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 2014  gennaio 14 Martedì calendario

OSCARLANDIA, IMPERO DI SINISTRA CON LEGAMI DA BARI A GENOVA


Oscarlandia ha piantato bandierine in tutta Italia. In particolare, però, nelle città guidate dal centro-sinistra. Per esempio Oscar Farinetti ha appena acquistato l’ex teatro Smeraldo di Milanodove con 30 milioni aprirà un’Eataly con tanto di palcoscenico, incredibile volano in vista di Expo 2015, dove allestirà 20 ristoranti e altrettante cucine regionali. C’è da giurare che il sindaco di Sel Giuliano Pisapia non metterà i bastoni tra le ruote a tanto genio imprenditoriale. A Piacenza, città retta sino a pochi mesi fa dal renzianissimo sindaco Roberto Reggi e ora dal suo delfino Paolo Dosi, Farinetti ha ottenuto l’area della vecchia Cavallerizza, «a un buon prezzo» giura lui. A Bologna, invece, ha in progetto la Disneyworld del cibo, o meglio Fico, Fabbrica italiana contadina, acronimo che si attaglia perfettamente all’amico Matteo Renzi. Qui l’inve - stimento è di 100 milioni di euro e, anche se per ora il nostro Oscar ha investito solo un milioncino, sarà lui a guidare il drappello di cooperative, banche e imprenditori più o meno rossi impegnati nell’im - presa. In fondo Farinetti al capoluogo felsineo ha già dedicato una serenata: «Bologna è il luogo ideale per Fico e non perché da comunista mi trovo meglio con gli ex comunisti». Ovunque arrivi Oscar, suscita dibattiti. Lo accusano di percorrere corsie preferenziali. Come aTorino, ma anche a Genova,dove è approdato nel Porto antico. Per lui il consiglio regionale ha abolito un divieto di aprire nel centro storico negozi di alimentari più ampi di 150 metri quadrati. Marco Melgrati del Pdl protestò contro le «norme ad personam, anzi “ad Coop”. Credo che se la proposta fosse arrivata da Esselunga, e non da Eataly - il cui 40% è di Coop - l’accoglienza sarebbe stata diversa. Non è stata fatta un’offerta pubblica, alla faccia del libero mercato e degli operatori e ristoratori già presenti al Porto Antico. Se in Liguria apriranno nuovi poli chiedo che abbiano le stesse deroghesuiparcheggiottenute da Eataly». Ilgovernatore Claudio Burlando ribattè: «Abbiamo bisogno di Eataly come il pane». Quest’anno, a Bari, si sono registrate le stesse polemiche, visto che Farinetti & soci hanno potuto aprire grazie a licenze (temporanee) ottenute last minute, che hanno fatto arrabbiare più d’uno. Un sentimento così sintetizzato dal senatore grillino Lello Ciampolillo: «Il signor Farinetti, con l’arroganza tipica di chi pensa di poter venire al Sud a dettare legge con la forza del proprio ammirevole fatturato, riesce anche a lamentarsi dell’incredibile trattamento di favore riservatogli dai suoi amici “neorenziani” Michele Emiliano (sindaco di Bari ndr) e Nichi Vendola (governatore della regione). Farinetti infatti dimentica di aver ricevuto in poche ore ciò che i poveri imprenditori locali sono soliti avere dopo qualche mese».
G. A.