Marco Bertoncini, ItaliaOggi 11/1/2014, 11 gennaio 2014
INCONFESSABILI TRUCCHI ELETTORALI
Non ci sarebbe solo la legge elettorale per Camera e Senato da riscrivere. Sarebbe urgente rivedere pure le disposizioni per amministrative, regionali ed europee.
Lo si capisce dalla sentenza del Tar Piemonte che annulla «l’atto di proclamazione degli eletti» in consiglio regionale. Se si legge di là della decisione amministrativa, si rilevano le falsità, accertate in sede penale, commesse per presentare una lista di pensionati a favore dell’eletto Roberto Cota; ma va ricordato come analoghe falsità siano state accertate per un’altra lista, sempre di pensionati, a sostegno però della non eletta Mercedes Bresso. Verrebbe da dire che il più pulito ha la rogna. E vergognosi giochetti, in tema di firme e di liste, si sono visti, restando nelle elezioni regionali del 2010, pure nel Lazio e in Lombardia, con procedimenti penali aperti. Perché, allora, non tagliare in radice il male? La facoltà concessa (in svariate tipologie elettorali) ad amministratori locali per autenticare le sottoscrizioni si presta a operazioni prive di trasparenza. I radicali, da anni, elencano autentici scandali commessi in proposito: vanamente, perché nulla muta.
Similmente, sarebbe ora di pensare alle europee, per le quali fra poche settimane si voterà.
Non si tratta di cancellare l’unica riforma ragionevole compiuta, cioè lo sbarramento al 4% che desta oggi proteste dai republicones (Barbara Spinelli, sotto l’assurdo titolo «L’europorcellum da cambiare», la Repubblica, 8 gennaio); bensì per rivedere i giganteschi collegi. Andrebbero ricondotti a dimensioni di una regione (o poche, se con scarsa popolazione). Basterebbero alcune righe di legge, e si supererebbe l’assurdo di una circoscrizione estesa da Ventimiglia a Livigno.