Stefano Montefiori, Corriere della Sera 11/1/2014, 11 gennaio 2014
HOLLANDE E L’ATTRICE, AFFARE DI STATO LUI MINACCIA QUERELE ALLA STAMPA
Racconta un ex deputato socialista che nell’ottobre 2012 si trovava negli uffici di «Rouge International», la casa di produzione cinematografica di Julie Gayet, al 54 rue du Faubourg Saint-Honoré (l’ingresso principale dell’Eliseo è al 55), quando squilla il telefono: l’attrice risponde e butta giù quasi subito. Dopo tre minuti arriva, senza scorta, François Hollande, da cinque mesi presidente della Repubblica. È da quel momento che cominciano a circolare a Parigi le voci di una relazione tra Hollande e Gayet, confermate ieri — 14 mesi dopo — dallo scoop del settimanale Closer (edito da Mondadori), già protagonista della vicenda Kate Middleton (le foto della duchessa di Cambridge a seno nudo).
La rivista è uscita con un’edizione speciale — copertina e sette pagine — dal titolo «L’amore segreto del presidente», nella quale sono pubblicate le immagini che ricostruiscono gli appuntamenti di François Hollande, 59 anni, e Julie Gayet, 41, al numero 20 di rue du Cirque, nell’appartamento al quarto piano prestato all’attrice da una coppia di colleghi. Quella casa dista 130 metri a piedi dall’Eliseo, ma l’uomo che Closer assicura essere Hollande preferisce farsi accompagnare in scooter, per potere entrare e uscire dal portone con il casco integrale, nella speranza di non farsi riconoscere.
Nella sequenza fotografica, la sera del 30 dicembre scorso, si vede arrivare prima Julie Gayet, poi la fedele guardia personale di Hollande (con lui già prima dell’elezione a presidente), che entra nella hall del palazzo per dare il via libera; infine, ecco lo scooter, dal sedile posteriore del quale scende il presidente. In un ultimo scatto, relativo alla mattina successiva, quella del 31 dicembre, si vede la stessa guardia del corpo, Michel, che torna al 20, rue du Cirque, con un sacchetto di croissant: sicurezza nazionale e petit déjeuner .
È una storia che in poche ore ha rapidamente surclassato l’affare Dieudonné nell’interesse dei media e dell’opinione pubblica francesi, e che potrebbe segnare la già non facile presidenza Hollande. Pochi minuti dopo l’uscita della rivista nelle edicole, Hollande ha reagito con un comunicato a titolo personale e non in qualità di presidente della Repubblica, nel quale «deplora profondamente gli attacchi al rispetto della vita privata alla quale ha diritto come qualsiasi cittadino», aggiungendo che esaminerà «il seguito, anche giudiziario, da dare a questa pubblicazione». Nessuna smentita sul merito (quindi una indiretta conferma), e attenzione spostata sulla questione della vita privata.
Ma la tutela della privacy dei personaggi pubblici e in particolare degli alti dirigenti dello Stato, una non disprezzabile tradizione francese, è ormai saltata da tempo. E se Hollande ha spesso accusato il suo predecessore Sarkozy di giocare con i media, per esempio durante il divorzio da Cécilia e il matrimonio con Carla Bruni, va detto che lo stesso Hollande ufficializzò la sua relazione con Valérie Trierweiler con un’intervista di due pagine e il titolo in copertina «Valérie è la donna della mia vita», nell’edizione del 12 ottobre 2010 del settimanale Gala , uno dei concorrenti di Closer .
Su richiesta di Julie Gayet e dell’Eliseo, ieri sera Closer ha tolto il servizio dall’edizione online, ma ormai le foto sono state viste, commentate, duplicate, twittate in tutto il mondo. E non può essere solo una questione personale, nel momento in cui Valérie Trierweiler accompagna Hollande in tutte le visite di Stato e all’Eliseo mantiene uffici e consiglieri — tra cui il capo gabinetto Patrice Biancone — a spese del contribuente. Come reagirà la première dame ?
Il 14 gennaio, martedì prossimo, François Hollande ha da tempo in programma la grande conferenza stampa di inizio anno alla quale parteciperanno centinaia di giornalisti francesi e stranieri. È quello, adesso, lo scoglio più pericoloso. E la mossa di ieri — «su questa vicenda parlo da cittadino ma non da presidente» — potrebbe non bastare.
Stefano Montefiori
@Stef_Montefiori