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 2014  gennaio 10 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IN PIEMONTE SI RIVOTA


HUFFINGTON POST
Si torni al voto. Il Tar del Piemonte ha accolto "il ricorso principale" promosso da Mercedes Bresso contro il risultato delle elezioni regionali del 2010. Secondo quanto si ricava da una prima lettura del dispositivo è necessario tornare al voto.
Immediata la reazione della Lega Nord, con il segretario Matteo Salvini che ha convocato una fiaccolata della Lega per domani di fronte al consiglio regionale. "Domani tutti a torino! Giudici, comunisti e giornalisti, giù le mani dalla Lega e dal Piemonte!", ha scritto su Facebook il segretario, annunciando appunto l’iniziativa organizzata per domani. Il corteo partirà alle 17 dal consiglio regionale, in via Alfieri, 5.
Nel dispositivo consegnato oggi alle parti in causa, si legge che il Tar ha annullato "la proclamazione degli eletti" al consiglio regionale "ai fini della rinnovazione della competizione elettorale". Il tribunale ordina quindi il ritorno alle urne. Secondo quanto trapela da esponenti della Giunta regionale, l’annullamento porta alla decadenza della Giunta regionale e, quindi, alla sospensione di tutta l’attività in corso.
Il Tar del Piemonte ha, dunque, accolto il ricorso dell’ex presidente Bresso contro la lista "Pensionati per Cota" di Michele Giovine. Ora la parola passa al Consiglio di Stato, a cui la regione potrebbe ricorrere per ribaltare la decisione del Tar, che sancisce un ritorno anticipato alle urne dei piemontesi. È durata quasi quattro anni la ’battaglia’ ingaggiata dall’ex presidente della regione Bresso: lo scorso 14 novembre la Cassazione aveva condannato in via definitiva Michele Giovine a due anni e 8 mesi per avere raccolto firme false sulla sua lista.
L’ex governatore ha commentato: "Seppure in ritardo è stata fatta giustizia. La sentenza è immediatamente esecutiva, anche se ci sarà il ricorso, riusciremo a andare al voto insieme alle amministrative e alle europee. Sono contenta soprattutto per il Piemonte, perché gira pagina".
Polemico il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, che su Facebook scrive: "Annullate le elezioni regionali del Piemonte. Giudici e sinistra, anche quando perdono, riescono a vincere... Un attacco alla democrazia, ecco di cosa si tratta. Altro che mutande! forse a qualcuno hanno dato fastidio i 30 milioni di euro di risparmio secco, all’anno, dei costi della politica in regione. Forza piemont, forza lega, continuiamo a lavorare". E a chi gli chiede se pensa di ricandidare Cota alle prossime regionale, risponde: "Certo, non a testa alta ma di più".


AGGIORNAMENTO DELLE 16.41 L’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino è pronto a scendere in campo. "Se nei prossimi mesi si andrà al voto anticipato per la Regione Piemonte - ha detto - vi sarà la mia disponibilità a una eventuale candidatura alla Presidenza della medesima che, naturalmente, non dipenderà solo da me".

"A meno che non scenda in campo Leo Messi, il Pd ha un solo candidato, alle elezioni regionali del Piemonte e questo candidato si chiama Sergio Chiamparino". Parlano cosi’, all’Huffington post, gli uomini dello staff di Davide Gariglio, oggi consigliere regionale, domani in corsa per diventare segretario regionale democrat (il Pd sceglierà, con il metodo delle primarie, i suoi nuovi segretari regionali il 16 marzo) e, soprattutto, renziano doc e punto di riferimento del nuovo leader del pd in Regione dalle primarie in poi insieme al sindaco del comune di Nichelino, Giuseppe Catizone, fratello della ex esponente democrat calabrese Eva Catizone.

Del resto, proprio nei giorni scorsi, davanti alle continue nubi che si addensavano da mesi sulla regione Piemonte (scandali delle ’mutande d’oro’, stanchezza ed evidente voglia di ’mollare’ del governatore Cota, ricorso pendente al Consiglio di Stato, mobilitazione popolare contro la stessa giunta Cota che avrebbe dovuto riempire le piazze in questi giorni, etc) due importanti plenipotenziari di Renzi, il coordinatore della segreteria, Lorenzo Guerini, e il responsabile organizzazione, Luca Lotti, si erano recati ’in missione per conto di Dio’ a Torino proprio per convincere Chiamparino a sciogliere i suoi ultimi dubbi e lanciarsi nella corsa a nuovo Governatore. E sempre da ambienti della segreteria del Pd si apprende che anche se si tenessero delle primarie, magari di coalizione con Sel e Scelta Civica (per rispettare l’input renziano di farle sempre per le cariche elettive) in ogni caso il candidato sarebbe Chiamparino.
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Sergio Chiamparino, ritorno in campo?


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Ansa



Avanti


E’ evidente, dunque, che se il Consiglio di Stato accoglierà, entro 45 giorni di tempo, come da legge, la sentenza pronunciata oggi dal Tar del Piemonte che annulla le elezioni regionali del 2010 che videro l’attuale Governatore, il leghista Cota, vincere di misura sulla candidata del Pd, Mercedes Bresso, e se - come è altrettanto altamente probabile - le elezioni piemontesi dovessero tenersi nell’election day del 25 maggio, quando andranno a votare oltre 4 mila comuni italiani e la regione Abruzzo (in Sardegna, invece, si voterà il 16 febbraio), sarà l’attuale presidente della Compagnia dell’istituto bancario San Paolo ed ex sindaco (per due mandati) del capoluogo Torino, oggi amministrato dall’ex segretario Ds Piero Fassino, a contendere al centrodestra la carica di nuovo governatore del Piemonte.

Il Tar del Piemonte ha, infatti, accolto il ricorso dell’ex presidente Bresso contro la lista "Pensionati per Cota" di Michele Giovine. Ora la parola passa al Consiglio di Stato, a cui la regione potrebbe ricorrere per ribaltare la decisione del Tar, che sancisce un ritorno anticipato alle urne dei piemontesi. È durata quasi quattro anni la ’battaglia’ ingaggiata dall’ex presidente della R egione Bresso: lo scorso 14 novembre la Cassazione aveva condannato in via definitiva Michele Giovine a due anni e 8 mesi per avere raccolto firme false sulla sua lista.

Polemico il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, che su Facebook scrive: "Annullate le elezioni regionali del Piemonte. Giudici e sinistra, anche quando perdono, riescono a vincere... Un attacco alla democrazia, ecco di cosa si tratta. Altro che mutande! forse a qualcuno hanno dato fastidio i 30 milioni di euro di risparmio secco, all’anno, dei costi della politica in regione. Forza piemont, forza Lega, continuiamo a lavorare".

I problemi, però, stanno tutti e proprio nel campo del centrodestra: dato quasi per certo che Cota non si ripresenterà come rappresentante di tutta la coalizione (leggenda certificata vuole che, quando vinse le regionali, nel 2010, le vinse inaspettatamente, si chiuse nel suo studio a piangere non per la gioia ma per la disperazione di dover lasciare il suo scranno di capogruppo leghista in quel di ’Roma ladrona’...) e che potrebbe optare per un seggio alle europee, non saranno indifferenti le mosse di Forza Italia di Berlusconi e del Nuovo Centro Destra di Alfano che ha conquistato la totalità degli ex assessori regionali del Pdl alla propria causa e che, in Piemonte, è guidato dal giovane e iper-attivo capogruppo alla Camera, Enrico Costa. La competition interna al centrodestra, però, vede per ora solo due nomi come possibili candidati alla guida del Piemonte: il nuovo coordinatore regionale di Fi, Gilberto Pichetto, e l’assessore regionale al lavoro Claudia Porchetto (NCD). Due nomi che ’il Chiampa’, che ancora gode di vasta e sicura popolarità non solo tra i torinesi ma tra i piemontesi, potrebbe sconfiggere facilmente.

REPUBBLICA.IT
Il Piemonte deve tornare alle urne. E’ questo l’effetto della sentenza del Tribunale amministrativo regionale. I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso dell’ex presidente della Regione Mercedes Bresso, contro la lista "Pensionati per Cota" di Michele Giovine, inficiata da firme false, decretando l’annullamento dell’atto di proclamazione degli eletti nella primavera di quattro anni fa. Adesso l’ultima parola passa al Consiglio di Stato, organo al quale la Regione ricorrerà per vedere capovolta la sentenza del Tar Piemonte. Un verdetto che arriverà entro 45 giorni. L’annullamento della proclamazione degli eletti porta alla decadenza della giunta regionale e, quindi, alla sospensione di tutta l’attività in corso. Ma il presidente leghista Roberto Cota non ci sta: "Faremo ricorso al Consiglio di Stato contro questa vergognosa sentenza e io continuerò a fare il governatore, chiederemo giustizia lavorerò per costruire, nell’interesse dei piemontesi".
Cota: "Continuerò a fare il governatore"
Immediata la reazione del segretario della Lega Nord Matteo Salvini: ’’Un attacco alla democrazia, ecco di cosa si tratta’’. Il numero uno del Carroccio assicura, dalla propria pagina Facebook, che il partito continuera’ con le sue battaglie: dito puntato, soprattutto, contro ’’giudici e sinistra’’ che secondo Salvini ’’anche quando perdono riescono a vincere’’. Nel post del numero uno della Lega, compare poi una considerazione legata all’inchiesta sullo scandalo dei rimborsi in Piemonte e in particolare ai ’boxer verdi’ che il governatore Cota avrebbe acquistato con fondi destinati all’attivita’ politica: ’’Altro che mutande. Forse - è il sospetto di Salvini - a qualcuno hanno dato fastidio i 30 milioni di euro di risparmio secco, all’anno, dei costi della politica in Regione Piemonte’’. Più tardi a Sky Tg 24 annuncia la ricandidatura di Cota "a testa alta". Salvini annuncia anche per domani a Torino una manifestazione della Lega a sostegno di Roberto Cota perché "c’è tanta gente che è incazzata". "Giu’ le mani dal Piemonte". Si chiamerà così la fiaccolata organizzata per domani dopo l’annullamento delle elezioni regionali. Il corteo comincerà alle 17: partenza dal consiglio regionale di via Alfieri e arrivo di fronte alla prefettura in piazza Castello.
La foto del documento del Tar
Se da Palazzo Spada arriverà la conferma della sentenza, le elezioni si terranno probabilmente in primavera, abbinate con le Europee. Ma spunta un giallo: è il presidente della regione che ha il compito di indire le elezioni, se aspettano 30 giorni per fare ricorso (scadenza 11 febbraio) poi il consiglio di stato potrà esprimersi subito o fissare un’udienza e rinviare nel merito: questo può far dilatare i tempi della nuova chiamata alle urne, che potrebbero slittare dalla primavera all’autunno. Gli avvocati di Mercedes Bresso però in quel caso chiederanno che la sentenza sia intanto eseguita immediatamente con la nomina di un commissario ad acta che indica le elezioni al posto di Cota.
Il video. Quando Giovine diceva: "Finzione mediatica"
Il centrosinistra ha già il probabile candidato: l’ex sindaco di Torino e ora presidente della Compagnia di San Paolo, Sergio Chiamparino. Proprio oggi la procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione della sua posizione nell’ambito dell’inchiesta sui Murazzi. Cade quindi la pregiudiziale alla sua candidatura. Il suo nome piace anche al segretario del Pd Matteo Renzi che proprio ieri ha dato il suo placet ai vertici peimontesi del Pd. Il centrodestra pare puntare a Gilberto Pichetto o Claudia Porchietto, attuali assessori nella giunta Cota.
Le reazioni politiche
Mercedes Bresso, anche lei davanti al Tar in attesa della sentenza, ha così commentato: "Sia pure in ritardo, giustizia è fatta. Una vittoria che dimostra quello che solo Cota e Giovine non avevano ancor capito: che le elezioni sono state truccate: ora la giunta Cota non esiste piu’".
"E’ chiaro che la ricaduta politica è immediata, qualsiasi siano le decisioni del centrodestra. Bisogna solo capire se si vota il 25 maggio o più avanti. Dal punto di vista politico non c’è più nulla da dire, le elezioni del 2010 sono nulle". Questa la prima dichiarazione del segretario regionale del Pd Gianfranco Morgando. Questo pomeriggio i democratici convocheranno una conferenza stampa nella sede del gruppo consiliare del Pd, dove il clima in queste ore è di grande fibrillazione.
Il vicepresidente regionale Gilberto Pichetto, tra i candidati in pectore di Forza Italia alla poltrona di governatore, è a Roma e per il momento non si sbilancia in dichiarazioni: "Ho saputo, ma dovremo valutare con gli organi del mio partito e con il presidente Cota", dice.

NUOVA LEGGE ELETTORALE REGIONALE

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Piemonte: Buquicchio (Idv), subito nuova legge elettorale regionale
10 Gennaio 2014 - 15:52

(ASCA) - Torino, 10 gen 2014 - ’’A prescindere da cio’ che stabilira’ il Consiglio di Stato occorre approvare in tempi brevi la nuova legge elettorale del Piemonte’’. Lo afferma in una nota Andrea Buquicchio, capogruppo IdV al consiglio regionale del Piemonte, in merito alla sentenza del Tar Piemonte che ha annullato le elezioni regionali del 2010. ’’Prevedendo questo epilogo - prosegue - avevo insistito con forza prima dell’interruzione natalizia che si definisse la legge elettorale essenziale prima del ritorno al voto. In qualsiasi momento si andra’ a votare, il sistema elettorale rappresenta una priorita’ assoluta nell’ottica di garantire stabilita’ e governabilita’ alla nostra Regione. E’ necessario, infatti, adeguare la legge al taglio dei consiglieri regionali avallato dall’assemblea non meno di un anno fa. Sara’ necessario garantire una equa rappresentanza a tutti i territori del Piemonte cosi’ come al maggior numero di forze politiche scelte dai cittadini attraverso il voto. Il tempo potrebbe essere poco e la politica piemontese dovra’ necessariamente dare risposte rapide’’. ’’La nuova legge elettorale - osserva Buquicchio - costituisce una grande prova di maturita’ per le forze rappresentate nell’assemblea regionale. Auspico quindi che gli schieramenti, in particolare quelli piu’ grandi, siano orientati a giungere ad un compromesso che tuteli in primo luogo la democraticita’ del sistema di rappresentanza’’, conclude il consigliere piemontese, Idv. com-stt/mpd

CORRIERE.IT
La vicenda giudiziaria dei ricorsi elettorali in Piemonte è iniziata nel 2010, dopo il voto regionale che ha portato il leghista Roberto Cota ad occupare la poltrona di governatore. La differenza dei voti tra i due candidati presidenti – Cota e la presidente allora uscente Mercedes Bresso, del Pd - era di 9.157 voti, pari a uno scarto dello 0,4%. Bresso e altre liste di centrosinistra, i Verdi, i Radicali e i Pensionati per Bresso, avevano depositato ricorso contro la vittoria del leghista per «irregolarità amministrative».

L’ITER - Il primo livello giudiziario della querelle si è svolto quindi al Tribunale amministrativo regionale. La prima sentenza espressa è del luglio 2010: il giudice aveva rinviato alla giustizia ordinaria civile la questione più rilevante di tutta la complessa questione amministrativa, almeno dal punto di vista dei voti raccolti, quella della Lista dei Pensionati per Cota di Michele Giovine. Giovine aveva raccolto alle scorse regionali ben 27mila voti, determinanti per la vittoria di Cota. Secondo Bresso i suoi voti erano stati raccolti con firme false, inficiando la regolarità dell’esito delle regionali. Contemporaneamente il Tar aveva disposto un’operazione di verifica delle schede elettorali, alla luce degli atti «demolitori», cioè quelli in grado di produrre effetti sull’esito del voto individuati dalla sentenza. Nel corso del secondo grado di giudizio amministrativo, presso il Consiglio di Stato, i magistrati avevano bloccato le operazioni di verifica sulle schede elettorali e in via incidentale avevano sollevato il dubbio di costituzionalità sulla sentenza espressa precedentemente dal Tar, perché nel rinviare alla giustizia ordinaria civile la verifica dei falsi commessi dalla Lista Pensionati per Cota non verrebbe rispettato il principio della Costituzione italiana della «ragionevole durata del processo». Il 4 ottobre 2011 la Corte Costituzionale ha respinto il rilievo sollevato dal Consiglio di Stato lasciando quindi il processo sulla Lista Pensionati per Cota alla giustizia civile ordinaria. Parallelamente è iniziato anche un processo penale contro Michele Giovine che si è concluso in Cassazione con la sua condanna a due anni e otto mesi. Dopo quest’ultima sentenza i legali di Bresso hanno presentato al Tar del Piemonte un’istanza di riapertura del processo, fino ad allora sospeso in attesa della sentenza della Cassazione.

CORRIERE.IT
Tutto da rifare. Il Tar del Piemonte ha accolto «il ricorso principale» promosso da Mercedes Bresso contro il risultato delle elezioni regionali del 2010. Ricorso che era dovuto allo scandalo legato alla scoperta di firme false per la presentazione della Lista dei Pensionati per Cota di Michele Giovine, poi condannato in via definitiva a 2 anni e 8 mesi di carcere. Secondo quanto si ricava da una prima lettura del dispositivo è necessario tornare al voto. L’annullamento della proclamazione degli eletti porta infatti alla decadenza della Giunta regionale e, quindi, alla sospensione di tutta l’attività in corso. È quanto trapela da esponenti della stessa Giunta regionale . Contro la sentenza è in ogni caso possibile fare ricorso al Consiglio di Stato e Cota ha dichiarato che è pronto a presentarlo.

Mercedes Bresso: «Soddisfatta, ma i tempi della giustizia sono lunghi, omai il danno è fatto»
Rcd
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«Con la pronuncia del Tar di oggi ha dimostrato che le elezioni del Tar del 2010 erano truccate - è stato il primo commento di Mercedes Bresso,ex presidente della giunta regionale e battuta per poche migliaia di voti dal leghista Roberto Cota - . Per me è una vittoria. Ora la giunta Cota non esiste più Ora si rivada al voto, credo che sia possibile votare tra poche settimane, nel famoso election day fissato per le europee».

PROCEDURA - Come detto, la sentenza arriva al termina di una lunga procedura giudiziaria che ha visto annullare i voti (circa 27.000) verso un lista pensionati legata all’attuale governatore, il leghista Roberto Cota. La lista pensionati aveva infatti falsificato le firme per presentare la lista oltre a candidare persone inesistenti. Avendo la candidata del centrosinistra Mercedes Bresso perso le elezioni per circa 9000 voti, la sentenza del Tar porta quindi all’annullamento delle elezioni del 2010. Si potrebbe ritornare al voto già in primavera.

Bresso: «Per 4 anni in Piemonte un governo illegittimo»
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«GIUSTIZIA È FATTA» - «Seppure in ritardo è stata fatta giustizia - ha detto ancora Mercedes Bresso . La sentenza è immediatamente esecutiva, anche se ci sarà il ricorso, riusciremo a andare al voto insieme alle amministrative e alle europee. Sono contenta soprattutto per il Piemonte, perché gira pagina. Non ho tuttavia intenzione in questo clima politico di ricandidarmi alle prossime regionali ,in questo senso ho già dato. La mia ambizione è di ritornare al Parlamento europeo- In ogni caso deciderà il Pd».

Cota: «Faremo ricorso al Consiglio di Stato»
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NUOVO CANDIDATO - Con ogni probabilità, in caso di nuove elezioni in primavera, il centrosinistra presenterà come candidato, l’ex sindaco di Torino e attuale presidente della compagnia di san Paolo Sergio Chiamparino, molto vicino al l’attuale segretario del Pd, Matteo Renzi. «Se nei prossimi mesi si andrà al voto anticipato per la Regione Piemonte vi sarà la mia disponibilità a una eventuale candidatura alla Presidenza della medesima che, naturalmente, non dipenderà solo da me». ha subito dichiarato Chiamparino. Del resto se Sergio Chiamparino vorrà candidarsi a presidente della regione, potrà farlo da uomo libero da procedimenti penali in corso. L’attuale presidente della Compagnia di San Paolo era stato indagato dalla procura di Torino con altri dirigenti del Comune, che ha guidato fino al 2011, per la mala gestione dei locali dei Murazzi del Po, centro della movida torinese. Oggi il sostituto procuratore Andrea Padalino ha chiuso l’indagine, notificando la chiusura ad alcune persone ma non a Chiamparino. L’ex sindaco di Torino non figura quindi più tra gli indagati.

COTA - «La sentenza è una vergogna» ha dichiarato Cota, già scosso da altri avvenimenti giudiziari. La sentenza arriva infatti dopo il suo coinvolgimento come indagato , nell’inchiesta sui rimborsi alla regione Piemonte.
Cota ha poi dichiarato che in attesa della risposta del Consiglio di Stato andrà avanti come prima. Un atteggiamento bollato dalla Bresso come «irresponsabile».

SALVINI - Non fa una piega invece il neosegretario della Lega Matteo Salvini che su Facebook scrive: «Giudici e sinistra, anche quando perdono, riescono a vincere. Un attacco alla democrazia, ecco di cosa si tratta. Altro che mutande! Forse a qualcuno hanno dato fastidio i 30 milioni di risparmio secco, all’anno, dei costi della politica in Regione. Forza Piemont, forza Lega, continuiamo a lavorare».

RADICALI - Particolarmente soddisfatti della sentenza i Radicali, che però precisano: «In questo momento di gioia non possiamo, però, tacere di una grave inadempienza del Consiglio Regionale del Piemonte: a un mese dalla sentenza di Cassazione (14 dicembre 2013) che ha condannato in via definitiva Michele Giovine, - aggiungono i Radicali piemontesi - questi non è ancora stato dichiarato decaduto da consigliere regionale; dal dicembre 2012, da oltre un anno, Giovine è stato sospeso e percepisce metà indennità di consigliere e la sua compagna di partito Sara Franchino, divenuta consigliere al suo posto, percepisce l’indennità intera».