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 2014  gennaio 12 Domenica calendario

DE BLASIO, PIZZA “SCANDALO” LA MANGIA CON LA FORCHETTA MA NEW YORK LO CONTESTA


NEW YORK — Qui lo hanno battezzato “forchetta-gate”. Il nome non allude a uno scandalo di mangiatoie sui fondi pubblici. Bill de Blasio, da soli 12 giorni sindaco di New York, paga un prezzo per essere italo-americano. Il pizza-gate, com’è più corretto chiamarlo, dovrebbe coprire di vergogna i tabloid che l’hanno inventato. E invece no. Complice l’ignoranza degli americani (il 65% è convinto dall’infanzia che la pizza è stata inventata qui) tocca a lui spiegarsi e discolparsi. Per questa gaffe inaudita: ha usato forchetta e coltello, in pizzeria. Appena sono apparse le foto del neo-sindaco che addenta la pizza dopo averla tagliata con le posate, i tabloid si sono scatenati. Perfino la stampa meno trash c’è cascata. “Disastro”, intitola un magazine locale rispettabile, The New York.
Il Daily News accusa de Blasio di snobismo. Un sindaco democratico e di sinistra, con idee perfino radicali sulle diseguaglianze sociali, è colto in fallo, in flagrante comportamento… élitario, aristocratico? Un blog locale ha aperto un forum tra i lettori per discutere “il primo passo falso” del sindaco. Perfino il gestore della pizzeria, la Goodfellas di Staten Island, ha dato ragione ai suoi detrattori. Il pizzaiolo Scott Costentino, assediato dai reporter per commentare la presunta gaffe del primo cittadino, ha dapprima cercato di minimizzare («beh, forse cercava di sembrare educato»), poi ha promesso che la prossima volta gli spiegheremo noi come si fa». Cioè con le mani. Per frenare l’escalation di polemiche è dovuto intervenire de Blasio in persona. Italo-americano atipico, perché a differenza di molti oriundi ha una perfetta conoscenza del suo paese e della sua lingua, de Blasio si è spiegato con pazienza. «Nella mia terra d’origine — ha detto — è più normale mangiare con la forchetta e il coltello». Quasi a scusarsi, ha aggiunto: «Sì, io in Italia ci torno spesso». Ha precisato che quella fetta di pizza incriminata «aveva parecchi condimenti sopra», quindi a mangiarla con le mani probabilmente la sua camicia avrebbe fatto una brutta fine. Già, perché tra i sintomi di degenerazione da “cibo-spazzatura”, la pizza made in Usa non si accontenta di stravolgere la nostra lingua (“Pepperoni” si scrive con due p, “Bologna” è sinonimo di salame). C’è anche questa ulteriore contaminazione: la pizza deve essere servita stracolma di aggiunte e strati di condimenti, finché raggiunge grassi e calorie superiori a un hamburger.
Ma quando il sindaco “ha osato l’impensabile, afferrando forchetta e coltello” (così scrive il cronista del New York Times) l’indignazione ha raggiunto tali livelli da creare per le reazioni sui social network un’apposita abbreviazione su Twitter, “#forkgate”. E pensare che al predecessore Michael Bloomberg i reporter perdonavano l’abitudine di innaffiare le pizze con abbondanti aggiunte di sale, proprio lui che guidava crociate salutiste. Tuttavia a de Blasio poteva andar peggio.
C’era un’epoca in cui un italo- americano in politica (Mario Cuomo, Geraldine Ferraro) era automaticamente sospetto di legami mafiosi. Una complicità con il galateo di Monsignor Della Casa, è un peccato veniale.