Al.Sc., Il Fatto Quotidiano 13/1/2014, 13 gennaio 2014
DUE CERTIFICATI E HAI IL REVOLVER NELLA FONDINA
Sono quasi 54 mila le licenze di porto d’armi rilasciate dai prefetti alle guardie giurate in Italia. La maggior parte (53.316) permettono la detenzione e il trasporto di armi corte, cioè le pistole, cui si aggiungano altri 474 permessi per i fucili (usati solo dai vigilantes impegnati nel trasporto valori). Il dato, fornito dalla Polizia di Stato, fa impressione se raffrontato al numero di porto d’armi rilasciati per difesa personale: 23mila, meno della metà rispetto a quelli rilasciati alle guardie giurate. Il porto d’armi per guardie giurate dura sei anni (mentre quello per difesa personale va rinnovato ogni 12 mesi) e per ottenerlo è sufficiente presentare il certificato penale dei carichi pendenti e sottoporsi a una visita medica in cui si accerta che il richiedente abbia una vista di almeno 7/10 e si attesta la sana costituzione fisica.
In pizzeria, al centro commerciale, perfino in ferie: le guardie giurate possono girare armate anche quando fuori dall’orario di servizio e sono autorizzate a custodire in casa fino a tre pistole. Nel 2007, dopo che un ex ufficiale dell’esercito di Guidonia uccise un passante e ne ferì altri otto sparando all’impazzata dal balcone di casa con un fucile da cecchino, l’allora ministro dell’Interno Giuliano Amato provò a modificare i requisiti per l’ottenimento del porto d’armi, inserendo anche degli accertamenti sull’idoneità psichica. Il Parlamento però non ha mai convertito la proposta in legge. Nemmeno una successiva proposta che prevedeva la sospensione del porto d’armi per le persone affette da malattie psichiatriche è mai stato convertito in legge. Quando una guardia giurata riceve un’offerta di lavoro, deve richiedere la licenza per le armi, il decreto di autorizzazione a svolgere la professione e procurarsi una pistola. Il costo totale tra documenti e arma va dagli 800 ai 1000 euro, tutti a carico del vigilante. In caso di licenziamento o cessazione del rapporto, porto d’armi e decreto (l’abilitazione alla professione) vengono sospesi, ma l’arma resta in possesso della guardia giurata. “Ci sono migliaia di ragazzi che fanno questo lavoro per pochi mesi, magari per sostituire i colleghi in ferie. Alla fine del contratto non trovano lavoro e si mettono a fare qualcos’altro. L’arma che hanno acquistato rimane però nelle loro case”, spiega Roberto Pau dell’associazione Anggi. Le licenze per il possesso e il trasporto di armi da fuoco sono 1.114 mila, di cui 697 mila per caccia e 373 mila per il tiro al volo. Le armi regolarmente denunciate però sono molte di più: secondo le stime Eurispes intorno ai 10 milioni, una ogni sei cittadini. Questo perché per detenere una pistola non è necessario il porto d’armi (che consente l’uso e il trasporto), ma è sufficiente una licenza per la detenzione. Ogni titolare della licenza può custodire 3 pistole, 6 armi sportive, 8 armi antiche e un numero illimitato di fucili da caccia. Nonostante la diffusione di armi da fuoco sia in aumento, nel 2012 il numero di omicidi è stato il più basso degli ultimi 40 anni. La metà sono stati commessi con armi da fuoco (+ 7% rispetto al 2011). Più alto il numero di suicidi: 3.000 (dati Istat), di cui 500 con armi da fuoco.
Al.Sc.