Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  gennaio 12 Domenica calendario

AMICI, EX FIDANZATI, ESPERTI DI CINEMA AL MINISTERO I FEDELISSIMI DI NUNZIA


ROMA — C’è il fidanzato storico e il capo del papà, il suo commercialista e l’amica del cuore. È il cerchio magico di Nunzia De Girolamo: un piccolo esercito di fedelissimi, tutti sanniti doc, che la ministra si porta sempre dietro ovunque vada. Sorta di famiglia allargata solo di recente a presenze non proprio autoctone — colpa del marito piddino, Francesco Boccia — ora trasferita in blocco in Via XX Settembre.
A nulla è servita l’interrogazione dei capigruppo democratici in commissione Agricoltura di Camera e Senato («Basta con la moltiplicazione degli incarichi negli enti e nelle società vigilate dal ministero ») né la censura della medesima commissione a Montecitorio, che ha raccomandato «la valorizzazione del personale interno » e «il contenimento di incarichi e consulenze a soggetti esterni all’amministrazione». Nostra signora del Sannio ha continuato come se nulla fosse a distribuire prebende e poltrone. A cominciare dai più devoti.
In testa alla classifica i due personaggi intercettati nell’estate 2012 a trattare con la ministra gli affari della Asl di Benevento: Luigi Barone e Giacomo Papa. Barone, capo segreteria alle Politiche agricole ed ex vicedirettore del Sannio, della De Girolamo è amico del cuore. Lei è stata sua testimone di nozze nonché madrina della figlia, battesimo che il parroco rifiutò di celebrare in quanto Nunzia, non sposata in chiesa, conviveva more uxorio. In barba al divieto di cumulo delle indennità, per un periodo Barone è stato stipendiato due volte dal dicastero: come direttore della rivista telematica Aiol, da cui si è dimesso alla vigilia di Natale, e (appunto) come capo della segreteria politica del ministro, dove prima imperava Antonio Tozzi. Il quale, a inizio ottobre, è stato promosso direttore generale della Sin (società che gestisce il sistema informatico agricolo, controllata al 51% da Agea) a 175mila euro l’anno più benefit, tra cui l’auto aziendale con cui tutte le settimane va e viene da Benevento. Commercialista dei De Girolamo, 45 anni, Tozzi in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno ha rivendicato di essere «un vecchio amico di famiglia»: in realtà è stato il fidanzato storico di Nunzia. Un rapporto stretto quanto quello con Giacomo Papa, già responsabile Enti locali del Pdl sannita: chiamato al ministero come consigliere giuridico, è ora vicecapo di gabinetto. Titolo di merito? Per 4 anni è stato commissario del consorzio agrario di Benevento, il cui direttore era (ed è tuttora) Nicola De Girolamo, papà della ministra: è lui il regista dell’emendamento alla legge di Stabilità, poi bocciato al Senato su parere contrario del Mef, che dava circa 400 milioni a Federconsorzi.
E un posto di rilievo nel cerchio magico occupa pure Luca Ciccone, segretario particolare pur non avendo la laurea (e infatti il suo curriculum non compare sul sito dell’Agricoltura): nominato il 2 maggio con un compenso che a fine 2013 superava i 60.500 euro, ad integrazione dello stipendio percepisce anche l’indennità di missione, che guarda caso scatta sempre nel weekend sulla tratta Roma- Benevento — come per tutti gli altri sanniti fuorisede —con tanto di rimborso spese di viaggio e diaria. Identico privilegio, anche se puzza di imbroglio, riconosciuto a Ilaria Facchiano, avvocato 34enne, consigliere giuridico cococo a 34mila euro l’anno, e a Maria Esposito, altro consigliere giuridico ma a titolo gratuito (però con spese di missione pagate per tornare a casa): entrambe intime amiche della ministra. Come pure Antonietta Postorivo, ma stavolta Benevento non c’entra:
esperta di cinema, è la moglie del senatore Ncd Antonio D’Alì, cococo a 15mila l’anno.
Ma anche fuori dal ministero il Sannio ha messo radici. Giovanni Mainolfi, generale della Gdf, citato come fonte dal pidiellino Alfonso Papa nell’inchiesta sulla P3, ad agosto è stato nominato commissario Agea, mentre all’Eipli subcommissario è diventato Gino Cusano, ex vicecoordinatore pdl di Avellino. Un’imbarcata che ha fatto storcere il naso agli unici due magistrati in servizio in Via XX Settembre, subito perciò allontanati. In autunno Salvatore Mezzacapo, giudice del Tar, ha lasciato la guida dell’ufficio legislativo a Marco Caputo, giovane funzionario della Camera vicino a Francesco Boccia. Come vicino è Ferdinando Ferrara, dirigente di Palazzo Chigi che a dicembre ha sostituito il consigliere di Stato Michele Corradino, revocato da capo di gabinetto per decreto, con una decisione senza precedenti. Ultimo arrivato, Bartolo Cozzoli, ex vicesindaco pd di Bisceglie, già consigliere giuridico della presidenza del consiglio, nuovo vicecapo di gabinetto (e due). Il marito della ministra ha colpito ancora. In nome delle larghe intese.