei anni fa. Hauck si è poi risposata con François Masini, personaggio noto nella criminalità corsa, ucciso nel maggio scorso durante un regolamento di conti. Hauck è anche amica della vedova Richard Casanova, fondatore di Brise de Mer. Per smentire la svolta noir della love story presidenziale è dovuto intervenire ieri l’ex marito di Gayet, lo scrittore e sceneggiatore Santiago Amigorena. «Gayet — ha detto — non ha alcun legame con la criminalità organizzata corsa».
Sono soltanto coincidenze, per quanto spiacevoli, giurano all’Eliseo. Come minimo, il presidente ha peccato d’ingenuità, fidandosi delle amicizie della sua nuova fiamma. È solo uno dei tanti misteri intorno alla casa di rue du Cirque, 100 metri quadrati al quarto piano di un elegante palazzo. Un’alcova strategica, a cento metri dall’Eliseo, che secondo Valeur Actuelles sarebbe stata frequentata in passato anche dall’ex presidente Jacques Chirac. Il settimanale di destra ha tirato in ballo uno dei «nomi grossi del Cac 40», l’indice borsistico francese. Secondo alcuni media si tratterebbe del magnate François Pinault, grande amico di Chirac. A complicare le cose, Pinault, appassionato di arte, è azionista della società di produzione di Gayet, “Amarante International”. Un’altra insinuazione pesante per il “nemico dei padroni”, quel Presidente socialista che aveva promesso di voltare pagina con gli scambi di favori tra politica ed élite economica. Pinault ha inviato una smentita a tutti i giornali, mentre il vero proprietario è uscito ieri allo scoperto. È un ex commerciante, Jean-Pierre Discazeau, 71 anni, oggi pensionato a Biarritz. «Ho abitato in quella casa dal 1962 al 2003» ha raccontato Discazeau. «Non ho mai avuto problemi con la mia inquilina» ha aggiunto a proposito di Emmanuelle Hauck che ha vissuto nell’appartamento con i due figli avuti da Ferracci.
Inseguendo le tesi complottistiche si finisce davanti al portone azzurro dove il 30 dicembre scorso è entrato Hollande indossando il casco. Il palazzo è in uno dei quartieri più sicuri di Francia. Tra l’Eliseo e place Beauvau, sede del ministero dell’Interno. «Da me vengono a prendere il caffè i poliziotti quando finiscono il turno» racconta il padrone del bistrot all’angolo della strada. C’è la più alta densità di forze dell’ordine per metro quadrato. Possibile che il presidente frequentasse segretamente la sua alcova passando davvero inosservato? Nonostante le precauzioni, un giro dell’oca tra macchina presidenziale e scooter per percorrere appena 130 metri, è difficile immaginare che nessuno fosse al corrente delle scappatelle segrete di Hollande.
Mentre non mancano sul web le domande su un presidente con il motorino che lascia incustodita la valigetta nucleare, l’interrogativo più evidente è sulla clamorosa falla nella sicurezza intorno al capo di Stato. «Avrei potuto uccidere tranquillamente il presidente» racconta Sébastien Valiela, il paparazzo che ha firmato il servizio di Closer.
Il fotografo ha affittato un appartamento di fronte al 20 rue du Cirque per fare il suo scoop. «Non c’era praticamente sicurezza» ricorda. Hollande veniva depositato dalla sua guardia del corpo, dopo un semplice controllo della strada e del palazzo. Poi veniva
lasciato solo per la notte, in un condominio chic ma non per questo al riparo da rischi. «La sicurezza del presidente non è mai stata minacciata» ha risposto a Le Monde il ministro dell’Interno, Manuel Valls, uomo più popolare del governo e al centro di altre insinuazioni su una “trappola al miele” tesa a Hollande. Il Gspr (groupe de sécurité de la la Présidence de la République) è autonomo dal ministero, ha ricordato Valls. Ma intanto l’attuale dirigente del Gspr, Sophie Hatt, è già stata convocata a place Beauvau per dare conto dell’accaduto. Forse sarà lei la prima a pagare a in questa storia ancora tutta da chiarire.