Aldo Grasso, Corriere della Sera 10/1/2014, 10 gennaio 2014
LE INCHIESTE CLONATE NELLA STAGIONE DEI SALDI
Nel corso dell’anno, i tg italiani hanno tre o quattro appuntamenti fissi: l’esodo estivo, spesso accompagnato dalla «bolla africana», il gelo artico in pieno inverno e il servizio sui saldi. Ieri sera ne ho ancora visto uno, spero l’ultimo. Il copione è sempre identico.
Esterno giorno. Strada trafficata, inquadratura su vetrina. In primo piano la scritta bene visibile «SALDI». Una voce fuori campo ripete il mantra: questa è una grande occasione, gli esercenti hanno la possibilità di esaurire le giacenze accumulate e i clienti quella di tentare il grande colpo scontistico.
Breve notazione meteorologica: il brutto tempo rallenta le vendite, il bel tempo non aiuta perché la gente è ancora in vacanza.
Immagini di un outlet (al Nord quello di Serravalle è immancabile) accompagnate da un commento di previsione quasi sempre negativo: «Secondo il Codacons gli acquisti segneranno una riduzione media del 12,5% rispetto ai precedenti saldi invernali, e solo il 35% delle famiglie italiane farà qualche acquisto durante gli sconti (contro il 40% del 2013). La spesa media non supererà quota 200 euro».
Classiche interviste alla gente comune, sullo sfondo di una via affollata. All’intervistatore preme soprattutto sapere qual è il budget del compratore: 200, 300 euro? Davanti all’outlet il budget si riduce, davanti a una vetrina di via Monte Napoleone o di via Condotti i soldi a disposizione aumentano, senza mai essere precisati.
Intervista al commerciante: il volto tradisce preoccupazione, l’avvio è stato senza botto, c’è stato un calo dei consumi rispetto allo scorso anno. La gente entra ma non compra, se andiamo avanti così i negozi chiudono.
Nonostante le stime negative, intervista a una signora che mostra soddisfatta il brutto maglioncino che ha comprato. Fine servizio. Appuntamento, ai saldi estivi.