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 2014  gennaio 14 Martedì calendario

Pensioni d’oro o di nickel? A conti fatti, se il ricalcolo si facesse con il contributivo, scopriremmo che le pensioni basse, fino ai 1000 euro, sono spesso sovradimensionate, mentre quelle più alte, per esempio di 4000 al mese, dovrebbero addirittura alzarsi

Pensioni d’oro o di nickel? A conti fatti, se il ricalcolo si facesse con il contributivo, scopriremmo che le pensioni basse, fino ai 1000 euro, sono spesso sovradimensionate, mentre quelle più alte, per esempio di 4000 al mese, dovrebbero addirittura alzarsi. Chi dice che i giovani avranno pensioni da fame, o nessuna pensione, non dice il vero. Ma soprattutto dimentica che la chiave di tutto è il lavoro di oggi - poco, intermittente, mal retribuito - non le pensioni di ieri. di Marco Volpati – www.affaritaliani.it (13/1/2014) - Sulla previdenza si fa moltissima propaganda, ma alla fine non si conclude nulla. A Montecitorio si è parlato delle “pensioni d’oro” senza concludere nulla: Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni ha proposto una mozione che non è passata, i Grillini sono andati per conto loro, il PD e la maggioranza di governo da un’altra parte ancora. Nessuno che esca dalla demagogia e voglia distinguere tra le vere pensioni d’oro – non coperte da versamenti e nate da privilegi politici e regali sontuosi a burocrati e amici – e le pensioni normali, frutto dell’accumulo mese per mese di contributi sulle retribuzioni. Non oro, ma nickel. E’ un’illusione anche l’idea del “ricalcolo” delle pensioni liquidate fino a qualche anno fa con il sistema retributivo, più generoso – si afferma – di quello attuale che è “contributivo”, e si basa sul principio “riceverai una pensione in rapporto a quello che hai versato nel corso della tua vita lavorativa”. A conti fatti, se il ricalcolo si facesse, scopriremmo che le pensioni basse, fino ai 1000 euro, sono spesso sovradimensionate, mentre quelle più alte, per esempio di 4000 al mese, dovrebbero addirittura alzarsi. Com’è possibile? Accade perché con il retributivo gli stipendi bassi erano favoriti: i loro versamenti pesavano per il 2 per cento all’anno; quelli alti, al contrario, venivano depotenziati (0,9%). In sostanza la solidarietà era già inclusa nella quantificazione delle pensioni. Dunque il ricalcolo non porterebbe nessun recupero. Chi dice che i giovani avranno pensioni da fame, o nessuna pensione, non dice il vero. Ma soprattutto dimentica che la chiave di tutto è il lavoro di oggi - poco, intermittente, mal retribuito - non le pensioni di ieri. Per svoltare servirebbero sviluppo, crescita, occupazione. Giusto quello che la politica non è capace di promuovere.