Nadia Campini, la Repubblica 10/1/2014, 10 gennaio 2014
DORIA: “NUOVI TAGLI IMPOSSIBILI SERVE GETTITO DELLA VECCHIA IMU”
«NEL 2013 abbiamo già tagliato cinquanta milioni di euro, ora il governo ci deve assicurare le stesse risorse dell’anno scorso, non pretendiamo di più, ma almeno lo stesso sì, perché ulteriori tagli sono insostenibili per i nostri cittadini». Il sindaco di Genova Marco Doria è preoccupato e le ultime modifiche presentate dal ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni per la Tasi non placano i suoi timori. «Con queste incertezze e i numeri che ancora ballano — dice Doria — è ormai quasi impossibile riuscire a fare il bilancio preventivo entro febbraio, come dovremmo fare, e le maggiorazioni sulle aliquote non sono una soluzione, la verità è che se la Tasi è un’imposta comunale andrebbe gestita dal Comune e non dallo stato».
I Comuni avranno la possibilità di aumentare l’imposta dal 2,5 fino al 3,3 per mille, non è sufficiente come discrezionalità?
«Se la soluzione resta quella illustrata assolutamente no, perché la possibilità di incrementare fino allo 0,8 per mille l’imposta viene prevista solo per poter utilizzare questa quota in più per le detrazioni, che altrimenti non erano previste. Questo ci risolve una parte del problema, quello dei cittadini che in passato, avendo magari un’Imu bassa e usufruendo delle detrazioni, non pagavano imposte sulla casa e che invece avrebbero finito per pagarla con la Tasi. Tutto questo è positivo, ma non risolve un bel nulla per i bilanci comunali ».
Perché?
«A Genova se anche portiamo la Tasi dall’uno al 2,5 per mille, ci mancano ancora 48 milioni di euro di gettito. I fondi in più derivanti dall’ulteriore 0,8 per mille andrebbero ad aiutare una fetta di cittadini, ma non entrerebbero in alcun modo nelle casse comunali. E noi ci troveremmo con 48 milioni in meno. Impensabile, dopo aver tagliato già 50 milioni di spese correnti nel 2013 su un bilancio da 870 milioni. Abbiamo già ridotto in un anno le spese del 6-7%, non saremmo più in grado di garantire i servizi».
Come è andata invece con l’Imu nel 2013?
«Abbiamo dovuto portare l’Imu sulla prima casa al 5,8 per mille, una scelta non facile, ma che è stata presa perché abbiamo indicato come priorità quella di non tagliare i servizi sociali. Lo stato avrebbe dovuto rimborsare tutto il gettito derivante dall’Imu, invece alla fine è saltato fuori che lo Stato non è in grado di coprire questa cifra, così ci verrà rimborsato il gettito derivante dal 4 per mille, la tariffa minima dell’Imu sulla prima casa, e il 60% della differenza. E i 17 milioni che mancano li devono tirare fuori i genovesi entro il 24 gennaio».
Come vorreste allora che fosse fatta la Tasi?
«Dovrebbe garantire ai comuni di avere lo stesso gettito dell’anno precedente con le aliquote massime. E poi dovrebbe essere davvero un’imposta comuna-le, gestita dai comuni, che potrebbero così scegliere se mantenere alta l’imposizione puntando sulla qualità dei servizi o scegliere di abbassare, rimettendosi poi al giudizio dei cittadini. Tra l’altro l’imposizione sugli immobili è anche quella che più naturalmente è di competenza dei comuni, che sono i soli ad avere il polso reale della situazione ».