Dino Martirano, Corriere della Sera 13/1/2014, 13 gennaio 2014
«IL DOPPIO TURNO DI COALIZIONE È LA SOLA GARANZIA PER LA STABILITÀ»
[Stefano Passigli]
Stefano Passigli, politologo, ex senatore dei Ds con imprinting plasmato nel Partito repubblicano di Ugo La Malfa, tra le tre carte giocate da Matteo Renzi sul nuovo sistema elettorale punta decisamente sul doppio turno di coalizione: «È l’unico modello che ci permette di rispettare i paletti di costituzionalità piantati dalla Corte e al tempo stesso di provare a dare un governo stabile al Paese...». Eppure, nella lunga marcia intrapresa dal segretario del Pd che vuole bruciare i tempi, c’è una domanda dalla quale non si può prescindere: «Qualsiasi sia la legge elettorale, il Pd è certo di ottenere il 51% dei seggi necessari per governare? In altre parole, Renzi se lo pone o no il problema della alleanza con un partito di destra moderno e riformista?».
Partiamo dai difetti di costituzionalità dei due modelli proposti da Renzi che lei scarta: il Mattarellum corretto e il sistema spagnolo con premio .
«In un sistema tripolare come il nostro — Pd, FI, M5S — il Mattarellum non funziona e, anzi, favorirà ancora di più la frammentazione politica: tra il ‘93 e il 2005 sono nati mille partitini locali che controllavano i voti marginali nei collegi e di fatto condizionavano i leader nazionali. E ora con tre partiti tra il 20 e il 30 per cento, la sera delle elezioni non si saprà certo chi vince. Infine, anche l’inserimento di un premio di maggioranza da applicare alla quota proporzionale rischia di non superare le osservazioni della Corte: è “ragionevole”, infatti, un premio che si innesta su un sistema già maggioritario?».
Affondato il Mattarellum, passiamo al cosiddetto modello spagnolo.
«In questo caso il premio di maggioranza del 15% funziona solo se una coalizione prende più del 35%. E poi dividere il territorio nazionale in 118 collegi, ognuno da 50 mila voti circa, significa che qualsiasi cacicco locale, con poche migliaia di consensi, può cambiare il corso del voto. I casi Razzi e Scilipoti si moltiplicherebbero».
Non resta dunque che il doppio turno di coalizione che però, a Costituzione vigente, rischia di produrre maggioranze diverse per Camera (votano anche i 18 enni) e Senato.
«È l’unica formula che risolve i problemi di costituzionalità evidenziati dalla Corte. Al primo turno si vota con la proporzionale, poi al secondo le prime due coalizioni si giocano il premio di maggioranza che potremmo chiamare premio di governabilità. Certo, senza cambiare la natura del Senato, si corre il rischio di avere un risultato asimmetrico per le due Camere anche se una correzione costituzionale piccola, per esempio abbassare l’età minima per poter votare per il Senato, si potrebbe anche fare insieme alla legge elettorale».
Renzi punta sul doppio turno?
«Per Renzi l’importante è ottenere un risultato sulla legge elettorale in Parlamento prima delle Europee. Ora è lui, dopo Berlusconi, che si propone come leader del partito del fare».
Il 27 gennaio avremo un testo di legge elettorale in aula alla Camera?
«Credo di no. Al massimo la commissione potrà votare un mandato al relatore. Ma in aula poi sono previsti voti segreti e quindi ho un grande timore...».
Quale?
«Che esca fuori una legge affrettata, contraddittoria. Incapace di risolvere il problema della governabilità».
Dino Martirano