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 2014  gennaio 11 Sabato calendario

IL GIOVANE RE REBAUDENGO PORTA I COLLEZIONISTI SUL WEB


Anche se è stato svezzato da sua mamma a latte e installazioni; anche se ha avuto la fortuna di crescere tra artisti, galleristi e direttori di musei di tutto il mondo e da ragazzino insieme al fratello minore giocava a calcio nel corridoio della loro casa-museo di Torino con amici di famiglia come Francesco Bonami, non era del tutto scontato che Eugenio Re Rebaudengo, 26 anni, fondatore a Londra della piattaforma web Artuner (innovativa e raffinata galleria d’arte lanciata in Rete lo scorso ottobre) avrebbe seguito la passione di famiglia.
Figlio dell’imprenditore Agostino Re Rebaudengo e di Patrizia Sandretto, nostra signora dell’arte contemporanea, la mecenate presidente dell’omonima Fondazione, Eugenio, studente da 9-10 in matematica, supertifoso della Juve confessa che, ai tempi del liceo classico al San Giuseppe, era più interessato al Fantacalcio che a «Bidibibodibiboo» lo scoiattolo suicida di Maurizio Cattelan, tra le opere predilette di mammà. «Ho sempre amato i giochi strategici, sono ottimi per mettersi alla prova. Giocavo già a scacchi e anche il Fantacalcio lo facevo seriamente seguendo una ventina di squadre». Qualche timore sul futuro del «genietto» di casa ai Re Rebaudengo viene quando Eugenio, all’epoca studente di economia e commercio, scopre il poker online. «Avevo uno schermo grandissimo; giocavo in contemporanea su 8/10 tavoli decine di migliaia di mani al mese. Ero diventato molto veloce. Certo che vincevo. Molto. Al casinò? Non sono mai andato, sono 2 mondi diversi». Con la laurea l’addio al poker. Consigliato dal padre dopo un breve stage in Asja, l’azienda di famiglia, Eugenio - stessi neri, vivaci occhi di sua mamma - va all’estero. Ammesso per un master in management alla prestigiosa London school of economics il giovane puntando sulla carta più familiare - l’arte contemporanea - vince a piene mani la sua più importante partita. «Alla Lse è stata un’esperienza magnifica. Nella mia classe eravamo 65. Ero l’unico italiano tra 2 inglesi, 9 cinesi, 5 indiani, 5 giap, 2 tedeschi, 5 africani etc etc. Dovevamo sviluppare una start-up. Ci siamo divisi in 13 gruppi, ciascuno con un leader e 5 studenti con diverse competenze. Ho proposto di creare una piattaforma web per diffondere la conoscenza dell’arte contemporanea e avvicinare più persone al collezionismo. L’idea è piaciuta, da leader ho lavorato con un ragazzo un tedesco per la strategia, un russo per il marketing, un senegalese per la parte finanziaria e un norvegese per le risorse umane». Luglio 2012, il team Re Rebaudengo viene premiato con 1.500 pounds per la migliore star-up del corso. «Pochi soldi ma la bella soddisfazione di vincere io italiano in un ambiente ultracompetitivo. Pensate che i cinesi che per non perdere tempo dormono persino nella library!».
A settembre la sua tesi sugli investimenti nel mercato dell’arte contemporanea ottiene un bel «distinction» e Re Rebaudengo jr, ormai riconquistato al lessico familiare, resta a Londra per sviluppare la sua piattaforma. Sfida non facile visto il boom dell’ arte in Rete. «L’obiettivo di Artuner è offrire un limitato numero di opere di gran qualità non mostrare come fanno altri persino i magazzini invenduti delle gallerie!». Serietà del progetto, rete di esperti, approfondimenti monografici. In ottobre la prima mostra online su Luigi Ghirri a cura di Filippo Maggia: «Consideriamo Ghirri il più importante fotografo italiano degli ultimi decenni». Secondo appuntamento il 18 gennaio. «Airports for shadow and dust», è il titolo scelto dal curatore Andrew Bonacina (citazione del tributo di John Cage ai White Paintings di Rauschenberg, ndr) per la mostra sulla pittura astratta con maestri come Martin Barré e nuovi talenti come David Ostrowski.
Conflitto d’interesse? Al «Financial Times» il giovane gallerista ha detto che ci sarà una Muraglia cinese tra Artuner e la Fondazione Sandretto (dal 2008 siede nel cda). «Sono visioni diverse. La Fondazione è no profit; mamma che è sul trono continuerà a sostenere gli artisti. Starò comunque attento: il mio nome mi ha dato gran vantaggi ma anche una responsabilità in più».