Giuseppe Fumagalli, Oggi 8/1/2014, 8 gennaio 2014
IL FEROCE LUMBARD È UN TENERO PAP
[Matteo Salvini]
Milano, gennaio
Ogni volta che apre bocca è allarme rosso. Per quello che dice e per come lo dice, riesce a far impallidire gente del calibro di Bossi, Calderoli e Borghezio. Ma l’apparenza, si sa, inganna. E Matteo Salvini, nuovo segretario della Lega, pure. È vero, lui in camicia verde spara a zero su tutto e tutti, dall’inquilino del Quirinale ai residenti dei campi Rom, ma ormai abbiamo le prove: sotto la ruvida flanella batte un tenero cuore d’oro. Quando i fotografi lo hanno intercettato per le vie di Milano, in compagnia di Giulia, la sua compagna, e Mirta, la loro figlia di un anno, hanno subito messo in conto una salva di insulti e maledizioni. Previsione sbagliata. Niente salva, ma solo un Salvini, pronto a mettersi in posa con bimba e first sciura, per un inedito quadretto familiare. Che dire? Sarà stato il clima delle feste? Oppure un classico caso di doppiezza, alla dottor Jekyll e mister Hyde?
RECORDMAN DI DONAZIONI DI SANGUE
L’ipotesi viene bocciata dallo stesso Salvini il quale, confidandosi con Oggi, dice: «Macché dottor Jekyll. Sono tutto d’un pezzo. Vale per me e in generale per noi leghisti. Siamo molto meno cattivi di come veniamo dipinti. Anche il più burbero di noi, alla fine si rivela più buono e tollerante di tanti finti buonisti. Facciamo volontariato, andiamo in parrocchia e aiutiamo chi ha bisogno. Per quanto mi riguarda ho appena ultimato la mia sessantesima donazione di sangue. E il sangue è sangue. Ha un solo colore per tutti, senza distinzione di Paese, razza o religione».
Parole forti. In bocca all’uomo che in una riedizione alla milanese dell’apartheid ha proposto servizi pubblici riservati ai poveri indigeni ormai in minoranza fa una certa impressione. «Se diciamo cose che sembrano forti», interviene, «è perché ci sentiamo discriminati. La nostra, in fondo, altro non è che una forma di autodifesa». Di difese non ne ha la piccola Mirta, che spupazzata da papà rimane senza cappuccio e mette in mostra una cresta che, conoscendo la fede milanista di Salvini, è molto sospetta: «No», assicura lui, «imporre a mia figlia un taglio alla Balotelli sarebbe troppo anche per un tifoso come me. Giuro, il ciuffo è tutto naturale». Vuol dire che la tempra da attaccante c’è. Come papà.