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 2014  gennaio 02 Giovedì calendario

I TRE SISTEMI ELETTORALI DI RENZI

Uno, motivazioni della sentenza della Consulta sull’incostituzionalità del Porcellum e, in particolare, sulle liste bloccate (intorno al 15 gennaio). Due, superamento del bicameralismo perfetto e necessità di togliere al Senato il diritto/potere di votare la fiducia al governo e fare le leggi (tempi previsti per superare il bicameralismo perfetto: l’intero 2014, se va bene) perché, a causa della differente età di voto attivo prevista in Costituzione (18 anni per la Camera, 25 anni per il Senato), il rischio di una seconda Camera (di solito il Senato, appunto) che presenta risultati diversi dalla prima e che, dunque, rende instabile la coalizione vincente resta in piedi. Infine, tre problema politico, non solo politologico, di come e di quanto attribuire un premio di maggioranza in un Paese che, ormai, è tripolare.

Perché – spiega all’Huffington Post – il costituzionalista Stefano Ceccanti, “in un Paese ormai stabilmente tripolare come il nostro (centrodestra, centrosinistra, Grillo, ndr.) nessun premio di maggioranza e nessun sistema elettorale non solo non è perfetto ma rischia di lasciarci nell’instabilità perché, a causa della presenza di tre poli, rischiamo di non avere mai un vero vincitore, alle elezioni, e dunque a una situazione di eterno stallo…”.

Sono questi i tre principali scogli (i primi due squisitamente costituzionali) che si troveranno di fronte Renzi e il Pd nell’affrontare la delicata partita (o, come si suol dire, il ‘tormentone’) della riforma della legge elettorale. E anche l’indubitabile accelerazione che Renzi ha imposto oggi al dibattito dovranno, per forza di cose, tenere conto di queste tre, decisive, variabili. Vediamo come e perché e, soprattutto, cerchiamo di capire ‘chi’ e ‘come’ ci guadagna dall’approvazione o meno di uno dei tre sistemi elettorali (sistema ‘ispanico’, Mattarellum ‘corretto’, sistema del ‘sindaco d’Italia’) che, sempre oggi, Renzi ha proposto a ‘tutte’ le altre forze e parti politiche.

ECCO CHI CI GUADAGNA E CHI CI PERDE

Il sistema ‘ispanico’. Come dice la parola stessa, ‘vige’ in Spagna. Si basa su collegi provinciali (mediamente ‘piccoli’ per numero di elettori ivi compresi) e liste bloccate (la media è di sei candidati). E’ un sistema proporzionale corretto che produce effetti maggioritari. Come spiega il professor Stefano Ceccanti (Università La Sapienza), che ne è tra i maggiori conoscitori e cultori, “premia i partiti grandi (come potrebbero essere il Pd da un lato, Forza Italia dall’altro, ndr.) e quelli che hanno un consenso concentrato in certe aree geografiche come sono, in Spagna, il partito basco e i partiti catalani in Catalogna (in Italia, in teoria, la Lega, ndr.). Penalizza, invece, i partiti piccoli e i partiti di medio peso, soprattutto se privi di radicamento territoriale (in Italia, NCD di Alfano, SC di Monti, forse M5S di Grillo, ndr.). “Importante sapere - nota ancora Ceccanti – se la Consulta boccerà in toto o solo in parte la possibilità di mettere, nel sistema elettorale, le cd. liste ‘bloccate’, tipiche del sistema spagnolo, divieto che potrebbe essere aggirato introducendo la preferenza unica o doppia di genere”. Il sistema ‘ispanico’ piace, e molto, a Forza Italia (Denis Verdini) come al suo ex omologo nel Pd di Bersani (Migliavacca) e alla Lega, non piace affatto a NCD, SC, Popolari (Casini-Mauro), M5S, SEL.

Il Mattarellum ‘rafforzato’. Nella sua versione originaria (in vigore in Italia, e solo in Italia, per le elezioni politiche dal 1994 al 2001) è un sistema maggioritario a turno unico. Assegna tre quarti dei seggi in collegi uninominali (secondo il principio inglese ‘the first win all’) e il restante quarto con un metodo proporzionale su liste bloccate. La proporzione del Mattarellum originario (75% e 25%) verrebbe però ritoccata con un ‘raddoppio’ di correzione iper-maggioritaria (forse a rischio di incostituzionalità, peraltro) che riguarderebbe o lo scorporo di una parte del ‘quarto’ di proporzionale (15% sul 25%, lasciando così un 10% da assegnare in via proporzionale: il ‘diritto di tribuna’) oppure il ‘doppio premio’ in seggi al miglior vincitore nei collegi che avrebbero comunque per effetto il premio di maggioranza nazionale. Antica proposta ‘ufficiale’ del Pd (poi abbandonata per il cd. sistema ‘a doppio turno’ alla francese, scelta a sua volta oggi abbandonata…) è un sistema che favorisce, all’interno di ogni coalizione o somma di partiti, i partiti piccoli e le liste minori: minacciando di presentare candidature ‘di disturbo’ nei collegi marginali, essi ottengono così, dai partiti grandi, candidature in collegi ‘sicuri’ e aumentano il loro potere coalizionale. Piace a un pezzo di FI (Brunetta) e PD (Renzi).

Il ‘sindaco d’Italia’. E’ un sistema di impianto proporzionale, corretto da un forte premio di maggioranza, in vigore in Italia dal ’93 quando si votò per la prima volta con sistemi maggioritari corretti e non più con il sistema proporzionale in vigore nella I Repubblica (1946-1992) a causa dei referendum maggioritari Segni (1991-1992). Da non confondere con il sistema detto ‘Tatarellum’ e in funzione, sia pure con diverse correzioni, ancora oggi nelle Regioni ‘ordinarie’ (base proporzionale, liste con preferenze, premio di maggioranza), il modello ‘sindaco d’Italia’ è in vigore nei comuni sopra i 5 mila ab. Assegna i seggi su base proporzionale e liste fornite di preferenze, ma ‘apre’ al ballottaggio o secondo turno (di partito o di coalizione) tra le prime due liste o coalizioni o partiti più votate cui assegna un premio che assicura fino 60% dei seggi al candidato vincente. Piace all’NCD di Alfano e a parte del Pd (Renzi e renziani, ma non solo), ma pure ai Popolari di Casini-Mauro, a molti partiti minori (Sel, etc.) mentre non piace a tutta FI causa il doppio turno (inviso, da sempre, al centrodestra: teme di non convincere tutti i suoi a tornare a votare) e non piace a una parte dei renziani perché troppo proporzionalista. Essendo un proporzionale, non avvantaggia né svantaggia nessuno.

Ps. Definitivamente tramontati appaiono, invece, sistemi elettorali come il doppio turno ‘alla francese’ o ‘di collegio’ e il Porcellum ‘corretto’ così come nelle diverse ipotesi di studio avanzate da Violante-Quagliariello.