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 2014  gennaio 13 Lunedì calendario

CLAUDIO SANTAMARIA


C’è chi chiede la foto per la fidanzata, poi ci sono le foto ricordo in coppia, di gruppo. Claudio Santamaria lascia la pizza nel piatto e non dice mai di no, ma è intimidito. «Queste cose fanno piacere, ma mi mettono sempre in imbarazzo… Che ci faranno poi con le foto? ». Quarant’anni a luglio «i capelli bianchi già ce li ho, non voglio cominciare a pormi il problema se festeggiarli o no», l’attore è protagonista della stagione. Girerà il nuovo film di Ermanno Olmi 14-18, dedicato alla Prima guerra mondiale, che s’inserisce nelle celebrazioni del centenario, è protagonista di Non è mai troppo tardi di Giacomo Campiotti, fiction di RaiUno in cui interpreta il maestro Manzi (in onda a fine febbraio per festeggiare i 60 anni della tv) e a primavera uscirà Il venditore di medicine di Antonio Morabito.
Olmi torna sul set in questi giorni per ricostruire la Grande Guerra, partendo dalle storie di chi andava a recuperare le bombe dopo il conflitto, “i recuperanti”: la sceneggiatura parte dai ricordi di Toni Matto, un pastore che era anche una guida per i soldati. Santamaria interpreta un ufficiale.
Com’è stato l’incontro col regista?
«Emozionante e molto bello dal punto di vista umano. Alla fine ci siamo abbracciati. La guerra è fatta dalla storia degli uomini che l’hanno combattuta e sono morti sulle montagne. Olmi è un maestro, è un onore lavorare con lui; il suo cinema è poetico e potente, parla a tutti».
Cosa le piace del cinema di Olmi?
«Riesce a rendere ogni piccola storia un evento, ha una cura dei dettagli rara: dà importanza a ogni particolare. Ha una sensibilità speciale. Il mestiere delle armi è scolpito nella mia memoria, è un film meraviglioso».
In tv sarà il maestro Manzi, come si è avvicinato al ruolo?
«Ero consapevole della responsabilità, in diversi punti della sceneggiatura mi sono anche commosso: Manzi voleva una società migliore, cercava di dare dignità alle persone attraverso il sapere, sognava una scuola che insegnasse a diventare cittadini. Oggi tutto questo è sparito. Mi sono documentato ma non ho fatto un lavoro d’imitazione, ho cercato di restituire l’umanità. Manzi aveva grande rispetto per chi lo guardava. Oggi il rispetto si è perso».
Guarda la tv?
«Non per fare lo snob, ma poco. Anche perché non ho il televisore. Quello che m’interessa lo guardo su Internet, in streaming. Però certe serie le ho seguite tutte da Breaking bada Twin Peaks: non c’è una parola sprecata».
Cos’ha imparato di se stesso facendo l’attore?
«Ogni carriera artistica va di pari passo con i cambiamenti personali, quando mi rivedo capisco com’ero in quel momento della vita. Qualche sicurezza in più ce l’ho, ma sono un perfezionista, cerco i difetti: ho più dubbi che certezze».
Il venditore di medicine denuncia lo scandalo delle case farmaceutiche: che idea si è fatto?
«Che è un ambiente corrotto, vincono gli interessi dei più forti. Interpreto un informatore farmaceutico, vittima e carnefice, un rampante disposto a tutto per il successo che finisce per distruggere la sua vita».
È stato in prima linea contro i tagli alla cultura, segue la politica?
«Mi sono stancato delle parole, aspetto cambiamenti concreti. Chi ci governa è lontano dalla democrazia. Fanno tutto tra loro e mettono tutto a posto, mi sembra Paura e delirio a Las Vegas».
Il cinema a volte è una via di fuga?
«Qualche volta sì. Mi piacerebbe fare una commedia».
Se dovesse riassumere le svolte della sua carriera?
«Quando Marco Risi mi ha scelto per L’ultimo Capodanno, sicuramente. A teatro, quindici anni fa, quando ho interpretato L’anello di Erode di Furio Andreotti. La prima candidatura ai David con L’ultimo bacio di Muccino, il ruolo di Rino Gaetano in tv: venivo da un periodo difficile, odiavo la mia professione. Quel ruolo mi ha dato fiducia e mi ha aperto alla musica».
Una passione trasformata in lavoro, ha fatto anche vari tour.
«La musica mi fa stare bene. Ho cantato con la PFM a Sanremo e sarà che il teatro è piccolo e non sentivo lo stress della gara, non ho provato l’emozione pazzesca che immaginavo. Stavo bene sul palco, anche se resto una persona timida ».
Ma se la considerano un sex symbol…
«Ecco, mi fa venire i brividi solo sentirlo dire. Uno degli uomini più belli del mondo è Sean Connery. Siamo seri, posso essere un sex symbol io?».