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 2014  gennaio 09 Giovedì calendario

REGISTRATA ILLEGALMENTE E CROCIFISSA SENZA UN PERCHÉ


[Nunzia De Girolamo]

Signora ministro De Girolamo, se dovessimo sintetizzare, cos’è questa storia delle pressioni locali che lei avrebbe esercitato nella sua area elettorale e che sono venute alla luce con la trascrizione sui giornali di sue conversazioni dai toni, diciamo così, accesi e coloriti?
«Allora. È una inchiesta della magistratura su una triste e penosa storia relativa alla gestione dell’Asl di Benevento attivata su precisa e dettagliata denuncia del direttore generale. Inchiesta alla quale sono estranea e nella quale uno dei protagonisti di questa vicenda, raggiunto da una misura cautelare da parte della magistratura, ha pensato di tirarmi in ballo registrando abusivamente alcune conversazioni private in un’abitazione privata. Ogni italiano per un momento provi a pensare che cos’accadrebbe se ci fosse qualcuno che in casa sua azionasse un registratore e registrasse conversazioni in libertà».
Chi è l’uomo che la accusa? E perché l’ha registrata?
«La persona che ha fatto questo è stata messa sott’accusa su circostanziati sospetti per attività illecite che ora ovviamente vanno provate nel processo. In uno stato di diritto funziona così. Ma chi come me non ha alcun ruolo in quest’indagine non può essere tirata in ballo solo per alcune espressioni spiate abusivamente».
Ci perdoni. Ma è normale riunire a casa propria (o di suo padre) i vertici delle Asl per discutere di questioni politiche di rilevanza pubblica?
«Eravamo a casa mia perché dovevo allattare mia figlia di un mese e nonostante questo ho sentito il dovere di parlare di questioni pubbliche non rinviabili. Ma scusate, a quanti politici è accaduto di ascoltare le questioni poste dai territori nei quali svolgono la propria attività politica e dove si rientra nel fine settimana? Qualcuno discute in abitazioni, altri al bar, all’asl, in qualsiasi sede. Non riesco davvero a capire il grado dello scandalo in questo. Io non ho nulla da nascondere. Proporre di rispettare e applicare la legge regionale per aprire un pronto soccorso attivo in una zona del Sannio dove si moriva perché mancava addirittura l’ambulanza (il Fortore), sollecitare una soluzione per i lavoratori del 118 che da mesi non venivano pagati e chiedevano alla politica di intervenire per vivere, chiedere una migliore distribuzione sul territorio di strutture sanitarie al fine di limitare milionari pagamenti di affitto, proporre una soluzione per un comune, unico in Campania, che aveva avuto chiuso il proprio ospedale con gravi criticità per la popolazione di quel comprensorio, chiedere notizie di una struttura comprata per milioni di euro dall’Asl e poi abbandonata e ora preda dei vandali è fatto di interesse di parte o privato? Semmai è un mio dovere: le mie iniziative politiche sono state tutte improntate alla pubblica utilità e nell’interesse della collettività amministrata al fine di migliorare un sistema sanitario che rispondeva non già alla logica delle popolazioni ma a quella di pochi. Io pago mediaticamente proprio per aver proposto di ottimizzare un comparto sanitario che di pubblico aveva ben poco…».
Le viene contestato di aver usato espressioni violente nelle intercettazioni .
«Si trattava di espressioni in libertà. Vorrei per un momento immaginare come parlano gli italiani, tutti gli italiani, dinanzi a un tavolo o a un caffè. Vogliamo per un attimo provare a separare l’aspetto pubblico da quello privato della nostra vita? È un esercizio di civiltà. Certo, alcune espressioni sono gergali e anche un po’ troppo spicce. Ma vorrei conoscere chi in una conversazione privata non ha mai utilizzato certi toni e certi modi, e vorrei saperlo anche da tanti ipocriti, sepolcri imbiancati che in questi giorni fanno a gara a lanciare la manciata più grossa di fango. Qualsiasi nostra frase di ogni giorno estrapolata vuol dire tutto e il suo contrario. E poi nel linguaggio libero ci può capitare anche di criticare nostra madre. Questa gogna è una barbarie. Io ho semplicemente chiesto di garantire efficienza e legalità e questo è uno dei miei doveri, per quanto espresso con parole o frasi che possono urtare la nobile sensibilità dei moralisti del giorno dopo».
Mastella dice che se avessero beccato lui a dire certe cose, l’avrebbero arrestato visto che «per cose molto più modeste hanno arrestato mia moglie».
«Dalle trascrizioni riportate dai giornali e più in generale nelle mie interlocuzioni non ho mai chiesto di favorire una ditta piuttosto che un’altra, di promuovere un primario in danno di un altro, di assumere qualcuno in particolare o di dare qualche incarico. Mi sono soltanto preoccupata di riferire ai vertici aziendali le svariate esigenze che provenivano dal territorio che mi ha eletto e nel quale svolgevo anche il ruolo di coordinatore provinciale del mio partito. Inoltre sarebbe stato corretto contestualizzare il dialogo, i toni e i colori. Pezzi di una conversazione se estrapolati dal contesto possono assumere un significato completamente diverso».
Lei è rimasta vittima mediaticamente di una registrazione non disposta dai magistrati, ma fatta da una persona accolta in casa sua. Per di più lei non risulta nemmeno indagata..
«Non vedo esempi simili in altri paesi del mondo civilizzato. La procura ha riconosciuto che questo personaggio ha azionato la macchina del fango per sottrarsi alle sue responsabilità. Per me sarebbe bastato quello. Invece adesso sono costretta a rincorrere fantasmi, personaggi squallidi e ancora più squallide ricostruzioni. Sono sinceramente sconcertata, mi sento in un incubo nel quale mai avrei immaginato di entrare. Ma voglio ripetere la mia domanda iniziale: ciascun italiano provi a immaginare che cos’accadrebbe se qualcuno registrasse proprie conversazioni con amici, parenti, conoscenti, colleghi in un ambiente non pubblico? E come si sentirebbe, ciascun italiano, se queste conversazioni, nelle quali non possono mancare espressioni per così dire libere, fossero poi pubblicate dai giornali? È vero che io sono un personaggio pubblico. Ma vorrei conservare la libertà, garantita dai principi universali di civiltà, di poter esprimere il mio pensiero come e quando voglio, soprattutto quando sto semplicemente facendo il mio dovere e sto invitando ad avere rispetto delle leggi di questo Stato. E vorrei conservare un certo limite alla riservatezza che non vuol dire nascondere qualcosa, ma semplicemente poter vivere in libertà. Sembra un film scritto su una trama kafkiana e invece è tutto vero, purtroppo».
Antonio Angeli