Maurizio Caprino, Il Sole 24 Ore 13/1/2014, 13 gennaio 2014
QUEL «VIZIETTO» REGIONALE DI COMPLICARE IL BOLLO AUTO
Il 26 gennaio di dieci anni fa, in questo stesso spazio, raccontavamo dell’esplosione di regole regionali che aveva reso il bollo auto un vero e proprio ginepraio. Una tassa così complessa da rendere necessaria una legge nazionale - varata, appunto, in quei giorni - per imporre alle Regioni di far pulizia. Oggi "celebriamo" l’anniversario di quella legge (la Finanziaria 2004) constatando che nulla è cambiato. E se una tassa semplice per natura come il bollo auto non è diventata la più complessa di tutte, è solo perché nel frattempo sono arrivati i tributi sulla casa, "governati" da 8.092 Comuni invece che da 20 Regioni.
Regioni che però, quanto a fantasia fiscale, non sembrano seconde a nessuno. Così, per esempio, capita che i toscani debbano pagare il bollo anche se non possono utilizzare il loro veicolo, sottoposto a ganasce fiscali. Ai marchigiani è andata meglio: anche da loro era stata "aggirata" l’esenzione prevista dalla normativa nazionale in caso di fermo amministrativo, ma nel 2012 la Consulta ha dichiarato incostituzionale la relativa legge regionale. Ma ancora: il Lazio ha da poco approvato una legge che lascia la responsabilità del bollo anche a chi perde il possesso del veicolo (per esempio, per furto) e non lo registra al Pra: un passo indietro rispetto a un principio magari discutibile, ma affermato a livello nazionale dal 1998.
Insomma, l’ennesima vicenda di un fisco caotico che con il federalismo non c’entra davvero nulla.