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 2014  gennaio 11 Sabato calendario

SI AI NEONATI COL COGNOME MATERNO


Roma Sì alla possibilità di sce­gliere il cognome della madre. Ma con l’approvazione del pa­dre e pure con riserva. E senza retroattività. Il consiglio dei mi­nistri ieri ha­approvato un dise­gno di legge che apre alla possi­bilità di assegnare al proprio fi­glio il solo cognome materno ma allo stesso tempo ha stabili­to l’istituzione di un gruppo di lavoro per «approfondire» l’ar­gomento. Dunque lo stesso go­verno che lo ha appena appro­vato già si riserva la possibilità di modificarlo. Il ddl inizierà co­munque il su­o iter parlamenta­re non appena verrà calendariz­zato.
Nonostante la condanna da parte della Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, inflitta il 7 gennaio scorso al­l’Italia perchè non permette ai genitori di registrare i figli al­l’anagrafe soltanto con il nome della madre, appare ancora piuttosto timido il passo che ie­ri ha compiuto il governo verso la parificazione tra madre e pa­dre in materia di diritto di fami­glia. Il ddl è stato presentato su proposta del premier Enrico Letta e dei ministri della Giusti­zia, Annamaria Cancellieri, de­gli Affari Esteri, Emma Bonino e del Lavoro, Enrico Giovanni­ni. Il testo, annunciano da Pa­lazzo Chigi, «dà piena attuazio­ne alla sentenza della Corte eu­ropea di Strasburgo e prevede l’obbligo per l’ufficiale di stato civile della iscrizione all’atto di nascita del cognome materno in caso di accordo tra entrambi i genitori». Sempre nello stesso comunicato però si specifica che vista la «complessità» della materiaverrà istituito un grup­po di la­voro presso la Presiden­za del Consiglio per ulteriori ap­profondimenti.
Il ddl si compone di soli 4 arti­coli ed è nel primo che si intro­duce la novità per il cognome della madre stabilendo che «il fi­glio nato da genitori coniugati assume il cognome del padre ovvero, in caso di accordo tra i genitori risultante dalla dichia­razione di nascita, quello della madre o quello di entrambi i ge­nitori ». Come si vede resta pre­dominante la radice paterna che viene assegnata in modo automatico a meno che entram­bi i genitori non siano d’accor­do per un’altra soluzione. Nel secondo articolo si applicano le stesse norme per i figli nati fuori dal matrimonio e nel ter­zo per le adozioni. L’ultimo arti­colo stabilisce che le norme non avranno valore retroatti­vo. Non stupisce siano molti i commenti critici rispetto ad una proposta che di fatto non sembra rappresentare una ve­ra rottura rispetto al passato. E mentre il Pd parla di un profon­do cambiamento culturale per Giorgia Meloni, Fratelli d’Ita­lia, ci sono due rischi impliciti difficilmente evitabili: il prolife­rare di doppi, tripli e quadrupli cognomi per quelle coppie che non troveranno l’accordo e la possibilità di fratelli e sorelle con cognomi diversi perchè la norma non è retroattiva.