Paolo Rodari, la Repubblica 13/1/2014, 13 gennaio 2014
CAPOVILLA: GUARDAVO LA TV, HO SENTITO IL MIO NOME
Domenica mattina. Seduto al suo tavolo da lavoro a Ca’ Maitino (Sotto il Monte, Bergamo), la residenza estiva di Angelo Roncalli prima di divenire Papa, Loris Capovilla, suo ex segretario, mangia un boccone, la tv accesa sull’Angelus, quando sente Francesco scandire il suo nome.
Capovilla, cardinale a 98 anni.
«Non ne sapevo nulla. Quando ho sentito il Papa che diceva “Loris...”, sono rimasto allibito. Persone amiche avevano sentito voci sul mio conto. E credevano che per riservatezza io non parlassi, come se volessi custodire un segreto ».
Però mesi fa, la sera del lunedì dell’Angelo, l’ha chiamata al telefono.
«Mi disse che conosceva tutte le opere di papa Giovanni. E anche molti miei scritti. Gli ho mandato per posta “Pur che l’alba nasca”, un colloquio con Giovanni XXIII in cui descrivo come era stargli accanto».
Un Papa venuto dalla terra, dal popolo, come Francesco.
«Un Papa con i segni caratteristici delle buone famiglie bergamasche; il volto aperto, il sorriso incoraggiante, la parola cordiale, i gesti quasi istintivi».
Pensa a lui in queste ore?
«Sempre, ma anche all’ultimo cardinale bergamasco Gustavo Testa. Dotto, umanista, riservato. Portato agli studi. Quando Roncalli salì al soglio di Pietro gli scrissi: “Il Papa l’aspetta”. Mandò in Vaticano il suo stemma, lo scudo vuoto e dentro una scritta in rosso: “Sola gratia tua”, per tuo dono. Un’anomalia araldica nella quale mi rivedo».
Ma lei non è di Bergamo.
«Sono veneto, ma bergamasco d’adozione. E anch’io dico, “Sola gratia tua”».
Roncalli innovò la Chiesa aprendo il Concilio. Francesco l’ha fatta cardinale perché vede in lei la stessa sensibilità?
«Non interpreto le sue scelte. Dico solo che la Chiesa oggi è migliore di allora, indietro non si torna. Serve spirito missionario ed ecumenico. E poi non amo parlare di conservatori e innovatori. Io, ad esempio, cosa sarei? Un conservatore perché tengo alla tradizione e un innovatore perché guardo sempre avanti?»
Francesco promuove i pastori e non i carrieristi.
«Carrieristi è un termine che non voglio usare. Anche perché ogni uomo è perfettibile e redimibile. Di certo Francesco vuole preti che mettano al primo posto la preghiera e la gioia del Vangelo».
“Gaudet Mater Ecclesia”, disse papa Giovanni aprendo il Concilio.
«“Ed Evangelii Gaudium” dice Francesco. La strada è la medesima. Il Concilio sorse come un giorno fulgente di luce splendidissima. Era appena l’aurora. E oggi, come allora, “tantum aurora est!”. È la prima ora dell’evangelizzazione. E Dio concede anche a me di viverla ».