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 2014  gennaio 09 Giovedì calendario

TUTTO IL CALCIO MAGLIA PER MAGLIA


Chiamati alla radio per commentare i Mondiali di calcio, i Gialappi (Marco Santin, Carlo Taranto e Giorgio Gherarducci) esordivano con battute come questa: «Per chi si fosse sintonizzato ora, la partita che state vedendo fra una squadra con la divisa gialla e una con la divisa azzurra non è Brasile-Empoli ma Australia-Italia». Scherzavano, eppure nella grande liturgia del calcio, le maglie delle squadre sono come paramenti sacri. Mi ricordo che Giovanni Arpino della mia squadra diceva: «Da Superga a Meroni, a Ferrini, la storia del Toro obbedisce a un copione drammatico. Di rappresentazione in rappresentazione, società, tifosi, giocatori si sono cuciti addosso una divisa mentale ormai indelebile come la maglia granata: è più importante soffrire che non vincere». A parte la retorica, da dove viene il colore granata? E quello azzurro? E quello bianco e nero? Un libro di Giorgio Welter colma ora queste curiosità. Si chiama Le maglie della serie A. Storia, miti e aneddoti sulle divise del campionato più bello del mondo ed è edito da Codice Atlantico. È una storia, fatta più di immagini che di parole, sull’evoluzione delle fogge e degli stili che si sono succeduti negli anni.
Cominciamo dal Genoa, la cui nascita data 1893. I colori sociali sono il rosso e blu che “partiscono” la maglia. Si sa solo che all’inizio il blu era quello della tela dei jeans (del resto jeans viene da Genoa). La divisa della Juventus risale al 1903 quando dai magazzini del Notts County Football Club arriva uno stock di maglie “palate” bianconere: nessun significato simbolico. «Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari». Con queste parole Herbert Kilpin, calciatore inglese e co-fondatore del Milan Cricket and Football Club nel dicembre 1899, motiva la scelta dei colori della divisa. E siccome l’Inter nasce da una scissione in seno al Milan, la maglia “palata” sostituisce il blu al rosso.

Granata & viola. Il Torino prende a prestito i colori granata dai fazzoletti della Brigata Savoia per intervento di Vittorio Amedeo II, Duca di Savoia, che voleva celebrare la Battaglia di Torino (07.09.1706), di cui nel 1906 ricorreva il bicentenario celebrato con imponenti manifestazioni. Il viola della Fiorentina risale al campionato 1929-30: il marchese Luigi Ridolfi Vay da Vernazzano voleva una squadra che si distinguesse anche nel colore delle maglie: da allora la squadra è indicata anche come “la Viola”.
Caso curioso quello delle due squadre di Verona: entrambe usano i colori dello stemma della città: l’Hellas Verona fa prevalere il blu sul giallo, mentre il Chievo rovescia le proporzioni. Sono molte le squadre che utilizzano i colori “sociali” della città: Cagliari, Catania, Modena…
Da quando esiste la tv, ogni anno le divise delle squadre cambiano per alimentare il marketing delle società, specie da quando ogni maglia è personalizzata.