Fabiana Della Valle, La Gazzetta dello Sport 13/1/2014, 13 gennaio 2014
UN POKER STORICO CON VISTA MONTELLA
«Non dimenticherò mai questa giornata». Domenico Berardi a 19 anni, 5 mesi e 11 giorni fa poker di gol in A. Solo Silvio Piola ha fatto meglio di lui (18 anni, un mese e 24 giorni), anche Meazza gli finisce alle spalle (quattro reti a 19 anni e 8 mesi). Berardi osserva i giornalisti che fanno la fila per strappargli una frase. Impossibile dimenticare una serata così, una di quelle da raccontare ai nipotini che ti ascoltano con lo sguardo rapito. «Non avevo ancora vent’anni quando segnai quattro gol al Milan...». La favola comprende anche la maglia scambiata con Kakà. «Non è per me, l’ho promessa a un mio amico», racconta, anche se stavolta l’eroe è solo lui, il ragazzo di Bocchigliero (provincia di Cosenza) che è sbarcato nel fantastico mondo del calcio un po’ per caso. Galeotta fu la vacanza a Modena, dove studiava suo fratello Francesco. Lì lo notò Luciano Carlino, che lavorava con le giovanili del Sassuolo, e non lo mollò più.
Dedica ad Acerbi Così Domenico, papà che lavora all’Anas, mamma casalinga e una passione per il calcio brasiliano, si trasferì e iniziò una nuova vita. Il talento non gli manca, come ha fatto vedere al Milan sfoderando tutto il repertorio: il cambio di passo e il tocco di palla sono le sue migliori qualità. Ieri si è esibito nel destro al volo, nel rasoterra, ma ha dimostrato anche una grande abilità nel girarsi in un fazzoletto. Dei quattro gol lui sceglie il terzo, bellissimo, tiro potente al volo. «È quello che meglio mi racconta - dice - La dedica è per Acerbi, la mia ragazza e i miei genitori. Di Francesco ha un grande cuore come noi. Abbiamo giocato per l’orgoglio, venivamo da un momento difficile».
Squalifica finita Berardi finora aveva segnato sette gol, ora è quota undici. Mai nel girone unico il Milan aveva subito una quaterna dallo stesso giocatore. L’ultimo ad aver fatto poker in Serie A era stato Icardi (27 gennaio 2013, Sampdoria-Pescara 6-0). Da Icardi a Berardi. Il talento non gli manca, dicevamo, la personalità neanche. Chissà che incubi avranno i giocatori del Milan nei prossimi giorni: finché Domenico è stato in campo, se lo sono visto spuntare da tutte le parti. Fabio Paratici, diesse della Juventus, è stato il più bravo: ha ottenuto la sua metà in cambio della metà di Marrone (altro giovane interessante) e lui l’ha ringraziato segnando il gol del pareggio contro la Roma nel finale. Oggi sarà un altro giorno importante: dopo la squalifica di nove mesi per il codice etico in Nazionale (tanto gli era costato non essersi presentato all’aeroporto alla partenza dell’Under 19 per l’Europeo in Russia) tornerà in azzurro. È stato convocato per uno stage a Coverciano con l’Under 21, e in tribuna a Reggio Emilia per lui c’era il vice di Prandelli. Con i suoi gol ha salvato anche la panchina di Di Francesco, da tempo in bilico. Il tecnico a sua volta si è preso la rivincita sul Milan: «Allenavo il Lecce quando il Milan ci battè 4-3 in rimonta. Stavolta invece abbiamo vinto noi».