Rita Fatiguso, Il Sole 24 Ore 10/1/2014, 10 gennaio 2014
TERRE RARE, PECHINO PUNTA AL CONSOLIDAMENTO NEL SETTORE
L’ultima mossa per mantenere saldi gli artigli sulle terre rare la Cina l’ha fatta a Capodanno, annunciando la creazione di un gruppo di coordinamento che sorveglierà le quote di produzione, i permessi minerari e le politiche correlate. Ne faranno parte colossi come Baotou, Cina Minmetals Corp, Aluminum Corporation of China, Ganzhou Rare Earth Group Co, Guangdong Lecter Nonferrous Metal Co. e Xiamen Tungsten Co. che controllano l’85% della produzione nazionale.
Ma la vera novità è l’avvio di un processo di accorpamento dei 32 attori sul mercato censiti tre anni fa, con tanto di licenza di esportazione, in quattro grandi realtà, più forti e in grado di gestire il futuro del settore. Gestire meglio, stando alle intenzioni della Cina, con pochi operatori, ma più forti, per riuscire a seguire meglio produzione, scorte, export e quindi prezzi delle terre rare. Quattro i gruppi destinati a prevalere: Baotou che gestisce la parte a Sud, il gigante China Minmetals, Aluminum Corp. of China e China Non Ferrous Metal Mining.
Quest’ansia da controllo innesca ripetutamente preoccupazioni nel mondo. La Cina fornisce ad esempio l’80% del neodimio, che serve in prodotti dagli ascensori ai missili, e più in generale controlla – nel bene e nel male, dato l’alto potenziale inquinante – tutta la filiera delle terre rare.
Il 2013 ha registrato un crollo del 60% dei prezzi di questi metalli rispetto ai record del 2011. Così dopo aver chiuso le miniere illegali e acquistato 10mila tonnellate di terre rare pesanti per rafforzare le riserve statali, la Cina – che produce circa il 90% delle terre rare – ora punta a consolidare la leadership mondiale nelle terre rare annunciando l’accorpamento delle sue aziende.
Nel mese di giugno i prezzi di terbio, praseodimio, neodimio e disprosio erano risaliti anche causa del un giro di vite sull’immigrazione illegale nello Jiangxi dedita al contrabbando.
Il ministero del Commercio estero ha annunciato il taglio delle quote export per la prima parte del 2014, ma i cinesi – che a loro volta hanno fame di terre rare per le produzioni locali – domineranno ancora il mercato e la produzione dovrebbe crescere. Settori ad alta tecnologia, dalle telecomunicazioni, alla difesa e al settore automobilistico, a livello mondiale hanno bisogno più che mai di questi materiali. E la Cina continuerà ad avere la chiave per guidarne i prezzi.