Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  gennaio 12 Domenica calendario

L’EROE SOLITARIO NELL’ITALIA BUIA STEREOTIPO DI MOLTA STAMPA ESTERA


Il Financial Times di ieri ha pubblicato un articolo interessante dell’autorevole e bravissimo editorialista John Lloyd. Titolo: «The mayor vs the Mafia» (Il sindaco contro la Mafia). È un reportage-intervista con Elisabetta Tripodi, la coraggiosa prima cittadina di Rosarno che si è messa di traverso al potere politico-economico delle cosche criminali e che rischia la vita nella lotta alla ‘ndrangheta.
È certamente motivo di orgoglio per l’Italia, in un periodo di smarrimento etico e morale, che uomini e donne in prima linea sul fronte del riscatto civile abbiano voce anche sulle più autorevoli testate internazionali. Sintomo che questo Paese, scosso dalle derive di corruzione e di delinquenza, purtroppo per tanto tempo piegato dall’assuefazione al peggio, ha le risorse umane e morali per ritrovare trasparenza amministrativa, determinazione e slancio nell’emarginare i prepotenti, i ruffiani e gli «ominicchi» di cosiddetto onore, nonché i loro spalleggiatori nascosti.
Elisabetta Tripodi è il simbolo virtuoso di un cammino difficile. Ma non è l’unico. C’è una diffusa consapevolezza che la caduta verso l’abisso va fermata, che l’apatia impedisce lo sviluppo e offre ossigeno ai mafiosi. L’Italia sta cambiando. Ed è proprio ciò che i mass media stranieri più importanti (compreso il Financial Times ) faticano a vedere. Prevale sempre uno stereotipo che è quello dei pochi eroi contro tutti, in una Italia dominata dalla illegalità e dai silenzi.
Non è così. Ci sono state lezioni del passato che ci hanno aperto gli occhi: gli eroi non sono pochi e non sono isolati, gli eroi sono i milioni di italiani che resistono, che si battono per la giustizia, per il lavoro, per l’impresa, per la scienza, per la cultura, per l’arte. Dipingere l’Italia dei pochi eroi è suggestivo. Però incompleto. L’Italia è piena di eroi silenziosi. E dimenticarsene non è giusto: sarebbe come dire che Londra è dominata dalle mele marce, dai banchieri mascalzoni e dei parlamentari disonesti (le note spese gonfiate), che a salvarsi è una esclusiva e ristretta cerchia di onesti. Una follia pensarlo. E non è vero. Sia nel Regno Unito. Sia in Italia.