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 2014  gennaio 13 Lunedì calendario

ROMA - "Facciamo un po’ per uno". Così Paolo Sorrentino, quando La grande bellezza aveva conquistato i premi per miglior film, attore e regista agli Efa, gli Oscar europei, aveva risposto a Repubblica

ROMA - "Facciamo un po’ per uno". Così Paolo Sorrentino, quando La grande bellezza aveva conquistato i premi per miglior film, attore e regista agli Efa, gli Oscar europei, aveva risposto a Repubblica.it che gli chiedeva una battuta sulla competizione con La vita di Adele, vincitore a Cannes. "Facciamo un po’ per uno" e invece adesso "fa" di nuovo lui. La grande bellezza si è aggiudicato il Golden Globe per il miglior film straniero battendo il francese Palma d’oro a Cannes (e favorito) La vita di Adèle, quello del maestro giapponese Miyazaki The wind rises, l’iraniano Il passato e il danese The hunt. Era dal 1989 (con il film di Giuseppe Tornatore Nuovo cinema paradiso) che l’Italia non si aggiudicava il premio della stampa estera a Hollywood. Il riconoscimento viene da sempre considerato un indicatore importante per gli Oscar. Commosso, il regista ha ritirato il premio e, tra i ringraziamenti agli attori, ai produttori e alla moglie, anche uno diverso: "Grazie Italia, questo è davvero un Paese pazzo, ma bellisimo", ha dichiarato il registra prima di lasciare il palco. "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino ha vinto il Golden Globe come miglior film straniero battendo il francese "La vita di Adele", il danese "Il sospetto", l’altro film d’oltrecortina "Il passato" e il film di animazione "Si alza il vento"i Raggiunto pochi minuti dopo al telefono Sorrentino ci ha raccontato la sua sincera sorpresa per il riconoscimento: "Erano giorni in cui nessuno mi diceva niente, qui sono veramente bravi a non far trapelare nulla. Ero convinto che il premio sarebbe andato a un altro e l’emozione è stata ancora più grande. Ero seduto accanto a Bono che era molto felice del fatto che avesse vinto il nostro film". Dopo la cerimonia una serie di feste durante la quale Sorrentino ha ricevuto anche i complimenti di Martin Scorsese che ha visto il suo film pochi giorni fa e l’ha amato molto. Mentre dall’Italia sono in tanti, dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Massimo Bray al Sindaco di Roma Ignazio Marino, a congratularsi con il regista per il premio. L’emozione del regista italiano, vincitore del Golden Globe per il miglior film straniero con "La grande bellezza". "Era giorni in cui non trapelava nulla, pensavo sarebbe toccato ad un altro, è stata una grande sorpresa. Ora mi godo il clima di Los Angeles e i fiumi di champagne" Il film continua a mietere successi in giro per il mondo. Uscito negli Stati Uniti a metà novembre, ha ottenuto critiche molto positive dalla stampa internazionale. Il New York Times ne ha parlato in termini molto lusinghieri definendolo "una metafora del declino italiano". "Quando sono stato negli Stati Uniti e ho mostrato il film sembrava piacesse molto, ma poi mi sono detto "chissà" - aveva detto Sorrentino alla notizia della nomination - agli americani è piaciuta la libertà con cui è stato utilizzato il mezzo cinematografico e questa grande cavalcata dentro Roma e una certa umanità". La grande bellezza, ritratto appassionato e amaro di una Roma bellissima e decadente, ha per protagonista Jep Gambardella (Toni Servillo, attore feticcio di Sorrentino), viveur di sessantacinque anni e scrittore di un solo libro che si muove tra cultura alta, mondanità e situazioni surreali in una città santuario di meraviglia e grandezza. Le candidature agli Oscar saranno comunicate il 16 gennaio, la cerimonia di consegna delle statuette sarà il 2 marzo. GLI ALTRI PREMIATI I due favoriti, American Hustle - L’apparenza inganna di David O. Russell per la sezione commedie e 12 anni schiavo di Steve McQueen per quella film drammatico, vincono senza stravincere alla settantunesima edizione dei Golden Globe, i premi della stampa estera a Hollywood storicamente considerati anticipatori degli Oscar nell’edizione che ha visto trionfare La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Sul fronte delle interpretazioni pronostici rispettati per Cate Blanchett migliore attrice drammatica nel film di Woody Allen Blue Jasmine e Matthew McConaughey per Dallas Buyers Club che si è aggiudicato anche quello al miglior attore non protagonista, attribuito a Jared Leto. Amy Adams e Jennifer Lawrence, invece hanno vinto rispettivamente il Golden Globe come miglior attrice protagonista e migliore non protagonista nella categoria "commedia". Hanno presentato la serata due donne, Tina Fey e Amy Poehler, che già lo scorso anno avevano presentato la cerimonia dopo aver scalzato Ricky Gervais, conduttore dei due anni precedenti. CORRIERE.IT BEPPE SEVERGNINI IL FILM DI SORRENTINO Perché «La Grande Bellezza» piace tanto agli stranieri (e lascia perplessi alcuni italiani)? 1 Perché offre un’interpretazione di Roma e dell’Italia. Ma ogni italiano ha la sua, e guai a chi gliela tocca. 2Perché fornisce un riassunto. Utile, come tutti i riassunti. A chi conosce l’argomento da sempre, però, può apparire semplicista. 3 Perché è un riassunto pietoso e spietato. L’immagine di Roma offerta da Sorrentino è, insieme, decadente, commovente e severa. Compassione e condanna insieme: per qualcuno di noi, è troppo. 4 Perché è una lunga citazione: di Fellini, Flaiano, Pasolini, De Chirico e altri. Evocativo!, gioiscono gli stranieri, che trovano punti di riferimento. Ripetitivo!, bofonchiamo diversi connazionali, per cui il passato remoto è sempre meglio. 5Perché rappresenta un’Italia sensuale: colori, sapori, odori, luci. Il nostro Paese è visto nel mondo come la palestra della sensibilità, un concentrato di emozioni, il raduno mondiale delle tentazioni. Noi siamo quello che altri vorrebbero essere, almeno talvolta: e non osano. 6 Perché spiega come la (grande) bellezza possa diventare una (grossa) zavorra. Ma anche una via d’uscita. E’ difficile condurre una vita come quella di Jep Gambardella, a Zurigo. Rientrando alle cinque del mattino, un sessantenne troverebbe solo sguardi di disapprovazione: non una sorpresa dietro ogni angolo (e una quarantenne nel letto). 7 Perché dimostra come in Italia dietro ogni debolezza si nasconda una qualità, e viceversa. Il personaggio di Sabrina Ferilli, spostato da via Veneto (Roma) a St Pauli (Amburgo), perderebbe cinque chili e tutta la poesia. 8 Perché quei personaggi eccessivi, incerti, ansiosi, eccitati e umorali sono fondamentalmente umani. E l’Italia è «the land of human nature», come scrisse un viaggiatore americano negli anni Cinquanta. Roma, ovviamente, la sua capitale. CORRIERE.IT La grande bellezza seduce e conquista Hollywood. Il film di Paolo Sorrentino ha conquistato il Golden Globe per il miglior film straniero. Sorrentino non se lo aspettava: «Non mi è stato anticipato niente, è stata una grande emozione. Agli americani è piaciuta la libertà con cui è stato utilizzato il mezzo cinematografico e questa grande cavalcata dentro Roma , una certa umanità». E poi «Grazie Italia, questo è un Paese davvero strano ma bellissimo» . Il film si sta facendo strada verso l’Oscar, il prossimo 16 gennaio saranno annunciate le candidature. E intanto l’attore-regista si gode il momento di gloria e il ricordo della serata speciale che si è appena conclusa e racconta: «Ero seduto accanto a Bono che si è mostrato molto felice del fatto che avesse vinto il nostro film». DIFFERENZE E PREMI- I Golden Globe si differenziano dagli Oscar proprio per la scelta di differenziare i ruoli drammatici da quelli brillanti, una scelta che raddoppia le statuette assegnate ma che talvolta categorizza i film in maniera non del tutto accurata. Fra le attrici hanno vinto Amy Adams, migliore attrice brillante per American Hustle, e Cate Blanchett, migliore attrice drammatica per la sua interpretazione in Blue Jasmine di Woody Allen, a cui è andato il premio alla carriera Cecile B. DeMille. Come di consueto Allen non era presente e a ritirare per lui il riconoscimento è stata Diane Keaton. American Hustle è stato il film che ha vinto di più, aggiudicandosi anche la statuetta alla migliore attrice non protagonista, Jennifer Lawrence, mentre il Globo d’oro al miglior regista è andato ad Alfonso Cuaron, che ha diretto Sandra Bullock e George Clooney in Gravity. I giornalisti della Hfpa premiano anche la televisione e a vincere sono stati Breaking Bad, miglior serie drammatica, e Brooklyn Nine-Nine, miglior serie brillante. VERSO L’OSCAR- Era dal 1989 con Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, che l’Italia non vinceva un Golden Globe, ma La grande bellezza di Paolo Sorrentino ha rotto l’incantesimo. Ci voleva Jep Gambardella, il giornalista mondano che ci porta per mano a scoprire la grande bellezza, decadente e frivola, di Roma (e dell’Italia), per riportare il nostro Paese a sperare, quanto meno nel suo cinema. I Golden Globe ovviamente hanno dato altri verdetti importanti anche in prospettiva dell’Oscar: 12 anni schiavo è miglior film drammatico e American Hustle - L’apparenza inganna la migliore commedia. Il premio, organizzato da 71 anni a questa parte dall’Hollywood Foreign Press Association è considerato da sempre un buon indicatore di cosa succederà fra un mese e mezzo quando la stagione dei premi si concluderà il 2 marzo, con l’assegnazione degli Oscar . ATTORI - Se così davvero è, allora possono ben sperare Matthew McConaughey, che ha vinto il premio per il migliore attore drammatico in Dallas Buyers Club, e Leonardo Di Caprio, vincitore dell’analogo premio nella categoria migliore attore brillante per la sua interpretazione nel film di Martin Scorsese The Wolf of Wall Street. «Non avrei mai pensato di essere definito un commediante», ha ironizzato Di Caprio nel ricevere il premio, prima di ringraziare Scorsese e definirlo «uno dei più grandi filmaker di tutti i tempi». SORRENTINO SU UOMO VOGUE L’Italia trionfa ai Golden Globe: Paolo Sorrentino ha vinto ieri notte a Los Angeles il Golden Globe per il miglior film straniero con “La Grande Bellezza”. Un progetto in cui L’Uomo Vogue ha creduto fortemente, tanto da riservare al regista italiano - osannato negli States e fotografato per il mensile Condé Nast da Pierpaolo Ferrari - la copertina del numero di gennaio in edicola, dedicato proprio alle eccellenze italiane. Nell’intervista è lo stesso Sorrentino a delineare un chiaro panorama del rapporto tra gli italiani e le eccellenze: «Le eccellenze italiane gli italiani fanno di tutto per distruggerle. Tollerano quelle del passato, non quelle del presente. Ridimensionano. Non essendo noi eccellenti, non riconosciamo chi lo è. Giusto per fare un nome, Armani è un uomo molto bersagliato. “In fin dei conti cosa fa?”, sentiamo dire» spiega Sorrentino a L’Uomo Vogue. Il film, di cui è protagonista lo scrittore Jep Gambardella, è un messaggio forte verso chi nell’eccellenza non crede, ma soprattutto verso chi crede nella stasi più che nella capacità creativa: «Qui da noi il film va a stanare nervi scoperti, risulta liberatorio, ma anche asfissiante. “La grande bellezza” punta il dito contro le enclave paludose però lo fa con amore e comprensione: e questo sentimento di tenerezza è considerato ancora più intollerabile» continua il regista. Una storia tutta italiana che ha sedotto Hollywood, dove il film vincitore del Golden Globe come miglior film straniero, si sta facendo strada verso l’Oscar per i quali il prossimo 16 gennaio saranno annunciate le candidature. E L’Uomo Vogue, ancor prima che arrivassero gli ambiti riconoscimenti internazionali, ha voluto rendere omaggio nel nuovo numero alla parabola ascendente di Sorrentino. D’altronde, come precisa lo stesso nell’intervista a L’Uomo Vogue, l’eccellenza in Italia non manca ed è proprio chi resiste che salverà dalla crisi il nostro Paese: «Eccellente è la maggioranza silenziosa di chi fa il proprio lavoro in maniera onesta, intelligente, originale. È più congeniale farla fuori: il paese non riesce a capitalizzare questa eccellenza. Ma è da qui che verrà la salvezza, da qui la riscossa». Sorrentino conclude: «La nostra politica è utile non per il benessere, ma come luogo emblematico di osservazione di tipi umani. Il cialtrone disonesto è decisamente interessante, pur non coincidendo con l’interesse del Paese. Berlusconi è talmente interessante che faccio fatica ad avvicinarmici. Ha un tasso di complessità e di imprevedibilità che richiederebbe anni di lavoro. Forse la Roma de "La Grande Bellezza" è una prima, timida, tappa di avvicinamento».