Sebastiano Vernazza, La Gazzetta dello Sport 11/1/2014, 11 gennaio 2014
CRISTIANO VOLA ANCHE SOPRA LA TRAVERSA
Qualche anno fa l’università di Chichester, in Gran Bretagna, sottopose Cristiano Ronaldo a test di biomeccanica. Venne fuori che CR7, quando spinge sulle gambe, libera un’energia superiore a quella di un ghepardo in corsa. La quale cosa non significa che Cristiano scamperebbe agli artigli dell’aggressivo felino. Il ghepardo può toccare i 100/120 chilometri orari di velocità e Cristiano, per quanto lesto, non gli sfuggirebbe. No, a Chichester volevano dimostrare che c’è un momento, uno soltanto, in cui il portoghese è più potente dell’animale. Quell’attimo gli ha permesso l’altra sera di volare oltre la traversa e di colpire con la testa, come dimostra la foto a tutta pagina.
Real Madrid-Osasuna, andata degli ottavi di Coppa del Re di Spagna, l’equivalente della nostra Coppa Italia. I «blancos» vincono per 2-0, con gol di Benzema e di Jesé, ma il gesto tecnico più bello della serata appartiene a Cristiano Ronaldo. Al 18’ della ripresa Marcelo scende sulla sinistra e crossa, CR7 al centro decolla e va a impattare il pallone a quote siderali, impensabili per noi «umani». Lasciate stare l’esito della conclusione, il pallone si alza a candela e si spegne oltre la porta. Calcolate che il candidato numero uno al Pallone d’oro è stato pure ostacolato dal compagno di squadra Benzema. Concentratevi sul balzo, degno di uno schiacciatore della Nba o di un saltatore in alto. Impressionante. Foto e video hanno fatto il giro del web e dall’Inghilterra il belga Romelu Lukaku, attaccante dell’Everton, ha commentato: «Ho visto tanta gente saltare, ma questo di Ronaldo sembra un salto finto». E a chiudere, senza ombra di ironia: «Questa è la prova che tutto è possibile quando si lavora al massimo».
Gli studiosi di Chichester avevano preso le misure e in tema di balzi avevano certificato che Ronaldo, alto di suo un metro 86, può elevarsi oltre i due metri e 44 centimetri, dove la traversa sta. Uno dei segreti è la capacità di rimanere sospeso in aria qualche frazione di secondo in più degli altri. «Al culmine del suo salto - ha spiegato il dottor Neal Smith, il medico che ha effettuato i test - Cristiano inarca i piedi, li spinge sopra: questo rallenta la discesa e trasmette l’impressione che lui resti appeso». La natura non spiega tutto. Il fisico va allenato e potenziato in palestra e assecondato a tavola. A Chichester avevano analizzato la dieta dell’attaccante: carne, uova, pesce. In una parola, proteine. Zuccheri e carboidrati soltanto prima di allenamenti e partite per fornire energia. Nel fisico di CR7 ridottissime percentuali di grasso.
Ronaldo non è certo il primo a saltare così in alto, la storia del calcio è piena di «canguri». Ci sono delle immagini rimaste nella memoria collettiva di milioni di persone. Per esempio la foto di Pelé che nella finale del Mondiale di Messico ‘70 sovrasta Burgnich e segna il gol dell’1-0 (Brasile-Italia 4-1). Oppure Marco Materazzi al Mondiale del 2006 in Germania, tre metri sopra il cielo nel 2-0 contro la Repubblica Ceca. Ci sono giocatori che su elevazione e colpo di testa hanno costruito intere carriere. Differenza e diversità stanno nel fatto che Ronaldo primeggia in ogni genere di gesto tecnico-atletico. Un ghepardo col talento del calcio.