Mario Ajello, il Messaggero 13/1/2014, 13 gennaio 2014
NUNZIA E FRANCESCO, QUANDO LA COPPIA FINISCE TRAVOLTA DAL CAOS LARGHE INTESE
LA STORIA
ROMA Erano diventati la metafora perfetta dello spirito con cui sarebbe dovuta nascere la Terza Repubblica e con cui, nel frattempo, poteva procedere senza troppi scossoni - prima della bufera sannita - il governo delle larghe intese. Ma la favola della coppia bipartisan De Girolamo-Boccia s’è bruscamente interrotta. Non a livello personale e familiare, per fortuna, ma certamente a livello politico e nazionale. Così come avevano allora anticipato i tempi della pacificazione, quando si misero insieme nel 2009 per poi sposarsi due anni più tardi, adesso Nunzia l’alfanea e Francesco il (contraddizione in termini?) lettian-renziano rischiano di diventare l’icona della crisi dell’attuale maggioranza nella quale i democrat di lui sono tentati dal volere la testa di lei. E sai che discussioni in queste ore in famiglia, anche se entrambi hanno sempre detto: «Cerchiamo di parlare il meno possibile di politica», anche perchè la figlioletta Gea s’annoierebbe a sentire i genitori che litigano su modello spagnolo o doppio turno di coalizione. Ma come si fa, a cena a casa De Girolamo-Boccia, mentre la mamma di lei bada alla bimba, a non parlare della storia della Asl di Benevento, dello zio, del bar, dei frati del Fatebenefratelli? Su Twitter c’è il fake del leader del Pd, ossia Renzo Mattei, ironizza: «La De Girolamo ha assunto ex fidanzati al ministero dell’agricoltura, Boccia la fa seguire da un F 35». Ma forse, politicamente, è più rilevante quest’altro cinguettio, ritwittato da Stefano Bonaccini, pezzo forte ex bersaniano della segreteria di Renzi: «Ma se ci leviamo dalle scatole la De Girolamo, possiamo salutare anche quel simpaticone di Boccia?».
IL CORTOCIRCUITO
Se Berlusconi - assicura Nunzia - quando gli venne detto che lei amava Francesco («Ma chi, il comunista?») sorrise bonariamente, Fabrizio Cicchitto invece, ora alfaneo come Nunzia e in prima linea nella difesa della ministra dalla «barbarie giustizialista delle intercettazioni», reagì con uno spazientito e incredulo: «Bah!». Aveva già capito tutto? Sapeva che prima o poi, tra il cuore e la politica, sarebbe potuto accadere il cortocircuito o comunque i piani si sarebbero intersecati troppo, fino a procurare pasticci?
I democrat in queste ore sono in imbarazzo. A colpi di dubbi così: «E chi lo va a dire ora a Francesco che potremmo dimissionare Nunzia?». Sarebbe come invitarlo a cancellare dai suoi occhi quella bella immagine che Boccia ancora si porta dentro: il giuramento di lei da ministra nel salone del Colle e lui, tra la folla, a godersi la scena e l’orgoglio per il risultato raggiunto dalla consorte. Intanto i dem cercano di non attaccare Nunzia. Non sanno bene come comportarsi. Osservano i media della sinistra che infieriscono su di lei. Aspettano gli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria. E si chiedono: passare all’assalto con il rischio di mettere a rischio Letta - che è il mentore di Boccia e amicissimo di Nunzia - ma con la semi-certezza di fare un favore a Renzi il quale non stravede per il governo in carica?
Intanto il cortocircuito sentimental-politico riguarda, più in piccolo, un’altra questione. Se Boccia è il deputato e presidente di commissione Bilancio tra i promotori della Google Tax, Nunzia è graditissima ospite dei convegni del colosso americano. Ma questa divaricazione è, appunto, quasi niente. E’ la questione generale quella che conta. Nunzia e Francesco si sono sposati il 23 dicembre 2011 ma si sarebbero voluti sposare l’8 settembre, il giorno dell’armistizio più drammatico della nostra storia. «A testimonianza - spiegò lui - del bisogno di pacificazione che vorremmo rappresentare». Dentro alle mura domestiche la pacificazione resiste, ma fuori no.
Mario Ajello