Dario Cresto-Dina, La Repubblica 12/1/2014, 12 gennaio 2014
MAURIZIO MILANI
Maurizio Milani passa e va, ha un’idiosincrasia per gli appuntamenti, se sei fortunato lo incroci mentre sta scivolando via. Viaggia poco, «anche perché costa» e non usa le mail, è un revisionista della comunicazione nostalgico di posta e fax. Scrive a mano, parole larghe e sghembe. È un comico di strada e dei comici possiede l’infelicità. È uno scrittore perché ha scritto qualche libro, e chi non l’ha fatto?, l’ultimo si intitola Uomini che piangono per niente e, dice, «non va mica tanto bene». Il libro, non l’attitudine al pianto. È un inventore di vite. Surreali, irriverenti, politicamente scorrette, sporche, storte, incompiute, in bilico sulla realtà. Ne prenderemmo in prestito qualcuna se avessimo il coraggio di uscire dai nostri cieli grigi: il falso nomade, il suonatore di narici di cani, il capo dei servizi segreti dei masai, l’uomo bauxite, il capitano di baleniere, il grande obeso, il custode di pala eolica. Sopra tutte c’è la sua: Innamorato fisso, che poi è anche il titolo della rubrica quotidiana sul Foglio.
«Avevo fatto un’intervista alla Radio Svizzera, la giornalista era Maria Rosa Mancuso. Le ho fatto credere di essere innamorato di lei, che poi è vero. La Mancuso lo ha detto a Luigi Manconi, Manconi l’ha detto a mio zio Adriano Galliani, poi ho perso il filo dei contatti. Ho iniziato la rubrica il primo agosto 2006. Guadagno puliti 700 euro al mese. Tante volte negli ultimi tempi gli mando dei pezzi fatti anni fa». Ci siamo parlati, scritti — rigorosamente attraverso Poste Italiane — telefonati e quando si è trattato di riordinare le idee le domande sono diventate oggetti estranei precipitati nel suo geniale hellzapoppin. Tanto valeva farne a meno.
«La prima cosa che ho fatto è stata cambiarmi il nome: da Carlo Barcellesi a Maurizio Milani. Facendo il cretino nei locali notturni a Milano mi dispiaceva usare il cognome vero, avrei coinvolto i parenti tutti laureati. Da bambino volevo fare il cantante lirico, però non sapevo a chi chiedere. Andai a suonare il citofono al teatro Regio di Parma. Era il 1973. Il custode disse che per cantare l’opera bisognava essere iscritti a un sindacato. A quel punto mi sono iscritto. Però non è bastato, infatti cantavo non male ma malissimo. Ero il bambino che cantava peggio di tutta la provincia di Milano. Cercai di andare a Bravo Bravissimo, sagra dei bambini prodigio in tv. Anche qui fui avviato alla scuola di panetteria. Ho fatto fino alla Maturità, conseguita nel 1981 all’Istituto tecnico agrario di Codogno: 38 sessantesimi. La terza media l’ho fatta serale alla Camera del lavoro di Piacenza. Le elementari, dopo essere stato bocciato diverse volte, le ho finite alle scuole differenziali. In classe con me alle elementari avevo un compagno che aveva dei malori, saltava per terra in aula e si vantava di essere sterile. Le bambine si innamoravano di lui e lo chiedevano in sposo. I professori erano tutti interisti. In chimica avevo Renato Mannheimer... poi l’ho rivisto a fare i sondaggi a Porta a Porta.
Sono stato contento.
La prima volta che mi sono baciato è stato allo Zelig nel 1986. Lei era poverissima. Ci siamo visti solo una volta. Ieri l’ho chiamata per dirle: Paola, sono ancora innamorato di te. Lei mi ha risposto: benissimo, poi ti faccio sapere con calma. Anche da soli è impossibile annoiarsi dove abito. Abbiamo 150 chilometri di piste ciclabili per andare in bici a Piacenza e Cremona. In estate siamo vicinissimi alle valli del Trebbia e del Nure, i due torrenti più belli d’Europa. A Codogno c’è il piatto più tipico della Lombardia, la Raspadüra, c’è dentro il grana e un sacco d’altra roba.
Ho esordito a un programma televisivo di Canale 5, era l’estate del 1987. Il programma si chiamava Tu come noi, era condotto da Pippo Baudo. Nel caso, è inutile che cerchi negli archivi anche perché abbiamo fatto il provino in 180mila e ne hanno presi due. Io non ero tra quelli, giustamente... non facendo ridere. Sono un ragazzo che non ha una sua personalità. Per cui faccio tutto quello che vedo in tv. Questo fino a che gli altri, il Pd, non avranno capito che è la televisione che fa la differenza. Adesso in tv vedo molto Lilli Gruber. Penso di votarla se entra in Forza Italia. Sì, sono stato filo-Berlusconi. Scusami, ma tu hai mai visto un regime i cui oppositori sono diventati ricchi durante il regime? Non come esuli all’estero. No, sono diventati ricchi stando in patria. E prima del regime erano poveri. Io che ero favorevole al regime sono rimasto povero. Però sono passati vent’anni, a questo punto mi sono convertito, voto Italia dei Valori. Mi sono convinto dopo aver visto una puntata di Report.
Non sono stato tradito dalla sinistra, dalla Rai e da Fabio Fazio. Direi che ho tradito io loro. Mi spiego, mi sono innamorato di un’impiegata della redazione. Lei mi ricambiava sì e no. Come pegno d’amore le ho detto: faccio il pentito del cabaret. Comunque un po’di spazio in più a Che tempo che fa me lo potevano dare. Invece solo due minutini nell’anteprima. Adesso vedi che nell’anteprima lasciano venti minuti all’astrofisica, bellissima, per parlare di pulsar e doppie pulsar. Volevo giocare anch’io un po’ a pallone. Anche se il pallone era loro. Sono l’unico comico fallito di Zelig.
Perché? Semplice, perché non facevo ridere. È chiaro che poi come scusa uno dice: non lavoro perché non sono comunista. Rispondeva Zelig: certo, bisogna essere comunista, però anche un po’ far ridere. Rispondevo io: e se uno fa ridere e non è comunista? Rispondeva Zelig: torni quand’è comunista. Vabbè, sono un piangina. Mi sono sempre lamentato di tutto. Dall’anidride carbonica al taglio delle foreste amazzoniche al fatto che al Polo Nord ci sono sempre meno squali balena a causa del global warming.
Avrei fatto meglio a farmi prete. Come ragazzo ho iniziato ad andare a prete a dieci anni. Adesso non sono ancora riuscito a dare tutti gli esami. La vocazione ce l’ho, per cui chiederò alla Conferenza episcopale di fare una sanatoria. Tutti gli alunni dei seminari che sono stati poco bravi a scuola possono diventare buoni sacerdoti. Voglio essere ordinato prete anche se non so il latino. A parte gli scherzi, sono cattolico praticante. Insomma, così e così. Sono molto devoto a Santa Francesca Cabrini e a San Giovanni Bosco. Seguo con particolare interesse le vicende di Medjugorje e quando sono stato in difficoltà l’ascolto di Radio Maria mi è stato di tanto conforto. Non sono sposato e non ho figli. Non mi sono mai sposato perché ho sempre la speranza di entrare nei quadri regionali della Dc. Vorrei sposare l’impiegata che è in redazione a Che tempo che fa, ma lei non vuole. Dice che ragiono da deficiente anche quando scrivo lettere d’amore a Marina Abramovic. Vivo in casa da solo con il gatto, anzi la gatta. Ha ventitré anni ma ne dimostra diciannove.
La satira non esiste. Esiste chi fa il cretino per far innamorare le impiegate della sua banca. Loro sanno che comunque sei un imbecille e non ti vogliono come moroso. Fanno bene. Come falso nomade mi piace bere davanti al Comune di Varese e chiedere se posso essere assunto come educatore e fare i corsi di teatro ai grandi obesi con i fondi comunitari. Non ho hobby. Di professione faccio il ruffiano senza scopo di lucro. Mi piace. L’ho sempre fatto anche sul posto di lavoro, andavo a fare la spia al padrone.
Scrivo libri, ne ho letto persino qualcuno.
I Promessi Sposi, Come trattare gli altri e farseli amici di Dale Carnegie, Il Settimo papiro di Wilbur Smith, sì, questo è un libro che mi ha formato molto. Ti insegna come sbarrare il fiume Zambesi senza chiedere il permesso alle autorità che il permesso non te lo danno fisso. Tanti si chiedono: ma perché sbarrare il fiume Zambesi? La risposta è: per fare un dispetto a Carlin Petrini e Greenpeace. Leggo Clive Cussler, sempre lo stesso libro: Tempesta al Polo.
Che poi sono tutte balle, i ghiacciai sono più belli di prima.
Sono pieno di desideri, altroché. Spero che non chiudano l’ospedale di Codogno. Spero che diventiamo gli Stati Uniti d’Europa con presidente Gabriele Albertini, già sindaco di Milano. È l’unico politico che sul tram tutti ne parlano bene. Per quanto riguarda la legge elettorale sono favorevole al doppio turno alla Boscimani. Il candidato che al primo turno non raggiunge il 50 per cento viene arrestato e con lui vengono mandati al confino tutti quelli del suo comitato elettorale. Al secondo turno chi viene al seggio per chiedere: scusi, si può votare per il ballottaggio? viene arrestato.
Alla fine i votanti passano dall’85 per cento degli aventi diritto al 2. Questi vengono assunti come figuranti nel pubblico dei talk show con un compenso di 750 euro al mese. Sono contento che è tornata la mia amata Dc, speriamo mi dia una casa popolare senza averne diritto, produco una documentazione falsa.
Nella professione ho molti amici anche se ho il vizio di chiedere soldi in prestito a tutti. Sono amico con Antonio Cornacchione a cui devo 36mila euro, con Gianni Fantoni a cui devo 130mila euro e con il dj Albertino a cui devo 500mila euro. Dimenticavo Paolo Rossi e Bebo Storti, dai quali ho imparato a stare sul palco, infatti non ci sto mai. Anche Gian Piero Solari e Gino e Michele e Giancarlo dello Zelig a cui devo 800mila euro. Non sono povero, ma solo perché i miei genitori qualcosa mi hanno lasciato. Siamo sui 200 milioni di euro.
Il mio principale rimpianto è che ho fatto domanda alla Nasa ma non sono stato preso. Da lì mi è venuta la depressione, che poi non è neanche quello, ma è non aver proprio voglia di lavorare. Volevo essere assunto in qualità di responsabile del progetto Seti, la ricerca di intelligenze extraterrestri. Il problema è dove puntare i radio telescopi. La felicità esiste fissa. Esiste a Roswell dove nel 1947 ci fu un Ufo-crash certificato. Tutti gli anni quando visito il museo degli Ufo sono contento. Mi piace vedere anche la gare di body building.
Sai, oggi mi sento un po’ come Hubner, il centravanti del Brescia anni Novanta. È come se lo chiami adesso che ha quaranta anni a giocare in Nazionale. A me, che ne ho cinquantaquattro, chiamano quelli di Raitre: vieni una puntata? Io rispondo: adesso? Adesso non sono in forma, ho avuto le delusioni d’amore. Dovevate farmi giocare quando ero lì, sono stato lì sei o sette anni. Comunque grazie, si fa per dire. Non ho paura della morte. E... insomma, non è che adesso che mi ci fai pensare stappo un bottiglione di vino rigorosamente proveniente da vitigni Ogm. Però so già che cosa farò scrivere sulla mia tomba: Cercò di fidanzarsi con Jennifer Lopez ma non ci riuscì perché lei era in Florida e lui alle 5 voleva andare a letto».