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 2014  gennaio 09 Giovedì calendario

I NARCOS DEI TELEFONINI


Rotte invertite per molti narcos: anziché dal Sud America agli Stati Uniti, adesso i loro traffici seguono un percorso opposto. E, anziché con la cocaina, i cartelli colombiani hanno imparato a guadagnare somme immense vendendo “smartphone” rubati. Negli Usa, si sa, la criminalità è in calo da molti anni. Fanno eccezione furti e rapine di telefonini, che sono in forte aumento: a Washington, per esempio, sono aumentati del 54 per cento in 5 anni. E si moltiplicano i casi di ragazzi ammazzati perché si rifiutano di consegnare i loro iPhone a qualche malvivente di quartiere che li assale di notte. Girare con gli auricolari in quartieri pericolosi o in zone poco abitate è fortemente sconsigliato dalla polizia. Che, per cercare di catturare le nuove gang dei cellulari, manda in giro anche agenti travestiti da “homeless”. Sono già stati arrestati anche centinaia di barbieri, giornalai e negozianti che funzionano da rete di vendita degli smartphone rubati, ma il grosso della refurtiva prende la strada dell’America Latina: lì pochi possono spendere 5-600 dollari per un Samsung o un LG di ultima generazione o i quasi mille dell’iPhone 5S, mentre sono molto richiesti i modelli rubati, venduti come nuovi a un prezzo dimezzato. “È un mercato ormai sterminato, del valore di 30 miliardi di dollari, e senza rischi per i trafficanti”, spiegano all’Huffington Post gli analisti di Lookout, una società di San Francisco specializzata in studi sulla sicurezza. Mentre, infatti, il traffico di droga è ormai combattuto con durezza da tutti i Paesi di provenienza e transito degli stupefacenti (con la regia della Dea, l’agenzia antidroga Usa), la rivendita di telefonini rubati per ora passa inosservata in quasi tutto il Sud America e in particolare in Colombia: il principale mercato di sbocco degli smartphone rubati negli Usa da ladri di quartiere e rivenduti a prezzi variabili dai 25 ai 100 dollari al pezzo, a seconda del modello. Questi terminali arrivano poi a Miami, in Florida, dove vengono messi in una scatola simile a quella originale con tanto di istruzioni e caricatore e, da qui, trasferiti al centro di smistamento a Bogotà. E il gioco è fatto.