Massimo Nava, Corriere della Sera 11/1/2014, 11 gennaio 2014
DOPPIE VITE ALL’ELISEO (MA IL SEGRETO È FINITO)
E dire che lo chiamano «flamby», il budino, immagine di mollezza e indecisione, quando invece la Francia avrebbe bisogno di polso, determinazione e scelte coraggiose. Precipita nei sondaggi e scontenta i francesi il «flamby Hollande», ma ruba cuori femminili. La galleria di conquiste, vere o presunte, si allunga e alimenta il gossip. Dopo la bella Ségolène Royal, madre dei suoi quattro figli, e l’altera Valérie Trierweller, compagna ufficiale insediata all’Eliseo, ecco l’affascinante Julie Gayet, attrice di successo che il presidente va a trovare di nascosto, con il suo scooter e una guardia del corpo che porta alla coppia le brioches per la colazione del mattino.
Nessuna smentita al settimanale Closer , che ha svelato l’incantesimo con tanto di reportage fotografico. Soltanto sdegnate irritazioni per l’invasione della vita privata, croce e tormento del mondo politico, non solo in Francia.
Hollande non sfugge alla regola che ha messo sulla graticola mediatica presidenti e personalità di primo piano, dalle «cento» conquiste brevi, vere o presunte, di Chirac, agli innamoramenti pubblici di Sarkozy, al trattato di sessuologia compulsiva di Strauss Kahn. L’epoca in cui il presidente Mitterrand riusciva a tenere nascosta una doppia vita e una figlia segreta sotto il manto della ragion di Stato e della sacralità dell’Eliseo è davvero lontana anni luce.
Ma «flamby Hollande» diventa insuperabile per il modo in cui sembra vivere la sua storia d’amore. Ormai vicino ai sessanta, raggiunge l’amata in motocicletta, come un ragazzino. Mette in agenda incontrollabili appuntamenti privati. Riesce a nascondere la vicenda al protocollo, alle stanze ovattate dell’Eliseo, alla compagna che fra l’altro è una nota giornalista. Non usa auto di servizio, scorte, palazzi del potere, sedi segrete, apparato compiacente. Scapestrato e disinvolto come un personaggio di Stendhal, riesce ad apparire indubbiamente simpatico. Ce lo immaginiamo a tarda sera, al termine di consultazioni con i ministri, telefonate con capi di stato, vertici sulla sicurezza, esami di dossier militari e strategici, infilarsi il casco, sgattaiolare dalla porta di servizio dell’Eliseo e attraversare la notte parigina a tutto gas.
Per il cittadino qualsiasi, un’amante è un problema di cuore, di famiglia, di coppia. Per l’uomo politico è un problema in più, perché la rivelazione diventa la misura dello scandalismo, delle strumentalizzazioni, della morale collettiva. Ma proprio questo è il punto, la sottile e decisiva linea rossa di confine fra pubblico e privato. «Flamby Hollande» ha in consegna la valigetta con i codici nucleari, è il presidente di una grande potenza nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, è il responsabile di un Paese che ha migliaia di soldati impegnati su vari fronti di guerra.
I francesi, campioni di tolleranza e amanti dell’amore, non lo processeranno per la nuova conquista. Né si stupiranno nello scoprire che anche Flamby consegna alla storia patria una pagina d’alcova, come i re e gli imperatori. Anche Napoleone III andava a trovare di nascosto la Contessa di Castiglione e Napoleone I decideva le sorti dell’Europa dalla camera da letto di Schönbrunn, fra le braccia di Maria Walewska.
Ma in tempi di crisi, i francesi chiederanno il conto dello staff di segretari e addetti stampa al servizio della compagna ufficiale e difficilmente accetteranno di sapere che i destini della Francia possano essere governati dal sellino di uno scooter o dal pied-à-terre di un’attrice. Chissà se almeno con il cellulare acceso.
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