Maria Teresa Cometto, Corriere Economia 13/1/2014, 13 gennaio 2014
FACEBOOK UNA RIVINCITA (M0BILE )
«I’m Ceo, Bitch!», dichiarava il ventenne Mark Zuckerberg sul biglietto da visita della sua neonata azienda (in italiano suonerebbe «Sono il Capo, Scemo!»). Era il suo modo goliardico di prendere in giro il tradizionale mondo del business e mostrarsi lontano da Wall Street. «Facebook non é stata creata originariamente come un’azienda», insisteva il giovanissimo ceo (chief executive officer o amministratore delegato) parlando ai potenziali investitori. Ma dieci anni dopo il lancio del suo social network – avvenuto il 4 febbraio 2004 dal dormitorio di Harvard, la prestigiosa università dove studiava Informatica e Psicologia – Zuckerberg é diventato un vero ceo, impegnato non solo a perseguire i suoi ideali (come Internet accessibile in tutto il mondo), ma anche al fatturato e ai profitti della sua azienda. E se il 29 gennaio, quando annuncerà i risultati 2013, soddisferà o addirittura supererà le aspettative degli analisti, Wall Street lo incoronerà come il miglior ceo nel settore tecnologico dell’ultimo anno, nonostante non abbia ancora 30 anni (li compirà il prossimo 14 maggio).
Attese
Le attese del mercato sono per un balzo all’insù di oltre il 40% del fatturato, dai 5 miliardi di dollari del 2012 a 7 miliardi; e per un raddoppio dei profitti nel quarto trimestre rispetto allo stesso periodo di un anno fa. La risalita delle quotazioni di Facebook dai minimi toccati dopo l’Ipo (Initial public offering, offerta pubblica iniziale) del maggio 2012 ha già anticipato le buone notizie: scese a 22 dollari lo scorso giugno dai 38 dollari del prezzo iniziale, le azioni sono ora quasi a 60 dollari. E con una capitalizzazione di Borsa di 144 miliardi di dollari, la fortuna personale di Zuckerberg oggi vale attorno ai 20 miliardi.
Gran parte della crescita dell’ultimo anno è dovuta alla svolta impressa a Facebook da Zuckerberg dopo il flop dell’Ipo: il baby ceo si era reso conto allora di non potersene infischiare delle aspettative e delle reazioni degli investitori, perché – come ha raccontato il Wall Street Journal in un recente lungo articolo – le azioni svalutate deprimevano anche l’umore degli ingegneri e dei programmatori di Facebook pagati con le stock option. E Zuckerberg ha capito inoltre di doversi rapidamente adattare al cambiamento di uso del social network da parte dei suoi utenti, sempre più spesso connessi non più da un desktop ma da uno smartphone.
La priorità del ceo è diventata così far soldi, davvero; e per raggiungere l’obbiettivo il mezzo individuato sono state le inserzioni pubblicitarie integrate nelle news degli amici, viste soprattutto sul piccolo schermo. Mobilitati i suoi più fidi collaboratori – in particolare l’ingegnere Andrew “Boz” Bosworth, suo ex insegnante ad Harvard — la nuova strategia ha funzionato. Almeno 3 miliardi di dollari del fatturato 2013 dovrebbero venire dalla pubblicità su apparecchi mobili, secondo le stime degli analisti, e questo senza aver infastidito troppo gli utenti, dicono i 35 mila sondaggi quotidiani che Facebook realizza fra i suoi seguaci.
Ma Zuckerberg non può dormire sugli allori e le sfide che ha di fronte sono molteplici. Per continuare ad attirare gli investimenti pubblicitari deve mostrare che il suo social network è sempre il più usato e amato al mondo: aver raggiunto 1,2 miliardi di utenti non basta, se i giovani cominciano a non ritenerlo più cool (di moda) e a cercare qualcosa di nuovo, come il responsabile finanziario di Facebook David Ebersman ha lasciato intendere lo scorso ottobre commentando i risultati del terzo trimestre. E aver cercato (invano) di comprare per ben 3 miliardi di dollari Snapchat – l’applicazione per scambiarsi foto che scompaiono in pochi secondi, ultra popolare fra i giovanissimi – conferma la preoccupazione di Zuckerberg di non perdere l’amicizia delle nuove generazioni.
Risposta
Una risposta di Facebook a Snapchat è il nuovo servizio di messaggi di Instagram, la app per condividere foto comprata nel 2012 e cresciuta fino a 150 milioni di utenti attivi al mese; ma probabilmente dovrà inventare qualcos’altro di nuovo per tenere il passo con la concorrenza. Altro problema caldo è quello della privacy. Zuckerberg ha ammassato una quantità enorme di informazioni sui suoi utenti e lo scandalo del datagate ha rivelato quanto la loro riservatezza sia relativa, a causa del programma di sorveglianza dell’agenzia americana per la sicurezza (Nsa). Da agosto Facebook pubblica un Rapporto sulla trasparenza in cui dichiara quante richieste di dati sugli utenti riceve dalla Nsa, sperando così di mantenere la fiducia del pubblico e cercando di opporsi agli eccessi di intrusioni governative.
Il lato positivo della massa di informazioni accumulate sul social è la possibilità di usarle da parte degli stessi utenti attraverso il motore di ricerca interno Graph search, per esempio per trovare un certo ristorante che piace agli amici. È disponibile per ora solo sul pc, ma dovrebbe essere presto lanciato anche sugli apparecchi mobili e, secondo Mashable , potrebbe diventare la novità più interessante del 2014.
@mtcometto